Roma
Consiglio Regione Lazio: il 90% delle leggi è inutile senza decreti attuativi
Il caso Catalent è la punta dell'iceberg dell'inefficienza dell'assemblea degli eletti. La ricostruzione del consigliere FdI, Aurigemma
La Regione Lazio è protagonista di un paradosso: un ente che legifera con il 90% degli atti prodotti che rimangono lettera morta. A fermarne al palo l'esecutività, l'assenza dei regolamenti attuativi che trasformerebbero le leggi prodotte dal consiglio regionale da mero esercizio stilistico a veri e propri strumenti di intervento per i cittadini del Lazio.
Un esempio su tutti, la Legge Regionale n. 13 del 19 luglio 2019 - Disciplina delle aree ad elevato rischio di crisi ambientale, che avrebbe potuto rappresentare una grande opportunità per la salvaguardia e la tutela di ambiente e territori, invece a distanza di 3 anni emerge, a seguito dell'attività ispettiva del consigliere regionale di Fratelli d’Italia Antonello Aurigemma, che la legge è ancora inapplicabile in quanto mancano le linee guida ed il regolamento attuativo necessari.
Il caso Catalent è la punta dell'iceber g
Una stagnazione che porta tra l'altro sotto i riflettori tutte le incongruenze di una norma nata per tutelare aree ad alto rischio come ad esempio la Valle del Sacco e che invece rischia di diventarne la sua condanna a morte definitiva. Grida vendetta il caso della “Catalent”, la multinazionale farmaceutica che ha deciso di disinvestire 100 milioni di dollari previsti sullo stabilimento di Anagni, dopo che da oltre un anno attendeva un’autorizzazione ambientale mai arrivata.
Da quanto emerge dalle risposte del Presidente Zingaretti alle interrogazioni presentate, oltre alle molte dichiarazioni di intenti che però ancora non si traducono in azioni concrete, lo stallo è nella impostazione dei S.I.N. (siti di interesse nazionale) dove non rientrerebbero zone già contaminate, come appunto la Valle del Sacco, ma solo quelle che ancora devono essere oggetto di accertamento. Cosa garantirebbe perciò che aree di questo tipo, non vengano ulteriormente depredate con la realizzazione di nuovi impianti, costruzioni o comunque attività che potrebbero contribuire ad aggravarne irrimediabilmente le condizioni?