Roma
Coronavirus, la burocrazia è impazzita: decreti e altre regole pesano 8 kg
Il presidente dell'Ordine di Roma, Galletti: “Tra decreti, regole e interpretazioni prodotta una giungla indegna di un Paese civile”
Coronavirus: tra Decreto Rilancio, Decreto liquidità, lockdown e poi la serie di provvedimenti emessi dal Csm, Consiglio di Stato, Tribunale per i minorenni, Commissione Tributaria, la raccolta delle varie sezioni del Tribunale di Roma e il Giudice di Pace: in totale i provvedimenti emessi dall'inizio della pandemia pesano 8 kg.
Li ha stampati, raccolti, ordinati e pesati su una bilancia buona per un obeso, il presidente dell'Ordine degli avvocati i Roma, Antonino Galletti che denuncia come la tanta decantata sburocratizzazione del Paese si è tradotta in appena 3 mesi in un faldone di dimensioni straordinarie che ogni avvocato deve aver letto e studiato per esercitare il diritto alla difesa.
Denuncia Galletti: “La giustizia civile, quella amministrativa, quella penale, quella militare, quella tributaria, le magistrature superiori e la giustizia c.d. di prossimità. Il primo e il secondo grado. Pensate un ufficio giudiziario a caso: sappiate che quell'ufficio durante l'emergenza sanitaria ha emanato uno o più provvedimenti organizzativi o linee guida. Provvedimenti tutti differenti, spesso diversi anche fra le varie sezioni all'interno del medesimo Tribunale. E tutto questo intrico di provvedimenti organizzativi, messo su carta, solo a Roma, arriva a pesare 8 chili”.
Aggiunge il presidente dell'Ordine di Roma: Sono stati prodotti molto più di tutti i codici che regolano la nostra vita da decenni. La Costituzione al confronto è una piuma. Questo è ciò che devono affrontare oggi gli Avvocati per districarsi nel bailamme di provvedimenti, linee guida emanati dalle varie autorità giudiziarie della Capitale, una giungla para-normativa incredibile, spesso contraddittoria, indegna di un paese civile, dovuta alla disciplina legislativa che rimette alla discrezionalità del singolo ufficio il funzionamento della Giustizia, in mancanza di un qualsivoglia coordinamento efficace a monte dell'emergenza. Eppure da tempo il Consiglio dell'Ordine forense della Capitale, insieme a tutte le rappresentanze istituzionali della Avvocatura, a quelle politiche (OCF) ed associative (Camere Penali e Civili), ha lanciato l'allarme sul caos che rischiava di generarsi con la babele di provvedimenti organizzativi, facile previsione che si è poi puntualmente avverata".
"Non ci piace vestire i panni delle Cassandre, poi divorate dall'idra, in questo caso l'idra della burocrazia giudiziaria - conclude Galletti - Preferiamo credere ancora nell'utilità del dialogo e del buon senso. Per questo rivolgiamo un ultimo appello al Ministro e al Premier, che da colleghi certo comprenderanno il disagio degli Avvocati d'Italia. Non è tardi per mettere mano a questo disastro, gli operatori del diritto ed i cittadini non meritano tutto questo".
La denuncia - corredata di video esplicativo è stata spedita al Ministro della Giustizia Bonafede e al Presidente del Consiglio Conte, entrambi avvocati”.