Roma

Coronavirus, nel Lazio 143 casi. Nuovo dramma: 2 su 3 nelle case per anziani

I contagi totali da inizio emergenza salgono a 5111. Nuovi focolai in una Rsa a Rocca di Papa e in due case di riposo a Fiano Romano e Campagnano. Trend al 2,9%

Dopo le frenate di Pasqua e Pasquetta, torna a salire il numero dei nuovi casi di Coronavirus nel Lazio: martedì 14 aprile registrati 143 positivi, di cui 26 a Roma e solo 16 nelle altre province del Lazio. L'aumento è dovuto all'esplosione di nuovi focolai all'interno della delle case per anziani, specialmente nella Rsa di Rocca di Papa dove sono positivi 45 pazienti e 14 dipendenti.

 

“Martedì registriamo un dato di 143 casi di positività e un trend al 2,9%”. Così l'assessore alla Sanità della Regione Lazio al termine della consueta videoconferenza della task-force regionale per il Covid-19 con i direttori generali delle Asl e Aziende ospedaliere e Policlinici universitari e ospedale Pediatrico Bambino Gesù. Ad ogni modo, spiega D'Amato, “si amplia la forbice tra coloro che escono dalla sorveglianza domiciliare (17.117) e coloro che sono entrati in sorveglianza (11.771), di circa 6mila unità. Nelle province di Viterbo, Rieti e Frosinone non si registrano decessi nelle ultime 24 ore. E per quanto riguarda i guariti, salgono di 25 unità nelle ultime 24 ore, per un totale di 789, mentre i decessi sono stati 16”.

L'aumento dei casi, come detto in precedenza, è legato prevalentemente a tre cluster, una Rsa nel Comune di Rocca di Papa e due case di riposo, una a Fiano Romano e una a Campagnano. “Stiamo parlando di 95 casi totali - puntualizza l'assessore D'Amato - che rappresentano i 2/3 dei casi totali odierni. Bisogna quindi mantenere molto alta l’attenzione sulle Rsa e sulle case di riposo. Non si può abbassare la guardia. Su Rocca di Papa - precisa - abbiamo richiesto alla Asl Roma 6 e al Seresmi un ‘audit’ per la verifica di tutte le procedure operative adottate e le misure di prevenzione”.

I dati delle Asl di Roma e provincia nel dettaglio

Nell'Asl Roma 1 (municipi I, II, III, XIII, XIV e XV) sono stati registrati 6 nuovi casi positivi e 2041 persone uscite dall'isolamento domiciliare; nell'Asl Roma 2 (municipi IV, V, VI, VII, VII, IX) sono stati individuati 16 nuovi casi positivi più 153 persone uscite dall'isolamento domiciliare; l'Asl Roma 3 (municipi X, XI, XII e Fiumicino) registra 4 nuovi casi positivi e 2017 persone uscite dall'isolamento domiciliare. Spostandoci in provincia, l'Asl Roma 4 (Civitavecchia, Cerveteri, Ladispoli e tutto il litorale a nord di Roma) comunica 31 nuovi casi positivi e 2360 persone uscite dall'isolamento domiciliare; nell'Asl Roma 5 (Guidonia, Tivoli, Fonte Nuova, Subiaco, Monterotondo) sono stati segnalati 6 nuovi casi positivi e 2246 persone uscite dall'isolamento domiciliare; infine l'Asl Roma 6 (Castelli Romani e Anzio-Nettuno) segnala 64 nuovi casi positivi e 88 persone uscite dall'isolamento domiciliare.

I nuovi contagi nelle altre Asl del Lazio

All'Asl di Latina sono 10 i nuovi casi positivi e 4741 le persone uscite dall'isolamento domiciliare; all'Asl di Frosinone 7 nuovi casi positivi; all'Asl di Viterbo 1 nuovo caso positivo e 2420 persone sono uscite dall'isolamento domiciliare; infine all'Asl di Rieti 1 nuovo caso positivo e 49 persone uscite dall'isolamento domiciliare.

Sedici nuovi decessi registrati nella Regione

Martedì registrati altri sedici nuovi decessi, che portano così il numero totale dei morti nel Lazio a 300. A perdere la vita: due uomini di 75 e 92 anni, entrambi con patologie pregresse, nell'Asl Roma 3; un uomo di 91 anni con patologie pregresse nell'Asl Roma 5; cinque uomini di 75, 85, 80, 86 e 58 anni e tre donne di 87, 92 e 96 anni, tutti con patologie preesistenti, nell'Asl Roma 6; un uomo di 97 anni con pregresse patologie nell'Asl di Latina; una donna di 82 anni con gravi patologie pregresse al Policlinico Umberto I; un uomo di 85 anni ed una donna di 79 anni al Policlinico Tor Vergata; una donna di 79 anni con patologie pregresse al Policlinico Gemelli.

La Regione assicura: i test sierologici non sono un business per i privati

"I test sierologici non sono e non possono essere un business da parte di privati, ma assumono valore solo se inseriti in analisi di sieroprevalenza o in indagini di sorveglianza di popolazione selezionate nell’ambito di specifici programmi quali sono quelli che si intendono attivare nel Lazio su tutto il personale sanitario e sulle forze dell’ordine, che vanno ripetuti in un arco temporale definito e lì dove necessario con verifica del test molecolare". Lo afferma l'assessore alla Sanità D'Amato. "I singoli test commerciali effettuati fuori da protocolli nazionali e regionali - prosegue D'Amato in una nota - non assumono alcun significato per il Servizio sanitario regionale e non sono validati dall'Istituto nazionale malattie infettive Lazzaro Spallanzani che ha condotto la sperimentazione. L’epidemia va contrastata innanzitutto sul territorio potenziando i servizi con le Uscar (unità mobili – aperto il bando online sul portale della Regione Lazio che scade giovedì) e con il reclutamento di circa 600 infermieri. Trovo immorale chiedere soldi ai cittadini, già costretti a tanti sacrifici, a volte anche centinaia di euro, senza alcuna validazione scientifica al di fuori di un contesto di analisi di sieroprevalenza addirittura pubblicizzando sui social test Covid come patentino di immunità", aggiunge l'assessore avvertendo che "non consentiremo a nessuno di fare affari su queste questioni".

A Roma numero dei morti di marzo 2020 uguale a marzo 2019

I decessi totali nel mese di marzo 2020 nel comune di Roma non si discostano molto da quelli di marzo 2019. I dati del Campidoglio, di cui l'Agi ha preso visione,  parlano chiaro: nel marzo 2020 a Roma sono morte 2753 persone. Nel marzo 2019 furono 2.721, nel marzo 2018 2.783, nel marzo 2017 2.569, nel marzo 2016 2.621, nel marzo 2015 2.778. La Capitale non sembra quindi avere molte vittime derivanti dall'emergenza Coronavirus, anche se va tenuto conto che nel mese di marzo 2020 sono praticamente scomparsi i morti a causa di incidenti stradali. I dati Istat danno una situazione molto peggiore nei comuni del centronord. Nelle prime 4 settimane di marzo 2020 i decessi totali hanno registrato un'impennata rispetto all'analogo periodo del 2019 a Bergamo (+385,4%), Cremona (+298,7%), Piacenza (+311,3%), Pesaro (+263,6%), Lodi (+202,3%). Milano, nelle prime quattro settimane di marzo, ha avuto un incremento della mortalità del 41%.

Consegnate dalla Regione Lazio 103.700 mascherine FFP2

Nel Lazio "martedì sono in distribuzione presso le strutture sanitarie: 308.000 mascherine chirurgiche, 103.700 maschere FFP2, 42.000 calzari, 72.000 guanti, 8.800 cuffie, 775 tute idrorepellenti". Così la Regione Lazio su Facebook.