Confessioni di uno scout: sesso, canne e nonnismo. I gay vengono cacciati
L'intervista a uno scout di 18 anni
Un giovane scout rivela la sua verità sui gruppi in un'intervista a Radio Cusano Campus.
“Una coppia faceva sesso, mentre noi ci facevamo le canne”. A raccontare la sua esperienza al campo scout è Marco, diciotto anni, nome di fantasia, che si è messo a nudo su Radio Cusano Campus, la radio dell'Università degli Studi Niccolò Cusano. Episodi di nonnismo e pochi controlli da parte dei capi scout, è questo il quadro che risulta dal racconto del giovane.
"Ci sono diverse sezioni negli scout, io appartengo a quella che si ritrova la domenica mattina per andare insieme a messa”, chiarisce. Nel gruppo Marco è entrato all'età di 8 anni, iniziando coi lupetti e poi passando al reparto. Tra gli 11 e i 15 anni si inizia con le escursioni, si montano le tende e si sta a contatto con la natura. Si comincia a parlare apertamente di sesso, ma “a quell'età non succede ancora niente”.
È nel clan che le esperienze cominciano a diversificarsi: “Ci sono ragazzi che a quell'età iniziano a fare uso di droghe leggere e poi le portano all'interno degli scout”. I capi controllano, dice Marco, ma non sempre si rendono conto di quello che succede sotto al loro naso. “Nei campi alcune volte i ragazzi vengono lasciati da soli. A me è capitato dalla mattina fino alla mattina del giorno dopo. In quel giorno, una coppia accanto a me, sempre all'interno degli scout, ha fatto sesso, mentre noi ci facevamo le canne".
L'omosessualità porta ad essere emarginati, “ma esiste”, come ricorda Marco, anche all'interno di questi gruppi cattolici. La tolleranza, però, è pari a zero: “Se c'è uno scout omosessuale viene fatto parlare con i capi, si cerca di capire se è vero o meno che sia gay”. Se il ragazzo ammette di essere dell'altra sponda viene immediatamente portato ad andarsene.
Oltre all'intolleranza, il nonnismo. “Quelli più grandi fanno fare tutto ai più piccoli”, racconta Marco, che per due anni si è allontanato dal gruppo per scappare dalle rappresaglie dei ragazzi più grandi di lui.