Roma
"Consegnare il Campidoglio al Cinque Stelle... e aspettare che falliscano"
di Fabio Carosi
"Consegnare con l'onore delle armi il Comune di Roma al Movimento Cinque Stelle e poi aspettare che l'azione di governo fallisca, un po' come sta accadendo a Livorno con la municipalizzata dei rifiuti in concordato preventivo. Quindi capitalizzare l'insuccesso alle prossime elezioni politiche per dimostrare al Paese l'inadeguatezza dei "ragazzi di Beppe Grillo".
Ecco come finirà la corsa per il Campidoglio, secondo un'insider che rivela un progetto neanche tanto segreto che vede sulla stessa linea il Pd renziano e il centrodestra a trazione "indecisa". Protagonisti del progetto "folle" sia il Pd che le anime del centrodestra rappresentate da Forza Italia e Fratelli d'Italia e Noi con Salvini.
Così c'è il rischio che i veri concorrenti per la corsa al Campidoglio siano solo tre: Marchini con la sua lista innamorata, Noi con Salvini che finirà per sganciarsi del blocco di destra presentando un candidato proprio e il vincitore in pectore, il Movimento Cinque Stelle.
La verità è che nessuno dei grandi partiti ha voglia di vincere le prossime comunali, o meglio: amministrare il caos di Roma, con il suo debito stratosferico, le ex municipalizzate come Ama, Risorse per Roma e Atac con i creditori alla porta e nessuna possibilità di investimento è una responsabilità che nessuno vuol prendersi. Anzi. Basta fare due conti per capire che la prossima consiliatura avrà di fatto le mani bloccate dai debiti e dal patto di stabilità che impedirà qualsiasi investimento.
E chi arriverà a fine primavera in Campidoglio dovrà prima di tutto tagliare. Una sforbiciata al sociale, una alle possibili ricapitalizzazioni delle partecipate e poi i servizi, a partire dal trasporto per finire con i rifiuti e con i 170 camion che ogni giorno partono da Roma verso impianti di generazione energetica che li aspetta a braccia aperte, per concludere con la manutenzione ordinaria.
A spingere verso i tagli sarà da una la gestione commissariale del debito che al 31 luglio scorso era di 13 miliardi e 570 milioni, dall'altra il pareggio di bilancio voluto da Marino, che ha spostato altri 600 milioni dal Comune alla gestione commissariale, facendo salire il monte debiti verso i 14 miliardi. A questo "due spicci" vanno sommati i debiti nascosti nella partecipate la ci stima al fine 2014 era di 3,8 miliardi. A ripianarli saranno tutti gli italiani, ma per i romani e Roma si aprirà dal prossimo anno una stagione di lacrime e sangue per via degli inevitabili tagli ai servizi sui quali nessun partito "strutturato" ha intenzione di metterci la faccia.
E' l'unica spiegazione all'attendismo del Pd che giusto il 30 novembre ha formalizzato al prossimo marzo l'avvio delle primarie, mentre ha annunciato che intorno a Natale partirà lo scouting dell'uomo da candidare e da "sacrificare". Anche a destra l'attendismo è di moda. Berlusconi è gelido con il manipolo dei romani che leggono i sondaggi che li danno intorno al 4 per cento e ha chiesto alla Meloni di provarci. L'ex ministro, ora presidente di Fratelli d'Italia legge anche lei i sondaggi e non fa altro che ripetere che non intende candidarsi.. a perdere. Meglio rimanere alla guida di un piccolo partito, piuttosto che ritrovarsi a capo dell'opposizione in Campidoglio. L'ultimo nodo da sciogliere è quello dei Salviniani. Anche due seggi potrebbero far gridare alla vittoria un partito che a Roma non c'è se non nelle idee, ragion per cui non ha intenzione di confermare il tris berlusconiano ma di correre da solo. In ogni caso sarà un successo.
Infine, anche Marchini è cosciente che amministrare Roma è un a missione impossibile ma ormai non può tirarsi indietro. Se la giocherà col Cinque Stelle, dividendosi i voti di ciò che resta dopo Marino nel Pd e dei "centristri di destra". Solo che a vincere, salvo miracoli sarà il Movimento e allora il cerchio si completerà. Un anno di governo di Roma e poi la Caporetto dei servizi coi romani "che quasi rimpiangeranno le giunte di centrosinistra" e i grillini coperti dagli insulti dei cittadini Alle politiche sarà gioco facile prendere il modello Roma e spenderlo pubblicamente per ridimensionare il Cinque Stelle. A Renzi basterà non mettere mano alla legge per Roma Capitale e chiudere il rubinetto aperto solo per il Giubileo. E il cerchio sarà chiuso.