Roma
Coronavirus, Die Welt: Fara Eurispes: “La mafia abita anche in Germania”
Il Die Welt sull'Italia scatena le reazioni. “Fara, Eurispes: "Sulla mafia gli amici tedeschi sono diventati molto competenti”
Coronavirus, la bufera sul quotidiano Die Welt per il titolo “La mafia aspetta i nuovi soldi dall'Ue scatena l'ira del presidente dell'Eurispes, Gian Maria Fara che replica durissimo: “La mafia ha trovato casa anche in Germania”.
Scrive Fara in una lunga nota: “Alcuni organi di informazione tedeschi, sollecitando la signora Merkel a non cedere sul fronte dei corona-bond, ci informano che le mafie italiane altro non aspettano che l’arrivo della pioggia di soldi europei per arricchirsi ulteriormente. Occorre dire che gli amici tedeschi sono diventati molto competenti in materia, considerando che da decenni ospitano, con soddisfazione, gli interessi delle principali organizzazioni mafiose italiane, ma non solo”.
La Germania e il contrasto alla mafia
Prosegue Fara: “Parlando della Germania, alla famosa frase “Pecunia non olet”, pronunciata da Vespasiano in risposta al figlio Tito che criticava la tassazione dell’urina raccolta nelle latrine gestite da privati, si potrebbe anche aggiungere “Pecunia non nocet”. Nonostante gli allarmi lanciati dalla nostra Magistratura e dalle nostre Forze di polizia, che segnalavano nel corso degli anni la penetrazione e il radicamento degli interessi mafiosi nella economia tedesca, i nostri amici tedeschi si erano ben guardati dal contrastarne la presenza e la pervasività”.
Il Pil tedesco e il riciclaggio. La strage di Duisburg
Ancora Fara: “Pecunia non olet”, appunto. E i miliardi del riciclaggio dei proventi da traffico di droga, di armi e delle più diverse attività criminali a livello internazionale contribuivano alla crescita del Pil e della potenza economica germanica. Ci volle la strage di Duisburg per far capire ai mezzi di informazione e all’opinione pubblica che la mafia aveva trovato casa (accogliente) in Germania. E, tuttavia, non pare siano state mai prese misure serie per contrastarne la presenza. Veniamo descritti come il Paese della mafia, ma si dimentica di segnalare che siamo anche il Paese che più la combatte, e che in questa lotta ha perso centinaia di magistrati, uomini delle Forze dell’ordine, esponenti politici e delle Istituzioni, giornalisti, sacerdoti, semplici cittadini. Altri si sono ben guardati dal riconoscere la gravità dell’inquinamento o dal predisporre adeguati strumenti di contrasto. In Italia – a differenza di altri paesi come, per esempio, la Germania – la Magistratura è completamente indipendente dal potere politico, l’azione penale è obbligatoria. Come tutti sanno, le mafie preferiscono operare in paesi dove i controlli sono blandi e le economie accoglienti; che non dispiegano efficaci e puntuali azioni repressive e non conoscono la figura dell’associazione mafiosa e il concorso esterno; e dove neppure si prevedono particolari controlli, in fase preventiva, di appalti pubblici o sull’origine dei capitali e sulle partecipazioni societarie”.
Conclude il presidente dell'Eurispes: “Noi non nascondiamo la polvere sotto il tappeto dell’interesse nazionale. Noi affermiamo i princìpi dello Stato di diritto in ogni circostanza e ad ogni costo, senza celare le magagne di casa nostra. Ed infine, nonostante tutto, i tedeschi pensano di poterci dare lezione su un fenomeno sul quale (volendo) hanno tutto da imparare da chi lo ha sempre combattuto veramente a proprie spese”.