Roma

Coronavirus, Italia divisa tra speranza e paura. La partita giocata sui social

L'analisi di Twitter ed Instagram ai tempi del Covid-19: la vita tra timori e speranze, attraverso i social degli italiani

Coronavirus, l'Italia divisa tra chi crede che il peggio sia appena passato e chi, invece, continua ad avere sempre più paura di contrarre il Covid-19. La battaglia tra le due fazioni, nel tempo della distanza sociale, si gioca sui social network: sono loro ad analizzare la vita degli italiani durante la quarantena.

 

Una ricerca realizzata da Almawave, società del Gruppo Almaviva specializzata in Intelligenza artificiale, Social Intelligence e in analisi del linguaggio naturale scritto e parlato, ha raccolto tutte le interazioni effettuate in lingua italiana nel periodo dal 24 febbraio al 26 marzo sui temi legati al Coronavirus, grazie ad algoritmi di intelligenza artificiale e tecnologie di “Machine e Deep Learning”. La rilevazione dei dati non strutturati (Big Data) e l'analisi delle interazioni hanno preso in considerazione i canali Twitter e Instagram, valutando le conversazioni che riportassero una classificazione di termini (parole chiave) riferiti a categorie predefinite legate all'argomento.

Combinando gli algoritmi informatici alla rete semantica è stato possibile effettuare un'analisi dei testi che, oltre ad offrire elementi quantitativi, propone una panoramica qualitativa ed emotiva delle interazioni, il cosiddetto sentiment. Il primo elemento è l'alta presenza delle tematiche legate a Covid-19 su Twitter, sempre al di sopra di 119 mila interazioni giornaliere, con un picco di oltre 342 mila il 12 marzo, giorno di entrata in vigore del decreto #iorestoacasa che apre il periodo di quarantena per l’intero territorio nazionale. Su Instagram invece, canale utilizzato da un pubblico più giovane, ha un andamento più altalenante, meno legato alla stretta attualità e una mole di conversazioni più contenuta.

Esaminando la “Word Cloud”, la “nuvola delle parole” che offre un'immagine immediata dei termini maggiormente ricorrenti, proposti in dimensione proporzionale alla frequenza di utilizzo, c'è poco da discutere su quali siano stati gli hashtag più utilizzatati su Twitter Instagram. Tra quelli “negativi” comandano in ordine #pandemia, #Cina, #OMS, #epidemia, #Milano, #Governo e #polmonite. Tra i “positivi” invece primeggiano #andratuttobene, #iorrestoacasa, #Italia, #medici, #flashmob e #celafaremo.

Anche le emozioni giocano un fattore fondamentale durante questo periodo di quarantena, con la speranza che cresce e supera la paura con il punto di svolta che viene registrato il 18 marzo. I sentimenti maggiormente diffusi dall'avvio dell'analisi, il 24 febbraio, erano paura e tristezza. Alla metà di marzo il trend emozionale inizia a modificarsi: la spinta positiva registra un primo picco il 14 marzo, trainata dalle iniziative condivise di socialità (applausi alle finestre per medici e infermieri, le canzoni sui balconi). Un cambiamento più marcato al centro e al sud che al Nord, ancora segnato da una maggior incidenza di contagi e decessi.

“Le tecnologie digitali sono una risorsa importante per la crescita e la conoscenza, con un significato ancora più prezioso in una fase così delicata per il nostro Paese – spiega Valeria Sandei, amministratore delegato di Almawave –. Con questa ricerca abbiamo cercato di capire, attraverso il ricorso a tecniche di comprensione del linguaggio naturale, come gli italiani stanno vivendo questa emergenza, valorizzando aspetto e tendenze emotive. I social sono un luogo di espressione spontaneo e frequentato. Il valore dell'analisi, non un sondaggio con specifiche caratteristiche di rappresentatività, è costituito dal numero elevato e dall'estensione delle interazioni raccolte”.

Il report ha compreso una mole estremamente vasta di conversazioni: 7.068.819 tweet e 60.797 post testuali Instagram. Per una parte delle conversazioni raccolte, è stato possibile anche definire la geolocalizzazione. Di queste (quasi 3 milioni), il 48% è localizzato nel Nord Italia, il 31% al centro e il 21% al Sud. Oltre 830 mila conversazioni nel periodo sono state pubblicate in lingua italiana dall'estero.