Roma

Coronavirus e mascherine, farmacie contro Arcuri: “Non siamo speculatori”

Federfarma risponde alle accuse del commissario straordinario dell'emergenza Covid-19: "Ecco la verità, multate solo lo 0,15% delle farmacie"

Coronavirus e mascherine introvabili, è scontro di fuoco tra Federfarma e Domenico Arcuri. Per il commissario straordinario all'emergenza Covid-19 la poca disponibilità di dpi è colpa delle farmacie e scoppia la rivolta: “Ecco la verità, noi non siamo speculatori”.

 

“È arrivato il momento di raccontare tutta la verità sulla storia delle mascherine”, scrive in un messaggio Vittorio Contarina, presidente di Federfarma Roma e Federfarma Lazio e vicepresidente di Federfarma nazionale, che ha deciso di intervenire per “fare chiarezza, una volta per tutte, anche a seguito delle pesanti accuse da parte del commissario Domenico Arcuri, che ha incolpato farmacie e distributori della mancanza di mascherine”. Nelle farmacie, infatti, le mascherine di nuovo non si trovano. Soprattutto dopo che il prezzo è stato fissato a 50 centesimi più Iva.

"Il problema non è ancora risolto - spiega - perché a due settimane dall'accordo le famose mascherine della Protezione Civile, se arrivano, arrivano col contagocce. Il motivo è semplice. Troppi controlli, troppe regole, margini troppo bassi per chi le produce e per chi le importa, che ovviamente preferisce, per guadagnare di più, 'dirottarle' verso altri Paesi come la Spagna, dove il prezzo finale delle mascherine è stato fissato a circa 1 euro. Il risultato: in questi Paesi hanno le mascherine, noi no", evidenzia Contarina, che rimarca: "E in tutto questo qualcuno ha anche il coraggio di dare la colpa ai farmacisti italiani accusandoli addirittura di nasconderle per motivi economici".

Nei giorni scorsi, dopo che alcuni esponenti politici delle opposizioni ne avevano richiesto le dimissioni, il commissario Arcuri si era difeso riguardo la scarsa disponibilità di mascherine puntando il dito contro farmacie e distributori: "La colpa non è mia ma di distributori e farmacisti. Non sono io a dover rifornire i farmacisti. Il commissario rifornisce regioni, sanità, servizi pubblici essenziali e, dal 4 maggio, anche i trasporti pubblici locali e le Rsa, pubbliche e private. Tutto a titolo gratuito. Le farmacie non hanno le mascherine perché due società di distribuzione hanno dichiarato il falso non avendo nei magazzini i 12 milioni di mascherine che sostenevano di avere. L'unica mia 'colpa' è di non aver voluto 'sanare' mascherine prive di autorizzazioni che i responsabili della distribuzione avrebbero voluto mettere in commercio".

La ricostruzione fatta dal presidente di Federfarma Roma e Federfarma Lazio è però differente: “Sin dal primo momento della crisi il forte aumento di domanda di mascherine, oltre a causare una drammatica carenza su tutto il territorio nazionale, ha comportato un aumento vertiginoso dei prezzi alle farmacie, che si sono trovate a dover acquistare dai fornitori le mascherine a un costo 10 volte superiore a quello usuale. Questo fatto ha comportato inevitabilmente un aumento del prezzo delle mascherine anche all'utente finale che, ignaro della speculazione a monte della filiera, se la prendeva con i farmacisti al banco, sempre che fosse così fortunato da trovare una farmacia che ne fosse provvista”.

"Successivamente – continua – sono arrivati i necessari controlli da parte dei Nas e della Guardia di Finanza, a tappeto in tutta Italia, anche più volte a farmacia, al fine di controllare i prezzi e le modalità di dispensazione delle mascherine". E "poi è arrivata la querelle dei certificati: veri, falsi, verosimili, non autentici, non accreditati. Ma chi fa entrare in Italia queste mascherine non dovrebbe avere il compito di controllare questo aspetto? Nel frattempo, i farmacisti si ammalavano e morivano, perché costretti a lavorare senza protezioni in situazioni drammatiche. Sì, perché le mascherine non le avevamo nemmeno per noi", ricorda. Nelle scorse settimane è stato siglato l'accordo con il commissario Arcuri, ma la querelle sulle mascherine non si è conclusa, anzi.

"Siamo stati additati da molti come approfittatori e affamatori del popolo, ma anche in questo caso, dai controlli effettuati dalle forze dell'ordine, si contano sulle dita di una mano le multe elevate nei confronti dei farmacisti per atteggiamenti speculativi. Siamo sull'ordine di una trentina di casi su 19.000 farmacie in Italia. Lo 0,15%", prosegue ancora Contarina.

"Ma si sa, ai tempi dei social basta far girare uno scontrino di un farmacista scorretto che nel giro di un giorno fa il giro del web, così sembra che tutti i farmacisti d'Italia siano degli approfittatori. Per questo - conclude Contarina - Federfarma ha deciso di cacciare dal sindacato queste sparute mele marce e di costituirsi parte civile nei confronti di questi colleghi in un eventuale processo nei loro confronti".