Roma

Coronavirus, Nerola come Codogno: il Comune “zona rossa” fino all'8 aprile

Dopo i due anziani morti e l'esplosione dei contagi nella casa di riposo, blindato il Comune vicino Roma: non si può più uscire ed entrare

Coronavirus, il Comune di Nerola come Codogno e la più vicina Fondi: è “zona rossa”. Fino al prossimo 8 aprile su tutto il territorio del borgo medievale alle porte di Roma, è fatto divieto assoluto di entrata ed uscita dal territorio comunale, anche per motivi di lavoro.

 

Inoltre sono sospese le attività degli uffici pubblici, fatta salva l’erogazione dei servizi essenziali e di pubblica utilità, sono sospese le attività lavorative di ogni ordine e grado, ad eccezione di quelle imprese che erogano servizi essenziali o di pubblica utilità. Tutti i provvedimenti presi sono contenuti nell’ordinanza regionale firmata dal vicepresidente della Regione Lazio, Daniele Leodori, e dall’assessore alla sanità della stessa regione, Alessio D’Amato, di concerto con il Prefetto della Città Metropolitana di Roma, Gerarda Pantalone, e il sindaco del Comune, Sabina Granieri.

Vengono chiuse poi tutte le attività commerciali "ad esclusione dei negozi di generi alimentari, farmacie e parafarmacie, distributori di carburante, servizi di rifornimento di bancomat e postamat, servizi di trasporto connessi alla raccolta e smaltimento dei rifiuti o consegna a domicilio di farmaci – si legge ancora nell’ordinanza - sono soppressi tutti i cantieri di lavoro, chiusi i parchi pubblici, orti comunali, aree sportive a libero accesso.

Il passaggio in ingresso e uscita dal comune di Nerola è consentito al personale militare, di protezione civile, delle forze di Polizia dei Vigili del Fuoco, del personale medico e sanitario e dei farmacisti e veterinari. Sono soppresse tutte le fermate dei mezzi pubblici ed è disposta la chiusura al pubblico dei cimiteri comunali".

Il provvedimento si è reso necessario "in relazione ai casi di contagio da Coronavirus riscontrati negli ultimi giorni – hanno spiegato i due assessori regionali - e tutti riconducibili alla casa di riposo Santissima Maria Immacolata di Nerola, dove su 40 operatori sanitari 16 sono risultati positivi al test, e delle 63 persone presenti all’interno della struttura, 56 sono risultate positive al test e di queste 26 risultano residenti nel comune per un’incidenza pari al 13,3 per mille abitanti. In relazione a queste condizioni verificatesi e alle misure già adottate di completo svuotamento della casa di riposo, è stato deciso, sentito il prefetto e il sindaco e per le vie brevi il Comitato tecnico scientifico del Dipartimento della Protezione civile nazionale, di ordinare con decorrenza immediata e sino all’8 aprile, il divieto di allontanamento dal territorio del comune di Nerola da parte di tutte le persone presenti. Queste misure si sono rese indispensabili per garantire innanzitutto i cittadini di Nerola e per mettere in atto tutte le misure di individuazione dei contatti stretti che saranno sottoposti al tampone da parte della Asl Roma 5 – hanno proseguito Leodori e D’Amato - siamo in costante contatto con il sindaco. Questa misura non vuole additare in nessun modo i cittadini di Nerola come untori, ma limitare e circoscrivere il ‘cluster’ che ad oggi sembra essere un cosiddetto ‘cluster di comunità chiuso’, ma sarà necessario verificarlo ulteriormente attraverso un’analisi epidemiologica più dettagliata. E’un sacrificio che chiediamo ai cittadini di Nerola, ai quali va tutta la nostra solidarietà e vicinanza, ma resosi assolutamente necessario viste le condizioni attuali”.