Roma
Coronavirus, emergenza trasparenza. "Vogliamo controllare le spese di Arcuri"
La fondazione Openpolis scrive al commissario Arcuri: “151 atti urgenti ma la trasparenza non è sufficiente"
Emergenza Coronavirus: dall'inizio della pandemia conclamata le istituzioni italiane hanno emanato la cifra record di 157 atti ufficiali. In testa c'è il ministero della Sanità, seguito dalla Protezione Civile e dal Consiglio dei ministri, ma la trasparenza dei provvedimenti non è ancora sufficiente.
Anzi. Proprio sugli atti della Protezione Civile e sulla promessa del Commissario Straordinario Arcuri di rendere pubblici i numeri relativi alle spese, la fondazione “Openpolis” solleva forti perplessità. Da sempre in prima linea nell'analisi della pubblica amministrazione, Openpolis chiede ad “Arcuri, Borrelli e Cannarsa di rendere pubblici i contratti stipulati per far fronte all'emergenza, perché la trasparenza non è un ostacolo ma un presupposto di buona amministrazione”.
Scrive Openpolis: “Il 31 marzo gli uffici del commissario Arcuri hanno pubblicato online la Mappa dei materiali distribuiti alle Regioni, iniziativa significativa che lo stesso Arcuri si è impegnato a migliorare inserendo anche tutti i dati sugli acquisti, con dettaglio su fornitori, quantità, sconti e modalità di ingaggio. Se lo sforzo è da apprezzare, il rischio che a dichiarazioni molto promettenti seguano rilasci di dati insufficienti o scarsamente riutilizzabili è sempre molto concreto. La piattaforma appena pubblicata è un segnale importante, ma non si può non rilevare come i dati della “Mappa” possono essere esplorati ma non scaricati. Quindi non sono effettivamente pubblici, perché non possono essere riusati da chiunque voglia farlo, se non con costi e tempi insostenibili. Se fosse questa la modalità di rilascio anche dei dati su acquisiti e contratti pubblici, significherebbe non rendere davvero possibile alcun riutilizzo, analisi o approfondimento. In questo senso, ci sentiamo di ribaltare il ragionamento del commissario Arcuri quando dice: “Presto metteremo anche tutti i dati sui nostri acquisti, con fornitori, quantità, sconti e modalità di ingaggio dei fornitori. Prepariamo un software, presto accadrà. A nostro avviso, va invertito l’ordine: prima pubblicare i dati, in formato aperto e scaricabile, e poi gli applicativi web che ne consentono l’esplorazione. Mentre rilasciare solo questi ultimi non sarebbe fare vera trasparenza. Una volta definita questa modalità, il principio vale per tutte le informazioni in possesso dei soggetti che stanno gestendo la crisi in corso”.