Roma

Comunali Roma 2021, il trucco del Pd, al secondo turno pescare nell'M5S

Il dibattito Morassut, Bettini Foschi è fuffa d'agosto. Ecco la vera strategia: Primarie, candidato e ballottaggio. Poi la paura di Salvini-Meloni

Comunali Roma 2021, dietro la strategia del Pd di rinviare quanto più possibile la scelta di un candidato da contrapporre a Virginia Raggi, c'è la classica “mossa del cavallo”, più ispirata alla tattica degli scacchi che al libro di Matteo Renzi.

A suggerire a Nicola Zingaretti il silenzio sul futuro e una costante e pesantissima critica a Virginia Raggi ci sono i sondaggi che evidenziano chiaramente la fragilità della Raggi e un consenso superato ampiamente dal dissenso. Dunque, nessun accordo ma un semplice calcolo politico: un candidato Pd, magari frutto delle Primarie, in modo tale da cavalcare l'onda della mobilitazione, avrebbe i numeri per superare il Movimento Cinque Stelle e conquistarsi un posto al ballottaggio contro il candidato (ancora fantasma) del centrodestra e quindi presentarsi al secondo appuntamento con le urne catalizzando il voto dei grillini contro la spauracchio delle “destre”.

Un calcolo tanto semplice quanto efficace, perché frutto di un tatticismo politico chiaro: da sola la Raggi non ce la fa e la sua debolezza è l'occasione buona per riprendersi quella parte di bacino di voti che guarda a sinistra ma che nel Pd non ha trovato più casa ed è stato costretto ad emigrare verso il Movimento. Quindi, invece di presentarsi al secondo turno chiedendo un voto “a favore” il Pd utilizzerà il voto della paura, quello che dovrebbe convincere gli elettori ad andare al voto per evitare “che Roma cada nella mani di Salvini e Meloni”. Aggiungendo il dato storico che al secondo turno gli elettori di centrodestra soffrono di una crisi da ballottaggio e quindi preferiscono le gite fuori porta al voto, il Campidoglio potrebbe essere riconquistato in due mosse. Altro che programmi e politica, la corsa per Roma 2021 si presenta come la massima espressione del tatticismo di sinistra.

Il dibattito di Ferragosto tra Goffredo Bettini, Roberto Morassut ed Enzo Foschi.

Anche qui la chiave di lettura è quella della liturgia Pd. Un dibattito che suona come la resa dei conti necessaria ad aprire una nuova fase. Perché è vero che la “mossa del cavallo” potrebbe dar ragione a Nicola Zingaretti ma il dibattito acceso e contrapposto ha come obiettivo principale quello di dare prova di esistenza in vita. D'altronde la macchina del Pd è da sempre a gasolio, per accenderla ci vuole un po' di tempo, prima di muoversi deve scaldarsi ben bene.