Roma
Coronavirus, a Roma e nel Lazio va tutto bene. Parola di Zingaretti e D'Amato
Il presidente della Regione e l'assessore fanno il punto sulla pandemia nel Lazio: curva in discesa, più Uscar attivate di quelle previste e nuovi investimenti
Coronavirus, a Roma e nel Lazio va tutto bene. Parola di Nicola Zingaretti e Alessio D'Amato: il presidente della Regione e l'assessore alla Sanità schivano come il miglior Muhammed Ali tutti i “ganci” sferrati dell'emergenza sanitaria, tracciando così un quadro che, al momento, sembrerebbe perfetto.
E così una conferenza stampa convocata stranamente di sabato mattina per fare il punto sulla situazione sanitaria nel Lazio, diventa l'occasione per Zingaretti e D'Amato di elogiare il loro operato, annunciare nuovi investimenti e sferrare qualche frecciatina ai “nemici” del Comune di Roma, che a pochi mesi dalle elezioni comunali non fa mai male.
D'Amato dal via alle danze iniziando a sciorinare i numeri della Regione: “L'indice Rt è ancora sotto l'1, a 0,88 per la precisione. È uno dei più bassi a livello nazionale e il più basso tra le grandi regioni. Stesso discorso per l'incidenza per 100milla abitanti, per il trend dei casi assoluti e per il numero dei focolai”. Poi la notizia che forse sorprende: la classificazione del Lazio passa da “rischio alto” a “rischio moderato”. E allora giù di nuovi elogi all'operato della Regione: “Per la prima volta passiamo a rischio moderato. Questo è stato possibile grazie alle misure che abbiamo adottato. Su tutti quello del numero di casi testati per abitanti, dove il Lazio è la prima regione in Italia. Presto metteremo in campo i test salivari dopo la validazione dello Spallanzani. Avranno la stessa funzione del tampone rapido”.
Per quanto riguarda il vaccino Covid, la Regione sta già preparando un piano di distribuzione e somministrazione. Per questo motivo venerdì la Giunta Zingaretti ha approvato un piano da 620mila euro per l'acquisto di congelatori per le dosi di vaccino, così da garantire la catena del freddo.
La conferenza stampa è stata l'occasione anche per annunciare due nuovi investimenti da quasi 100 milioni di euro. Il primo riguarda la sanità del futuro: 53 milioni per tecnologie e sistemi informativi, il più grande investimento nelle tecnologie mai realizzato nel Lazio. Questi milioni andranno, distribuiti tra le dieci Asl della Regione, andranno ad implementare l'attività di telemonitoraggio e telesorveglianza a distanza, ora per il Covid ed in futuro per altre malattie.
Il secondo investimento riguarda invece uno dei tasti dolenti della Regione Lazio, ovvero le liste d'attesa. Stanziati 46 milioni di euro che serviranno per garantire l'apertura straordinaria di presidi sanitari la sera e nei weekend, oltre l'ottimizzazione di spazi e personale. L'obiettivo, a dir poco irrealizzabile visto i ritardi riscontrati nelle ultime settimane, di Zingaretti e D'Amato è quello di recuperare il 90% delle prestazioni entro fine anno.
Tirato in ballo il problema delle Uscar, le unità speciali istituite dal Governo, D'Amato attacca chi critica la Regione di non averne attivate a sufficienza: “Abbiamo attivato 250 Uscar a fronte delle 112 richieste dal Governo”. L'assessore poi passa al contrattacco: “Dal 16 agosto ad oggi, tra medici e operatori sanitari che fanno parte delle Uscar e fanno visite a domicilio ai malati Covid, non è stato riscontrato nessun caso positivo”.
Capitolo assembramenti, l'assessore alla Sanità si è scagliato contro il Comune di Roma per aver permesso venerdì l'apertura del nuovo centro commerciale Maximo: sulla Laurentina "Ognuno ha dei compiti specifici, in questo caso sono del sindaco e dell'amministrazione comunale. Non andava autorizzata l'apertura in un giorno topico per le attività commerciali come il 'black friday'. E' un errore molto grave".
La parola passa a Zingaretti, che torna a vestire i panni del presidente della Regione limitandosi anche lui ad elogiare le misure prese: “Le regole funzionano. Solo rispettandole si può contenere la curva pandemica prima che arrivi il vaccino. Sono contento di aver detto no ai tifosi allo stadio o ad eventi sportivi di massa, questo no perché sono contro lo sport ma perché pensavo fosse un errore. Quel mio no ha salvato la situazione e contribuito a contenere la pandemia. È solo combattendo così il virus che si potrà ritornare a vivere e a far ripartire l'economia. Noi siamo riusciti a limitare i problemi”.
La mossa “va tutto bene” però rischiava di diventare un'arma a doppio taglio e così Zingaretti ha poi iniziato ad avvisare i cittadini che il virus non è ancora stato sconfitto, iniettando una sana dose di terrore e avvertimenti: “La curva cala, ma il numero di vittime, di nuovi casi e di ricoveri è ancora alto. Non bisogna abbassare la guardia. Ci stiamo preparando sfida delle prossime settimane. Lo dico con grande rispetto delle festività natalizie: attenzione agli assembramenti, alle file, ai luoghi frequentati al livello di massa. Questa fase non è finita, dobbiamo continuare a combattere, ma ora continuiamo a rispettare le regole”.
Tutto appare perfetto, ma se i ricoveri continueranno ad aumentare come dice Zingaretti c'è il rischio che si ripresenti l'emergenza posti letto. A metterci una toppa ci pensa subito D'Amato, annunciando che è allo studio un piano in vista di una futura terza ondata: “La rete è formata da 5300 posti letto tra ordinari e terapie intensive che per il momento stanno rispondendo bene, ma ci stiamo preparando ad un ulteriore potenziamento”.