Roma
Coronavirus: #iorestoacasa ma Zingaretti regala 50 mln a musei e sagre paesane
In piena crisi, economica e con le imprese che chiedono la cassa integrazione, la Regione Lazio approva il piano cultura 2020 da 50 mln
Coronavirus: buoni pasto a chi non ha da mangiare, cassa integrazione per le aziende, sospensione dei tributi locali: in uno scenario di recessione economica, la Regione Lazio firma spese per quasi 50 milioni di euro destinati a cultura, musei e ai piccoli comuni.
Il ritorno di Nicola Zingaretti dai postumi del Coronavirus è segnato da una maxi delibera di spesa, la numero 107 del 17 marzo, con la quale la Regione Lazio, apre l cassetto dei soldi e distribuisce a enti, istituzioni e comuni “amici” qualcosa come 50 milioni di euro previsti dal piano annuale della cultura. Con una corsia preferenziale, la delibera della presidenza oggi arriva alla Commissione presieduta da Pasquale Ciacciarelli della Lega insieme ai membri del Pd, Marta Leonori e Valentina Grippo, dagli M5S Gaia Pernarella e Francesca De Vito, Laura Corrotti della Lega a Marietta Tidei del Gruppo Misto.
A loro il presidente Zingaretti chiede l'approvazione del maxi piano milionario con il quale la Regione garantisce sì il funzionamento di una serie di strutture museali e Istituti Culturali, ma al di là di stipendi e bollette di archivi storici e librerie nelle quali nessuno può andare per via del lockdown per diversi mesi, dà soldi a palate che nel momento drammatico dell'emergenza Coronavirus, appaiono fuori luogo e forse inutili.
Nel maxi piano ci sono 25 mila euro per il museo di via Tasso, 20 mila per l'archivio della Città di Fiume, ma anche 200 mila euro per vaghi istituti culturali, sino a una meravigliosa indagine di soddisfazione dei clienti (che non possono andarci perché bloccati in casa) per misurare il gradimento dei servizi culturali.
Tra ecomusei e piani di formazione per gli operatori dei servizi culturali (che non possono fare perché anche loro bloccati in casa), spiccano più di 4,7 milioni di euro per sostenere la cultura dei piccoli comuni, soldi che spesso finiscono per sostenere le sagre estive, sempre ispirate alla cultura, perché persino la giornata degli sbandieratori, in estate finisce a tarallucci e vino, porchetta e salsicce.
Sulla vicenda surreale di procedere alla votazione del Piano, un uno scenario di guerra, è intervenuto il consigliere Stefano Parisi, unica voce che si è fatta sentire durante la commissione dei capigruppo che doveva decidere di calendarizzare la riunione della commissione che dovrebbe dare il via libera a un fiume di denaro: “Va rifatto un nuovo bilancio a seguito del coronavirus – ha tuonato Parisi – perché ggi le priorità sono imprese e famiglie senza soldi. Recuperiamo dal bilancio tutti i soldi stanziati su capitoli che non siano prioritari e diamo liquidità al tessuto produttivo della nostra regione. La commissione cultura non è una priorità, non andava neanche convocata”.