Roma
Coronavirus, Roma Fase 2: commercio e turismo devastati. Un dramma sociale
I numeri sulle chiusure delle attività impongono a Roma una nuova politica di interventi pubblici. Le proposte di Andrea Catarci
di Andrea Catarci *
Coronavirus, sebbene non ci siano analisi e stime precise, all’interno di un quadro complessivamente grave è chiaro che su alcuni settori dell’economia romana e dell’occupazione i danni prodotti dalla pandemia (sono e) saranno devastanti.
Si tratta del commercio, dell’artigianato, del turismo e della ricettività collegata. Mentre restano ancora sfumati i contorni della famigerata fase 2, ci sono già indizi sufficienti a dare l’idea delle proporzioni.
Guardando alle attività al dettaglio molte, che erano in difficoltà e sul margine prima, adesso rischiano di fallire e chiudere definitivamente, come spiega il recente rapporto della Cna, la Confederazione Nazionale dell’Artigianato e delle piccole e medie imprese. Si tratta di quattro negozi su dieci, dalle gelaterie alle pasticcerie all'abbigliamento, di almeno 3 su 10 fra ristoranti, centri estetici, bar e alberghi, con un calo del fatturato fino all' 85% per questi ultimi.
Nel centro storico ci sono migliaia di negozi chiusi, molti per il caro affitti, mentre la “turistizzazione” modello airb&b sta dimostrando tutta la sua gracilità: è nell’intreccio con la fruizione dei beni culturali e con intrattenimento e divertimento che si possono battere strade differenti. Grave è anche lo stato di circa 8.000 imprese edili sulle oltre 63.000 e di 600 autoriparatori su più di 6.000.
Un sondaggio della Camera di commercio conferma che tre imprese su dieci sono intenzionate a non riaprire: troppe le incognite, i costi da affrontare, le previsioni di incassi annuali giù del 60/70%.
C’è una grande questione sociale all’orizzonte
A Roma e provincia ci sono 1.800 alberghi, 12.000 ristoranti, 11.500 bar, 16.500 centri estetici, 1.375 pasticcerie, 1.109 bigiotterie, 61.000 negozi di vario genere: con la chiusura di oltre il 30% del totale migliaia di addetti sono e resteranno privi di lavoro e reddito, commesse, bariste, cuochi, camerieri, guide, accompagnatori… Pochissimi proprietari sono in grado di anticipare i soldi promessi con gli ammortizzatori sociali, come poche sono le persone che hanno ricevuto contante dalla Cigd - Cassa integrazione in deroga - e dal Fis, il Fondo di sostegno per i dipendenti dei pubblici esercizi. C’è una grande questione di reddito all’orizzonte, generale e legata agli ambiti sopra richiamati, aggravata dalla presenza di un microcosmo ampio di lavoro sommerso che non può essere abbandonato al suo destino perché più difficile da afferrare.
Sono urgenti provvedimenti di sostegno al reddito per tutti tali da far ripartire i consumi. Per le piccole e medie imprese sono determinanti anche sgravi fiscali e interventi ad hoc per calmierare il mercato degli affitti, altrimenti le misure di accesso al credito previste da Governo e Regione rischiano di rivelarsi inutili, visto che si dovranno anche affrontare spese aggiuntive come i gel, la sanificazione, la misurazione della temperatura del cliente.
Serve una strategia pubblica per Roma
L’emergenza coronavirus mette in risalto come, a tutti i livelli, per mantenere la coesione sociale sia fondamentale ricorrere massicciamente alla leva pubblica. Nella nostra Capitale è indispensabile assicurare la tutela e la sicurezza della comunità cittadina e contemporaneamente preparare gli indirizzi e gli strumenti per il rilancio:
- puntare sulla centralità storica, culturale e archeologica;
- sostanziare il green deal cittadino;
- curare la città con un nuovo welfare sul terreno socio-sanitario e dalla prevenzione;
- aprire centinaia di piccoli cantieri, finalizzati in particolare alla manutenzione urbana e alla riqualificazione/adeguamento delle strutture scolastiche;
- rinnovare le devastate aziende controllate e partecipate e uscire dallo shock di asset strategici come i trasporti, i rifiuti e l’urbanistica;
- predisporre ulteriori servizi incentivando anche gli investimenti di fondazioni e privati interessati;
- ridisegnare l’offerta turistica all’insegna di sicurezza e valorizzazione del territorio.
Perché non resti un elenco – peraltro ampiamente incompleto - di buoni propositi, sarà necessario vincere la sfida sul terreno della regia pubblica dei processi e avere un’amministrazione comunale in grado di assumere un ruolo centrale. Il contrario di quello che hanno fatto la Sindaca Raggi e la sua giunta, che da quattro anni si defilano da responsabilità e scelte e nel tempo del covid19 sono stati latitanti persino nell’azione di solidarietà, delegandola completamente alle reti civiche del volontariato e dell’associazionismo. Una volta che la città si sarà liberata sia dell’emergenza attuale che dello sgoverno grillino dovrà trovare le energie e la creatività per mettersi a correre, elaborando, sviluppando, trasformando, valorizzando, redistribuendo, senza lasciare indietro nessuno. Avanti Roma.
* Andrea Catarci, coordinatore del Comitato scientifico di Liberare Roma