Roma

Comunali Roma, la delusione della Iena. Filippo Roma: "Zero idee, solo parole"

Il volto di punta del programma Mediaset: "Il Moralizzatore in questa città avrebbe un enorme lavoro"

di Alessio Garofoli

E' romano e di professione racconta scandali, alcuni relativi a questa città. Con Filippo Roma, volto di punta de Le Iene, si può quindi ragionare (in agrodolce) sulla situazione di Roma Capitale, anche alla luce delle prossime comunali.

Alle Iene ha esordito come il Moralizzatore. Chi c'è da moralizzare nella Capitale?

“Tutti. Dai sindaci che si sono susseguiti ai cittadini perché i problemi di Roma sono una concatenazione di cose che deriva dai vari strati della società. Io ad esempio ho fatto una serie di inchieste sulla raccolta differenziata: non funziona perché non la fa funzionare l'Ama, ma anche perché i romani non la rispettano. Insomma ci sarebbe da passare l'intera giornata a moralizzare tutti”.

Sforzo titanico e forse vano, conoscendo l'indole dei romani e le loro possibili risposte.

“Come no... ma certe reazioni colorite a volte sono anche divertenti”.

Tra poco si vota per il sindaco. Che prospettive vede?

“Questa domanda contiene la mia inquietudine da cittadino. Uno si aspetterebbe in un momento del genere di poter vivere di prospettive, e invece non ne vedo. Ci sono assenza di chiarezza e totale confusione. A parte la Raggi e Calenda non si capisce cosa vogliano fare i grandi partiti, che sono quelli che si contenderanno il Campidoglio, e questo non va bene. Vedo che come al solito prevale il tatticismo sulla ricerca del bene comune”.

La politica centrata sulla politica, e non sulla realtà.

“Nessuno osa rischiare e dire quello che vuole fare. E intanto Roma continua nel suo degrado. Ti faccio un esempio: io vado molto in bicicletta in questi giorni, sulla ciclabile sul Tevere. Ma possibile che una città come Roma, la più famosa della Terra, abbia la ciclabile che appena piove viene invasa dai fanghi del fiume perché non c'è manutenzione?”.

A proposito di candidati sindaco e di sortite da Iene. Che le è sembrato dell'uscita con cui Calenda ha raccontato la chiamata di Mastella per fargli appoggiare Conte?

“In periodi di crisi di governo, da che mondo è mondo e la storia ce lo racconta, gli accordi politici si sono sempre fatti. Con risultati più o meno apprezzabili, a volte catastrofici. Non sorprende quindi l'ipotetica telefonata di Mastella a Calenda per proporgli 'l'affare'. Apprezzo meno però la scelta del leader di Azione di sbandierare in pompa magna la suddetta telefonata in nome di un'osannata trasparenza. Se la pratica della telefonata con relativa proposta la si considera indegna e indecorosa basta liquidare chiudendo, evitando magari di alimentare teatrini di cui davvero non abbiamo bisogno. A volte ho la sensazione che questo concetto di trasparenza stia sfuggendo di mano e contribuisca a disegnare i contorni di una nuova pericolosa retorica: una specie di terza via, insieme a quella del populismo e del sovranismo. Ma questo è il momento del fare e della concretezza coraggiosa, non della confusione, della gara e dell'inutile chiacchiericcio buono solo a rinforzare quella che è definita la 'strategia del gattopardo' : cambiare tutto per non cambiare niente”.

Insomma pare che possiamo stare tranquilli: l'Urbe continuerà a fornire materiale a Le Iene.

“Su questo non c'è dubbio e menomale, ho da lavorare. Del resto io a Roma ho sempre avuto molto lavoro: con Alemanno, con Marino, questo per dire che non c'è soltanto la Raggi”.