Roma
Coronavirus, Conte dimentica le case popolari: con la crisi picco di richieste
Le misure del Governo sostengono coloro che hanno maggior capacità di far arrivare il loro grido di dolore, non i più miserabili. L'analisi di Cristina Grancio
di Cristina Grancio *
Nelle diverse misure del Governo adottate, in emergenza Coronavirus, a sostegno degli italiani hanno prevalso quelle dirette verso coloro che hanno maggior capacità di far arrivare il loro grido di dolore, mentre quelli che versano in condizioni più miserabili per la loro triste sorte non riescono nemmeno a gridare, non hanno avuto la stessa attenzione, con grave mancanza da parte delle Istituzioni che sarebbero dovute partire proprio dagli ultimi.
Questa riflessione prende le mosse da un post su Facebook scritto da una consigliera del Municipio 3, Anna Punzo, che ho avuto modo di conoscere negli anni addietro alle elezioni amministrative, in quanto lavorava e lavora come commercialista nelle aree disagiate delle case popolari. Facebook in questi mesi di quarantena forse ha accentuato la sua carica di punto di incontro dei disagi emotivi, ma ciò che scrive la Consigliere municipale trasmette il suo sconcerto e al contempo la sua empatia che la stessa adopera nell’aiutare le persone che a lei si rivolgono, temendo lei stessa di divenire solo uno dei numeri del totale del fallimento avendo toccato con mano che per molti non ci sarà futuro tanto da percepire che più di qualcuno potrebbe commettere gesti estremi. L’angoscia che la assale vorrebbe farle gettare la spugna, scrive, per paura del senso di colpa di non aver potuto fare di più per evitare quel ultimo gesto estremo.
La lettura di questo post accompagna quella delle misure e delle iniziative del prossimo decreto che il Governo adotterà per il sostegno alla crisi Emergenza Coronavirus e ci si rende conto di quanto lontano dalla realtà della sofferenza siano certe parti delle Istituzioni, che preferiscono stanziare fondi anche per le vacanze, senza pensare che in vacanza ci si potrà andare, forse a prescindere dall’aiutino, ignorando, invece, la predisposizione di un serio intervento nel programma di edilizia residenziale pubblica a sostegno di quella miriade di persone che si troveranno a breve a non poter sostenere gli affitti.
L’organizzazione mondiale del lavoro stima che per l’Italia ci saranno 60.000 italiani che potrebbero perdere il lavoro se l’emergenza non dovesse rientrare entro giugno, questo significherebbe che nei mesi a seguire parte di queste famiglie si troveranno ad allungare la lista degli aventi diritto alle case popolari, settore che è stato totalmente dimenticato. Si è pensato agli incentivi per le biciclette, ma ci si è dimenticarsi del diritto all’abitare. Questo significa non solo essere fuori dalla realtà di cosa succederà a breve, ma altresì quello di essere lontani dalla concezione che l’accesso alla casa è funzionale al godimento degli altri diritti umani ed è uno strumento imprescindibile per combattere l’emarginazione sociale e la povertà. Gli ultimi fra gli ultimi non sono stati ascoltati e sono stati dimenticati eppure sul sostegno agli ultimi è imperniata tutta la nostra Costituzione che, però, ultimamente sembra non interessare molto e visti i recenti accadimenti sul fronte del ministero della Giustizia sorge spontaneo domandarci se forse il Governo non abbia pensato che agli ultimi ci provvederà la mafia
* Cristina Grancio, consigliere DemA Gruppo Misto