Roma
Conservare la fertilità in caso di tumore al seno. L'intervento “anti chemio”
Il primo intervento di prelievo e conservazione del tessuto ovarico è stato effettuato su una ragazza di 25 anni
Preservare la fertilità quando si può sopravvivere al tumore sottoponendosi a cure chemioterapiche, attraverso il prelievo e la conservazione del tessuto ovarico.
Il primo intervento di questo tipo è stato effettuato su una ragazza di 25 anni, colpita da un tumore mammario, presso l'ospedale di Grosseto. Questa procedura, altamente innovativa, ad oggi, è stata effettuata in poche centinaia di casi e rappresenta un passo avanti importantissimo nella presa in carico complessiva delle donne in età fertile, colpite da tumore alla mammella, anche per quanto riguarda il loro futuro e il loro ritorno alla normalità.
Nel caso delle paziente grossetana, il prelievo e la conservazione del tessuto ovarico, una volta terminate le cure e superata la malattia, le permetterà, se sarà necessario, di effettuare un reimpianto e ottenere cellule sane per una possibile gravidanza.
La chemioterapia preoperatoria cui si è sottoposta, infatti, comporta il rischio di ledere la funzione ovarica e quindi la fertilità. Secondo le stime questo avviene in circa il 20% di donne con età inferiore a 30 anni e fino all’80% in donne di 40 anni).
Data la giovane età della paziente e la necessità di iniziare quanto prima la chemioterapia, è stato attivato il percorso multidisciplinare della “onco-fertilità”, una rete integrata che coinvolge, oltre all’Oncologa, il Dipartimento di Chirurgia, la Ginecologia e Ostetricia, il percorso per la Gravidanza del Misericordia e il Centro per la PMA dell’ospedale di Cortona, la struttura di riferimento per tutta la Asl sud est.
Come spiega il dottor Carmelo Bengala, direttore dell’Oncologia medica dell’ospedale di Grosseto, “in questa situazione il fattore tempo l’efficienza e il coordinamento del percorso, rivestono un ruolo fondamentale. Il caso è stato discusso con il dottor Enrico Colosi, responsabile della Rete per la Gravidanza e parto fisiologico della Asl, con il professor Luca Mencaglia, direttore della Rete PMA della Asl, e con il dottor Fabrizio Signore, direttore della di Ginecologia e Ostetricia dell’ospedale di Grosseto.
E' stato quindi deciso di effettuare, prima della terapia, il prelievo di tessuto ovarico da congelare e conservare per un possibile impiego futuro. L’intervento in laparoscopia è stato eseguito dal dottor Signore e il tessuto prelevato è stato inviato al Centro PMA di Cortona per essere congelato e conservato. Il tutto, in una settimana, dopodiché la paziente ha potuto iniziare la chiemioterapia.
Oltre al prelievo di tessuto ovarico, la paziente grossetana verrà trattata anche con una terapia ormonale di preservazione della fertilità mediante terapia ormonale somministrata durante tutta la durata della chemioterapia per limitare la compromissione della funzione ovarica. La sola terapia medica riduce il rischio di sviluppare sterilità dal 25% al 8%, mentre il tessuto ovarico congelato rappresenta comunque una ulteriore garanzia nel caso in cui la terapia ormonale da sola non riesca preservare la funzione ovarica fisiologica.
Considerando che circa l’11% delle nuove diagnosi di tumore della mammella riguardano donne con età inferiore a 40 anni e che la percentuali di guarigione sono tra il 40 ed il 95% a seconda dello stadio e delle caratteristiche del tumore, diventa fondamentale garantire ai pazienti la massima possibilità di procreazione negli anni futuri”, conclude Bengala.
La prevenzione dell’infertilità giovanile indotta dai trattamenti antineoplastici e il successivo supporto procreativo dei soggetti guariti, è una tematica di grande rilevanza socio-sanitaria, che sta richiamando sempre più l’attenzione degli specialisti e degli organismi deputati alla gestione e programmazione sanitaria.
In Italia, ogni anno, circa 8-9 mila persone sotto i 40 anni, si ammalano di tumore e si sottopongono a terapie farmacologiche, terapie radianti e a interventi chirurgici che possono limitare la loro futura capacità riproduttiva. Tra questi tumori, i 2/3 insorgono nella donna e circa il 40% sono tumori della mammella, mentre tra i giovani maschi prevalgono i tumori del testicolo ed i linfomi.