Roma

Coronavirus, Lazio maglia nera. I numeri che imbarazzano Zingaretti

Le Asl del Lazio sotto accusa per la scarsa assistenza domiciliare; la regione di Roma è ultima in Italia per la percentuale guariti. I numeri

Coronavirus a Roma e nel Lazio: più malati in terapia intensiva rispetto al virtuoso Veneto e alla Campania, una bassissima percentuale di guariti e pochi, pochissimi in “isolamento domiciliare” e un alto numero di ricoverati con sintomi che supera di 9 punti la media nazionale. Insomma, una gestione dell'emergenza che, stando ai numeri ufficiali del ministero per la Salute testimonia che non esiste una rete di monitoraggio ma una tendenza al ricovero quando i malati sono in uno stato grave.

Ad analizzare i numeri dell'epidemia da Coronavirus a Roma e Lazio è Fabrizio Santori dirigente della Lega regionale che sostiene “cifre alla mano”, “La pessima gestione del territorio (le Ssl) perché gli ospedali funzionano egregiamente ma con queste modalità di gestione da parte della Regione Lazio rischiano di andare in sofferenza. L'ottima gestione ospedaliera del virus ha fatto si che la mortalità fosse in linea con le percentuali nazionali nonostante le Asl mandino i pazienti già in stato avanzato di malattia”.

Santori ha “sezionato” il foglio di excel diffuso dal ministero lo scorso 18 maggio e ha scoperto che il Lazio ha il triplo dei malati in terapia intensiva rispetto al Veneto e che nel Lazio il problema non è la diffusione del virus, “ma la pessima gestione, pericolosa in caso di futuro incremento dei contagi”.

I numeri dell'emergenza

Scrive Fabrizio Santori nella sua analisi: “Il Lazio ha una percentuale di “terapie intensive” su "attualmente positivi" pari al 1,9%. Tale percentuale a livello nazionale è 1,1%. In Lombardia è 0,9% e 1% in Campania. Negli ultimi 15 giorni (tabella del 30/04 e tabella del 15/05) le terapie intensive del Lazio sono calate del 31%, a livello nazionale sono calate del 52%, in Lombardia sono calate del 54%, in Campania del 41%. - Sempre al 18/05 il Lazio ha una percentuale di “guariti” su "casi totali" pari al 36% (una delle più basse). Tale percentuale a livello nazionale è 53%. Tale percentuale è il 67% in Veneto, 48% in Lombardia, 63% in Emilia Romagna e sentite sentite il 54% in Campania e il 40% in Sicilia. Al Lazio, dunque spetta l'ultimo posto a livello nazionale”.

Le criticità del Sistema Lazio

“La regione ha un basso numero di malati in "isolamento domiciliare" su "attualmente positivi" pari a 69% contro un nazionale pari all' 83%,  il Veneto 92%, la Lombardia 82% la Campania 79%. Il Lazio è al quartultimo posto (dietro solo Valle d'Aosta Umbria e Basilicata con pochissimi casi) e di conseguenza  il Lazio ha  un alto numero di "ricoverati con sintomi" su "attualmente positivi" pari al 29% rispetto al nazionale 15%

Continuano ad arrivarci dal Lazio, e significativamente da Roma, segnalazioni sul malfunzionamento del servizio di monitoraggio del Coronavirus a sostegno di persone risultate positive al Covid-19. Ci sono persone che non riescono a mettersi in contatto con la Asl di competenza e, addirittura, passano giorni prima che qualcuno si degni di rispondere loro. E’ il caso di una coppia di coniugi, confinati in casa da un mese ma ancora positivi, malgrado il tempo di quarantena obbligatoria sia di soli 15 giorni, che hanno ricevuto una teleassistenza carente, dovuta alla scarsa organizzazione sul territorio di chi dovrebbe offrire questo servizio.

Informazioni spesso inesatte, attese infinite al telefono, e una comunicazione del tutto insufficiente, tanto che il risultato dei tamponi effettuati è arrivato con quattro giorni di ritardo, con esiti diversi per la coppia, che ha visto l’uomo negativo e la donna invece positiva. Fattori che avrebbero dovuto obbligare alla separazione, stando alle linee guida della Asl, e distanziamento che si è potuto concretizzare solo dopo i 4 giorni di colpevole ritardo nella comunicazione”.

Le conclusioni di Fabrizio Santori della Lega

Scrive Santori: “E’ intollerabile una tale inefficienza che, ripetiamo, riguarda centinaia di casi sul territorio, dove i tamponi non vengono effettuati o i cui esiti vengono comunicati in ritardo. La gestione ridicola dell’emergenza Covid-19, tra inefficienze e scandalose commesse di mascherine, espone i cittadini a rischi intollerabili di cui i vertici regionali sono gli unici responsabili.

L’emergenza Covid-19 nel Lazio ha evidenziato in questi mesi di lockdown tutta l’inefficienza e debolezza della Regione governata da Zingaretti. Una superficialità che ha messo a rischio la salute dei cittadini. Sulla gestione emergenziale, poi, pesa come un macigno la vicenda delle mascherine fantasma acquistate a prezzi irragionevoli, e su affidamento diretto, per un importo di oltre 35milioni di euro da una società che produceva lampadine che non le ha poi fornite, tra polizze assicurative farlocche e documenti poco chiari da parte delle Regione. Ultimo dei quali sarebbe il certificato di presenza delle mascherine. Il tutto condito dall’indimenticabile azione dimostrativa di Zingaretti che, a epidemia già in corso, è partito per Milano per un aperitivo ‘solidale’ con la comunità cinese. Un’inadeguatezza mista a ideologia che rappresenta il coonnubio perfetto per definire Zingaretti e i suoi compagni non all’altezza di governare la Regione Lazio”.

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