Roma

Coronavirus, Ricciardi lancia l'allarme su Roma: “Iniziamoci a preoccupare”

Il consulente del ministero della Salute apre a nuovi lockdown: “Ci sono aree in cui la curva del contagio è esponenziale e lì servirebbero interventi mirati”

Coronavirus, a Roma la curva dei contagi aumenta in maniera esponenziale e Walter Ricciardi lancia l'allarme dopo la pubblicazione del nuovo Dpcm del Governo Conte, apprendo a nuovi lockdown: “Incominciamoci a preoccupare per la Capitale”.

“Le misure prese, in generale vanno bene ma ci sono aree dove è necessario intervenire subito con alcune chiusure mirate. Alcuni lockdown vanno fatti subito senza aspettare Natale – ha detto il consulente del ministro della Salute ad Agorà su Rai 3 –. Ci sono aree dove servono interventi precisi, proporzionati. Non parlerei per esempio di Lombardia ma di Milano, non di Campania ma di Napoli e comincerei a preoccuparmi per Roma. Farei interventi mirati rafforzando le decisioni e chiudendo alcune attività in maniera chirurgica".

Ricciardi ha sottolineato di condividere "le misure del Governo per il territorio nazionale ma non è sufficiente e occorre integrare con azioni specifiche in alcune aree. Laddove ci sono città con migliaia di casi significa che si è alla vigilia di una pressione enorme. Se prendiamo tempestivamente, adeguatamente e proporzionatamente le misure giuste avremo un Natale quasi normale. Se temporeggeremo, vedremo nelle prossime settimane un aumento esponenziale dei casi soprattutto in alcune zone e poi dovremo prendere decisioni durissime”.

Per Ricciardi poi il grande problema sono i trasporti pubblici poiché sui mezzi è un susseguirsi di “momenti tipici di contagio”: “Trasporti sicuri? Se la ministra De Micheli parla dell'alta velocità ha ragione, se si riferisce al trasporto pubblico locale no. Abbiamo sempre detto che su bus e metro la capienza non doveva andare oltre il 50%, e invece poi si è derogato all'80 ma a bordo è uno dei momenti in cui si è più a contatto e anche l'uso della mascherina protegge gli altri ma non se stessi. È un momento tipico di contagio”.