Roma
Coronavirus: 1,5 mln di italiani finirà in quarantena. Sarà lockdown indotto
L'Italia entro due settimane entrerà in unlockdown indotto per effetto della quarantena dei positivi. Sileri: “In 15 giorni potremmo avere 1,5 milioni in casa"
di Valentina Renzopaoli
Il lockdown è garantito. E non sarà l'ennesimo Dpcm con le nuove misure anti Covid ha stabilire il “coprifuoco” o lo stop alle attività: le regole che già esistono produrranno, nel corso delle prossime settimane, un ”lockdown indotto”. O, quantomeno, tanti lockdown localizzati.
È inevitabile: basta pensare ai numerosi focolai che si sono accesi nell'ultimo mese e alla loro attitudine alla concatenazione: l'effetto moltiplicatore dei positivi al virus ottiene come risultato, la classica catena di Sant'Antonio.
A partire dal cluster delle scuole o dei centri sportivi per bambini, ciascun focolaio ha il potere di generarne un altro come tanti anelli di una catena. C'è da ipotizzare che un giro di quarantena ce lo faremo tutti.
Lo stesso Vice Ministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, nel corso della puntata di giovedì di Piazza Pulita, ha prospettato l'eventualità che nelle prossime settimane possano finire in quarantena un milione e mezzo di persone in Italia. Ha spiegato Sileri: “Oggi abbiamo circa 5mila contagiati ma nelle prossime settimane potremo arrivare probabilmente a 10mila; se si tiene conto che che per ciascun positivo, in media si mettono in quarantena dalle 5 alle 10 persone, significa che ogni giorno e per 14 giorni avremo in quarantena 70/80mila persone. Quindi, potremo arrivare in 15 giorni ad avere un milione, un milione e mezzo di persone isolate a casa”.
Facciamo qualche esempio: se in una scuola materna, una maestra viene trovata positiva al Coronavirus, tutta la sezione viene messa in quarantena e i bimbi rimangono a casa. È prevedibile che quelle bimbe e quei bimbi abbiamo dei fratelli che, a loro volta, frequentano una scuola. Ecco allora che anche le classi di quei fratelli potrebbero finire in quarantena e così i loro genitori, e i loro nonni, che a loro volta hanno frequentato uffici, negozi, parenti. In un batter d'occhio, mezzo quartiere finisce nell'occhio del ciclone e nell'incubo del contagio.
Praticamente tutti i ragazzi fanno sport: giocano a calcio, pallavolo, karate. Se uno di loro viene trovato positivo al Covid e, magari, il week end precedente ha partecipato ad un torneo, la sua squadra e quella avversaria finiranno in quarantena. E, anche in questo caso, sono a rischio la frequenza a scuola e le attività dei genitori.
La possibilità di utilizzare il tampone “a tappeto” e di effettuare test rapidi - nonostante le difficoltà da più parti denunciate, i ritardi e le ore di attesa - consentono di avere uno screening della popolazione molto più esteso rispetto a qualche mese fa. Dunque, è molto più probabile far emergere “casi”, anche asintomatici, che la scorsa primavera sarebbero passati inosservati. Casi che, oggi, quando vengono segnalati, devono rispettare, appunto, i 14 giorni di isolamento.
Per questo, c'è davvero da ipotizzare che un giro di quarantena ce lo faremo tutti.