Roma
Coprifuoco Roma, Lega e Calenda contro Gualtieri: "Ordinanza inutile"
Confartigianato Roma attacca il sindaco: "La movida non si risolve chiudendo i minimarket"
La decisione di chiudere i minimarket alle 22 al Centro di Roma presa da Gualtieri sta scatenando le reazioni degli avversari politici: "Ordinanza superficiale". Confartigianato tuona: "Così si spegne la città".
L'ordinanza per contrastare la mala movida del centro è stata firmata ieri sera dal sindaco Gualtieri e obbliga i minimarket e i negozi alimentari dei Municipi I e II ad abbassare le serrande, nel weekend, alle ore 22 per vietare la vendita di alcool e alimentare assembramenti e movida per le vie del Centro. Un provvedimento che resterà in vigore per un mese.
Lista Calenda: "Provvedimento superficiale"
Fra le istituzioni alcune hanno espresso perplessità sulla decisione presa dal comune. La Lista Calenda ha commentato così l'ordinanza: "L'ordinanza emanata dal sindaco Gualtieri per i territori del I e del II Municipio è un provvedimento superficiale e temporaneo che rischia di nasconderealtra polvere sotto il tappeto senza entrare nel vivo del problema". I consiglieri hanno poi aggiunto: "Chiudere gli esercizi di vicinato del settore alimentare e misto durante il fine settimana, dalle ore 22 alle 5 del giorno successivo fino al 6 marzo, ha il sapore di un misero e dovuto risarcimento alle istanze degli organi politici territoriali che, insieme ai cittadini e agli esercenti, sottolineano problematiche invece ben più cogenti. L'amministrazione non può continuare ad affrontare il tema movida a colpi di ordinanza: servono provvedimenti amministrativi più efficaci, duraturi e soprattutto condivisi con l'opposizione e con i territori. Mettiamoci tutti seduti intorno a un tavolo e decidiamo qualcosa di più corposo in vista delle stagioni primaverile ed estiva - propone la lista Calenda -, quando locali e strade saranno ancor più frequentati e dovremo comunicare informazioni chiare ai cittadini e regole definite agli esercenti".
Lega: "Provvedimento calato dall'alto senza ascoltare i commercianti"
Fabrizio Santori, consigliere della Lega, concorda con la Lista Calenda sulla "superficialità del provvedimento" e aggiunge: "Chiudere i minimarket in anticipo nei fine settimana è un passo, ma da solo questo provvedimento non inciderà in modo significativo sul micidiale mix di malamovidae contagi che avvelenano le notti della Capitale, e non soltanto nel I e nel II Municipio. Ci chiediamo infatti anche che cosa accadrà negli altri Municipi". Santori ha poi aggiunto: "L'ordine del sindaco ha delle falle: non vale per le associazioni culturali, alcuni tra i luoghi dove è facile siverifichino assembramenti e caos esattamente come nei minimarket. Ecco dunque un altro provvedimento calato dall'alto senza ascoltare le associazioni dei commercianti e le loro proposte inviate anche al prefetto. Peraltro le Commissioni capitoline, che esistono apposta per affrontare e dirimere preliminarmente le problematiche che investono l'Amministrazione e con essa l'intera città, non hanno minimamente aperto al confronto con le realtà del territorio"
Confartigianato: "Chiudendo non si risolve il problema ma si crea incertezza"
Se l'ordinanza di chiudere anticipatamente gli esercizi commerciali del settore alimentare è stata accolta positivamente da Confcommercio e Fiepet Confesercenti, non è dello stesso parere la Confartigianato. Andrea Rotondo, Presidente di Confartigianato Roma, ha dichiarato: "E' difficile pensare che il problema della mala movida si risolva chiudendo in anticipo gli esercizi di vicinato alimentare, senza pensare ad un massiccio piano di controlli da parte delle forze dell'ordine, alla scarsa offerta culturale della nostra città e alle disfunzioni sociali e culturali alla base dialcuni comportamenti collettivi dopo due anni di pandemia. Chiudere le attività, vuol dire spegnere la città e aumentare l'insicurezza". Confartigianato ha poi concluso: "Se il problema sono i minimarket, allora è necessaria un'azione piu complessa sul commercio al dettaglio in sede fissa. Il Comune potrebbe definire con il Piano del commercio precisi e stringenti indici qualitativi, elaborando una progettualità che tenga conto, in via prioritaria, delle esigenze commerciali dell'area in termini di servizi per l'utenza e incentivando le Reti di imprese tra attivita economiche sustrada, con l'obiettivo, magari, di destinare anche una parte della tassazione prodotta nel territorio almantenimento del decoro, alla sicurezza e alla valorizzazione economico-sociale dei contesti".