Roma

Coronavirus, rivolta nel carcere di Rebibbia: arrestati nove detenuti

Primi arresti nell'indagine iniziata dopo le rivolte avvenute nel mese di marzo, ad inizio pandemia: le accuse vanno dalla devastazione al sequestro di persona

Coronavirus, rivolta nel carcere di Rebibbia: nove arresti sono stati eseguiti dalla Polizia Penitenziaria, coordinata dalla procura di Roma, per le rivolte avvenute tra il 7 e 9 marzo scorso nel penitenziario. I disordini erano scoppiati dopo le disposizioni del Governo legate alle misure di contenimento della pandemia da Covid-19.

I nove detenuti - di età compresa tra 23 e 41 anni - raggiunti dalla misura cautelari rientrano tra i 55 indagati ai quali, al termine degli accertamenti del procuratore Michele Prestipino e dei pm Eugenio Albamonte e Francesco Cascini, era stato notificato l’avviso di conclusione delle indagini lo scorso agosto. I reati contestati, a vario titolo, sono quelli di devastazione, saccheggio sequestro di persona, lesioni e resistenza a pubblico ufficiale.

Alla loro individuazione si è arrivati anche grazie all’esame delle immagini del sistema di videosorveglianza. Sono state così accertate dagli inquirenti di piazzale Clodio le responsabilità individuali nel corso della protesta, che ha toccato prima il reparto G11 per poi estendersi ad altri settori di Rebibbia Nuovo Complesso coinvolgendo centinaia di detenuti. Nel corso della rivolta, oltre al saccheggio di infermeria e biblioteca e alla devastazione di interi settori, un ispettore è finito in ospedale, con una prognosi di 40 giorni, dopo essere stato accerchiato e colpito con calci e pugni.

Ma l'indagine non è ancora chiusa: secondo gli inquirenti, "allo stato non sono emersi elementi che dimostrino una regia comune" tra gli scontri di Roma e quelli esplosi in altri istituti penitenziari, da Milano a Modena, fino a Foggia e Palermo. Ci furono contatti tra detenuti e i loro familiari, di certo tutti o quasi sapevano che cosa stava accadendo nelle carceri, ma dalle indagini "non è emerso un collegamento preventivo tra le rivolte", si apprende da chi indaga.

"Grazie alle indagini della Polizia Penitenziaria sono state ricostruite le responsabilità individuali con la contestazione dei reati di devastazione e saccheggio in carcere. Il Covid è un problema ma qui si parla di condotte che vanno oltre qualsiasi protesta", ha detto il procuratore Michele Prestipino.