Roma

Coronavirus, cacciato l'M5S Barillari. “Non lascio, no a Salvini e Meloni"

Terremoto nell'M5S del Lazio. Per un sito galeotto sul Covid-19 cacciato il consigliere Davide Barillari: "Non mi dimetto"

di Fabio Carosi

Coronavirus, cade la prima testa del Movimento Cinque Stelle alla Regione Lazio. I probiviri hanno decretato l'espulsione di Davide Barillari, classe 1974, eletto nel 2018.

Da tempo in conflitto col Movimento per non aver mai digerito l'asse Pd-M5s e le affettuosità politiche tra la “zarina” Roberta Lombardi e lo “zar” Nicola Zingaretti, Barillari ha sfidato le ire del Gruppo M5S mandando on line un sito di informazione sulla sanità regionale e sul Covid-19 che ha mandato su tutte le furie sia il Pd che il Movimento. Da qui il deferimento e la cacciata.

Consigliere Barillari, ne ha combinata un'altra delle sue. Un bel sito internet che somiglia a quello della Regione Lazio che le è costato una denuncia alla Polizia Postale e forse l'espulsione dal Movimento Cinque Stelle. Ma l'obiettivo di questa iniziativa?

“La notizia di oggi è che domani non sarò più un consigliere regionale del Movimento. Domattina, in video conferenza, mi verrà notificata ufficialmente l'espulsione”.

Dunque è finta la sua avventura nel regno della democrazia partecipata?

“La questione del sito è semplice: avrei dimostrato volentieri alla Polizia Postale che il sito non era istituzionale ma che era un sito che dava informazioni sulla mia attività, sulla Regione Lazio e sulla vicenda Covid. Nessun contenuto strano o fraudolento. Il dominio era libero e l'ho acquistato. La gente non si confonde per un nome. E' un altro sito come altri che fa in informazione, che serviva e che mancava”.

Ma si può essere espulsi per aver mandato on line un sito?

“La motivazione ufficiale è stata un pretesto. La verità è che io non mi sono mai allineato e ho sempre fatto opposizione a Zingaretti e ora do fastidio alla Lombardi. Zingaretti ha ordinato la mia espulsione e la Lombardi ha obbedito. Finisce cosi”.

Da consigliere non più 5 Stelle cosa farà?

“Non passero in alcuna forza politica, ho ricevuto offerte della Lega; Salvini mi ha chiamato e ci ho parlato. Andrò nel Gruppo Misto e poi valuterò se dimettermi. Ho avuto un mandato dai miei elettori e cercherò di capire. Magari creerò io un movimento politico nuovo. Ma non penso di dimettermi perché questa battaglia va avanti. Se dovessi lasciare ci sarebbe un combattente in meno”.

Che c'è rimasto del primo M5S?

“Dal basso sono rimasti portavoce comunali e attivisti che credono in valori di 10 anni. Dai parlamentari ai capibastone hanno svenduto l'anima e i valori a Lega e Pd . La nostra base è demotivata e quelli che sono rimasti sono come gli ultimi giapponesi. Basta guardare le chat interne pr capire come siamo cambiati”.

Secondo lei l'emorragia di voti dell'M5S continuerà?

“E' inevitabile, qualcosa siamo riusciti a ottenerla ma i prezzo è la perdita di coerenza e identità. Non c'è più nessun motivo per votare 5 stelle”.

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