Roma

Coronavirus Fase 2, Centro deserto: mezzi vuoti. Bar in crisi: “Non riapriamo”

Inizia la Fase 2: a Roma poche auto in più, Atac e Cotral che ancora non riescono a seguire tutte le nuove regole e bar del Centro in difficoltà. L'istantanea

Coronavirus, la Fase 2 a Roma è iniziata: poche auto in strada, bus e metro semivuoti passeggeri e senza che tutte le nuove norme anti-contagio siano seguite, romani con la mascherina anche all'aperto. Deserto è però il Centro della città, con i bar in crisi che rinunciano al take away e restano ancora con le saracinesche abbassate.

 

Chi credeva che dal 4 maggio Roma sarebbe tornata alla normalità si sbagliava. I romani, almeno in questo primo giorno di Fase 2, hanno preferito la prodenza al “liberi tutti”.

Traffico: poche auto in giro, a Roma sembra agosto

In giro per la Capitale il numero delle vetture è aumentato rispetto ai giorni scorsi ma niente a che vedere con un lunedì mattina pre lockdown. La città infatti si è presentata ai romani tranquilla, quasi deserta. I tempi di percorrenza del Grande Raccordo Anulare si avvicinano a quelli del mese di agosto, forse anche per la temperatura che sfiora i 25 gradi, e da Anagnina a Laurentina i tabelloni indicano appena sette minuti di tragitto. Stessa musica per le strade del centro, dove in strada la quasi totalità dei mezzi è rappresentata dai bus.

Anche sulla via Cristoforo Colombo all'altezza dell'Eur e su viale Marconi la situazione è pressoché la stessa: poche macchine, qualche posto di blocco che ferma in media una vettura su 20 e fermate dei bus vuote.

metro b roma fase 2
 

Metro A e B: a Termini mancano i pallini a terra per indicare il distanziamento

Sulle due linee principali la tanto attesa ressa agli ingressi non si è verificata, salvo qualche coda disparata alle prime ore del mattino. Intorno alle ore 9:30 alla stazione della Metro B San Paolo c'erano solamente due persone sulla banchina in direzione Rebibbia/Jonio, due su quella in direzione Laurentina, una su quella della Roma-Lido e nessun addetto Atac fuori la fermata che regolasse gli ingressi.

A Termini invece la sorpresa: sulle banchine di entrambe le linee del metrò, anche qui semi deserte con non più di 8 persone intorno alle ore 10, mancano i pallini blu a terra che indicano il distanziamento da tenere tra le persone, presenti invece nelle altre stazioni come San Paolo, Piramide, Cavour, Circo Massimo o Spagna sulla A. A ricordare ai passeggeri il mantenimento delle distanze ci pensano gli altoparlanti che dei messaggi ed il personale Atac presente sulle banchine.

Atac: niente gel igienizzanti per le mani su bus e metro

La situazione sui bus è a due facce. Se da un lato i mezzi Atac sono vuoti o con al massimo tre persone a bordo, dall'altro sono completamente assenti i gel igienizzanti per i passeggeri che l'ordinanza della Regione Lazio pubblicata il 30 aprile obbligava a mettere a disposizione. Il testo, al punto 4 comma h, recitava: “Installazione su ciascun mezzo di trasporto a lunga percorrenza di dispenser contenenti soluzioni disinfettanti ad uso dei passeggeri”. Dei dispenser nemmeno l'ombra né sui bus fermi al capolinea in piazza dei Cinquecento fuori stazione Termini, né in quelli di piazzale Agricoltura all'Eur.

Gel assenti anche in metropolitana, dove la Regione ordinava l'istallazione dei dispenser al punto 5 comma c: “in prossimità di pulsantiere, ad esempio in presenza di biglietteria elettronica”.

Presenti sulle porte e sui vetri di tutti i bus l'avviso che ricorda l'obbligo della mascherina a bordo e gli adesivi sui sedili dove è vietato mettersi a sedere.

Al Cotral la palma della disorganizzazione

Nel primo giorno di Fase 2 è il Cotral, il servizio di trasporto extraurbane gestito dalla Regione Lazio, a meritarsi la palma della peggiore organizzazione. Come raccontato da alcuni autisti, nelle prime corse del mattino ill 70-80% dei mezzi è partito senza i marker sui sedili, cioè gli adesivi che impediscono la distanza ravvicinata tra i passeggeri. Proteste sono arrivate per le corse in partenza da Rieti, Monterotondo, Civitavecchia e Poggio Mirteto. Gli autisti hanno fatto sapere che l’azienda li ha contattati per informarli sull’avvio della disposizione dei marker nelle corse pomeridiano o serali.

In Centro i bar non riescono a riaprire: piazza di Spagna deserta

Appena si esce dalla fermata della metropolitana, piazza di Spagna si presenta ai romani ancora deserta. Scalinata di Trinità dei Monti vuota, nessun turista a scattare foto, 10 persone che passeggiano con la mascherina, tre vigili urbani che chiedono l'autocertificazione a due signori sulla settantina in bicicletta e un esercito di saracinesche ancora abbassate. Da oggi i bar, ristoranti e gelaterie potevano tornare ad aprire offrendo solo servizio take away ma nel Centro di Roma quasi nessuno ha accettato la sfida.

Porte chiuse al Bar Frattina, locale all'inizio della omonima via, che non riaprirà prima del 18 maggio: “In giro chi c'è? Nessuno – spiega un barista che stava svolgendo le pulizie nel locale –. Non aveva senso riaprire perché da queste parti non si vede ancora anima viva. Noi abbiamo anche la tavola calda e magari dal 18, con la riapertura di qualche negozio di abbigliamento, riusciamo a vendere qualcosa ma oggi non aveva senso riaprire”. Spostandoci verso via della Croce stessa storia, con bar e ristoranti chiusi o per Coronavirus o per ferie.

L'unico bar aperto di questa zona del Centro della città è il Baretto in via del Babuino. “Gente non ce n'è tantissima ma la voglia di riaprire era troppa – ha raccontato il proprietario Flavio De Rosa –. Il nostro è un bar a gestione familiare quindi oggi siamo qui io e mio fratello a costo zero. Capiamo chi è rimasto chiuso, qui i bar sono tutti di imprenditori che se avessero riaperto sarebbero dovuti tornare a pagare il personale nonostante le entrate pressoché nulle. I nostri 8 dipendenti sono tutti in cassa integrazione perché non avevamo alternative vista la situazione. Per il momento andiamo avanti così, con caffè e cappuccini take away. Più avanti si vedrà”.

Fuori dal bar c'è la fila, con i residenti della zona che non vedevano l'ora di tonare ad assaporare i caffè del bar: “Questa era una nostra abitudine e da oggi potrà tornare ad esserlo – spiegano Matteo e Giuseppe, due amici residenti a pochi passi dal bar –. Anche se da asporto e nel bicchiere di carta, il caffè del bar è tutta un'altra cosa”.