Roma
Coronavirus, ristoranti e bar: a Roma via all'invasione di tavolini e dehors
Raggi annuncia il provvedimento per “salvare la ristorazione” nella Fase2. Dopo anni di persecuzione il settore diventa "patrimonio di Roma"
Coronavirus, la rivoluzione che ha generato la pandemia parte dal Comune di Roma. Dopo anni di persecuzione per i tavolini e i dehors di bar e ristoranti, ora il Comune ha deciso che alla riapertura prevusta dalla Fase 2 sarà l'invasione.
La notizia arriva dal sindaco Raggi che su Fb ha annunciato che la Fase 2 per il settore più falcidiato dal lockdown, arrivano deroghe ai piani di occupazione del suolo pubblico. E così, dopo aver bloccato le tasse sui marciapiedi – anche perché non le avrebbe potute riscuotere per forza maggiore – il Campidoglio si prepara ad ampliare del 35% la concessione di suolo pubblico.
Ora che il Comune si è accorto del valore del settore della ristorazione, passa dalla persecuzione a una "quasi liberalizzazione". Spiega il sindaco Raggi in un post: “Lo scopo è quello di compensare la riduzione delle superficie utilizzabili all'interno dei locali. Per tutto il 2020, ci saranno procedure rapide e criteri semplificati sia per le richieste che per i rilasci del permessi e le tipologie di arredo esterne consentite saranno maggior rispetto al passato”.
La conclusione del sindaco-maestrina è sempre nel solito ritornello: “I nostro locali, bar, ristoranti e i loro splendi dehors sono tra gli elementi identificativi di Roma, famosi per il loro calore e l'accoglienza”.
Finiscono in archivio le persecuzioni dei vigili urbani metro alla mano, la rigidissime regole per il rispetto dei canoni dettati dalla città storica e la lotta tra pedoni e tavolini.