Roma
Coronavirus, la Chiesa di Roma in ginocchio: piena fiducia al Governo Conte
La diocesi di Roma segue le direttive del decreto del Governo: sì alle messe, ma stop a catechismo, oratori, pellegrinaggi e ritiri spirituali
di Federico Bosi
La Chiesa di Roma, colpita da quel grande spettro chiamato Coronavirus, in ginocchio. La diocesi più grande del mondo, guidata dal Vescovo di Roma e Vicario di Cristo, Papa Francesco, risponde con “fede, preghiera, digiuno e carità” all'emergenza sanitaria dando piena fiducia a Conte e “accogliendo” le misure del Governo.
E così la Chiesa cattolica segue alla lettera le direttive del decreto del decreto del Consiglio dei Ministri ma senza interrompere il “cammino spirituale della Quaresima 2020” che ha assunto una “forma inedita” a causa dell’emergenza legata al Covid-19.
“I presenti orientamenti – scrive Pierangelo Pedretti, prelato segretario del Vicariato – vogliono dare forma concreta al modo di vivere questi strumenti ordinari dell’itinerario quaresimale nell’attuale contesto, richiamando a una particolare responsabilità tutti i sacerdoti e i diaconi coinvolti a diverso titolo nella pastorale diocesana (parroci, rettori di chiese, cappellani), le comunità religiose e tutti i fedeli. La comunità diocesana di Roma accoglie con fiducia tali indicazioni, a tutela del bene comune e della salute pubblica. In particolare, ci viene chiesto di collaborare per evitare un ulteriore incremento del numero dei contagiati, che potrebbe portare le strutture ospedaliere al collasso”.
Dopo un'attenta riflessione, la diocesi ha quindi stabilito, per tutelari i suoi seguaci, che saranno sospese le attività pastorali non sacramentali fino al 15 marzo ma sanno consentite le celebrazioni liturgiche feriali e festive, purché il luogo di culto consenta di rispettare le misure di precauzione ritenute fondamentali dalle Autorità competenti. Stop quindi a catechismo, corsi di preparazione al matrimonio e di accompagnamento delle coppie, ritiri, esercizi spirituali, pellegrinaggi, attività associative e oratoriali, percorsi di fede di giovani adolescenti e adulti.
Restano valide le indicazioni già fornite nella comunicazione della Segreteria generale del Vicariato il 3 marzo scorso, relative a l'omissione del segno dello scambio di pace, ricezione della Santa Comunione sulla mano e svuotamento delle acquasantiere.
Come specificato nel decreto della presidenza del Consiglio dei ministri, “particolare attenzione” è riservata dal Vicariato alle categorie più deboli. “Si dispone – è scritto nel testo – che le visite ai malati siano effettuate rispettando ancor più rigorosamente le condizione di carattere generale di cui sopra (distanza minima e igiene), utilizzando per quanto possibile le apposite mascherine e limitando le occasioni di interazione con i medesimi soggetti deboli all’amministrazione di sacramenti e sacramentali. Si consiglia altresì che siano rinviate a dopo Pasqua le benedizioni delle famiglie, se le circostanze – da valutarsi – lo permetteranno”.
L’invito che arriva dalla diocesi è a “non interrompere le attività dei servizi caritativi, coordinandosi con la Caritas diocesana, che è a completa disposizione per fornire tutte le necessarie indicazioni del caso” (area Promozione umana, tel. 06.88815130, promozioneumana@caritasroma.it). In particolare, “si invitano le Caritas parrocchiali e tutti i gruppi di volontariato presenti nelle parrocchie a promuovere iniziative di vicinanza agli anziani soli che vivono nel loro territorio perlomeno attraverso contatti telefonici”, scrive ancora Pedretti. Le attività dei Centri di ascolto parrocchiali potranno continuare, è l’indicazione, “laddove il servizio si riesca a svolgere in locali caratterizzati da ampi spazi, ben areati ed igienizzati, evitando in ogni caso assembramenti di persone”. Si raccomanda quindi di “fissare appuntamenti con le persone assistite” e di “non incentivare l’apertura indiscriminata, onde evitare assembramenti. Gli stessi criteri – prosegue la nota – dovranno essere usati per l’apertura degli Empori della Solidarietà e per i centri di distribuzione degli alimenti. Si consiglia invece la sospensione dell’attività dei centri di distribuzione del vestiario, soprattutto per quello che riguarda la raccolta di abiti usati”.
In particolare, “parrocchie, rettorie e altri soggetti ecclesiali che hanno attivato una mensa sociale sono invitati a non interrompere il servizio e ad attenersi alle indicazioni che la Caritas diocesana predisporrà, ricevute le opportune indicazioni da Roma Capitale; in particolare, in ogni caso, si invita a favorire la distribuzione di alimenti da asporto da non consumarsi nei locali parrocchiali”. Le parrocchie che svolgono attività di accoglienza, con ospitalità di senza dimora e di richiedenti asilo, «possono continuare senza problemi tale iniziativa cercando di favorire la permanenza degli ospiti nella struttura anche durante le ore diurne. Dove sussistano servizi docce e cambio biancheria si richiede massima attenzione per operatori e volontari; anche qui si raccomanda di svolgere il servizio in ampi spazi, ben areati e igienizzati, evitando assembramenti di persone”.
“In spirito di comunione, la comunità diocesana di Roma, per il bene di tutti i cittadini ed in particolare delle categorie più deboli, affida alla Salus Popoli Romani il cammino verso la Pasqua di Nostro Signore Gesù Cristo”, conclude Monsignor Pedretti.