Roma

Coronavirus: giù le tasse e basta burocrazia. Il grido delle aziende del Lazio

L'indagine della Camera di Commercio rivela che gli imprenditori tutto sommato sono ottimisti ma chiedono fatti. E un piano Marshall europeo

Coronavirus, per ripartire e non morire le aziende del Lazio chiedono meno burocrazia, taglio delle tasse e accesso realmente agevolato al credito.

A confermare le richieste del mondo che lavora e che dà lavoro, è la Camera di Commercio di Roma, un vero tempio della burocrazia che quasi alza le mani di fronte alle richieste che emergono dall'indagine settimanale su imprese e imprenditori. E non è una richiesta, ma un grido di allarme che arriva alla viglia della Fase 2.

Turismo e ristorazione. Non c'è più tempo
Gli strumenti nazionali che secondo gli imprenditori sarebbero più utili per favorire la ripresa dell’economia italiana sono (due le risposte possibili, ndr): un grande piano di semplificazione amministrativa scelto dal 54% delle imprese; la riduzione del cuneo fiscale e della pressione tributaria (45%). Le Istituzioni locali dovrebbero, invece, per accelerare la ripresa del sistema economico e sociale di Roma concentrarsi principalmente su strumenti per l’accesso al credito (60%) e sul sostegno finanziario ai settori in crisi come turismo e ristorazione (31%).

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Complessità della burocrazia e tasse gli ostacoli principali alla crescita
Il 54% delle imprese pensa che la semplificazione burocratica sia tra le due principali leve per favorire la ripresa economica. Il 45% ritiene che si debba abbassare la pressione fiscale. Da segnalare anche come oltre 1 impresa su 4 (25,8%) indichi tra le due azioni prioritarie la messa in campo di un nuovo “Piano Marshall” a livello europeo.

Il ruolo dei Regione Lazio e Comuni
Il 60% delle imprese pensa che gli strumenti per l’accesso al credito e liquidità delle imprese siano le due principali misure sulle quali devono concentrarsi le Istituzioni locali. Il 31% degli imprenditori ritiene essenziale che ci si concentri sul sostegno ai settori più colpiti come turismo e ristorazione. Da segnalare come il 28%, forse anche in ottica di sostegno ai consumi, ritiene che sia prioritario aiutare le famiglie in difficoltà.

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“Ci stiamo avvicinando alla “fase 2”, quella della graduale riapertura di attività economiche e uffici, ma la situazione del tessuto imprenditoriale nazionale e romano resta molto seria e sofferente. Questo sesto report – spiega Lorenzo Tagliavanti, Presidente della Camera di Commercio di Roma – mette in evidenza alcune cose in maniera chiara. Gli imprenditori locali chiedono due cose, sostanzialmente decisive, per favorire la ripresa economica: più della metà degli intervistati (54%) invoca una corposa e diffusa semplificazione amministrativa. Considero questa una cosa importante perché è una riforma a costo zero, non grava sul bilancio statale e si può fare in maniera abbastanza veloce. Il 45% del campione ritiene, poi, necessario abbassare la pressione fiscale. Da segnalare anche come oltre un’impresa su 4 (25,8%) indichi, tra le due azioni prioritarie, la messa in campo di un nuovo Piano Marshall a livello europeo.

Nota metodologica

La Camera di Commercio di Roma ha costruito un panel di 500 imprese rappresentative delle attività economiche di Roma e provincia per valutare l’impatto economico del coronavirus e fornire un costante aggiornamento sull’evoluzione dei fatti. La sesta indagine è stata somministrata tra il 15 aprile e il 21 aprile 2020. Le imprese del campione hanno nel 67% dei casi la sede nel comune di Roma e per il 33% dei casi nel resto della provincia di Roma. L’84,6% delle imprese ha tra 0 e 9 dipendenti, il 12,6% ha tra 10 e 49 dipendenti e il 2,8% delle imprese ha oltre 50 dipendenti.

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