Roma

Coronavirus, la Asl cerca comunicatori sanitari col “pallino della notizia”

Surreale post social della Asl Rm1 che cerca personale per l'Ufficio Stampa col titolo di “pubblicista” pronto a farsi le ossa. Sembra uno scherzo

Col Coronavirus non si scherza, dicono in coro epidemiologi e virologi, ma alla Asl RM1 la ricerca di un aiuto per l'Ufficio Stampa diventa una barzelletta. Almeno sui social dove è stato pubblicato un post tutto da ridere. Sempre ammesso che col virus ci sia ridere.

Dunque: poiché l'ufficio Stampa della Asl che comprende gli ospedali Santo Spirito, Oftalmico, San Filippo Neri, Nuovo Regina Margherita, Sant'Andrea più altre strutture di servizio è in affanno per via del superlavoro al quale sono sottoposti dall'inizio della pandemia, su Fb è uscito l'annuncio di recruiting di personale non specializzato. Dunque tra i requisiti ritenuti virali, tali da essere pubblicato sulla pagina facebook ufficiale della Asl RM, per affiancare l'Ufficio Stampa bisogna avere il “pallino della notizia”, quasi la comunicazione istituzionale della Asl fosse una ricerca forsennata di malati e storie di malati. E così scrivono, con ricchezza di emoticons che sintetizzano le regole del mestiere, le Carte di tutela e deontologiche: “Gai il pallino della notizia? Se cerchi una posizione junior e vuoi farti le ossa i sanità in tempo di pandemia, l'Ufficio Stampa della #Aslroma1 è in cerca di un assistente. Contratto a tempo determinato per 12 mesi, catg C”.

In cambio la Asl assicura “ritmi frizzanti”. Meno male che il post si conclude con le informazioni istituzionali per accedere al bando, dove c'è scritto che per partecipare è necessaria l'iscrizione all'albo dei Giornalisti Pubblicisti. Dunque, secondo la Asl il titolo di Giornalista pubblicista equivale a una qualifica junior, per gente insomma che ha il pallino della notizia e ha bisogno di farsi le ossa con “ritmi frizzanti”. Chissà perché poi si cerca un giornalista ”titolato” per proporgli un contratto delle funzioni locali.

A Roma succede anche questo. Nota di servizio per i colleghi della Asl Rm1: chi scrive non è giornalista pubblicista”.