Roma

Coronavirus Roma, l'apocalisse dei trasporti: caos controlli e niente filobus

Da lunedì parte la Fase 2 ma sul trasporto pubblico non tutti i nodi sono stati sciolti. Sì all'obbligo delle mascherine ma niente distributori di gel sui mezzi

Coronavirus, Roma si prepara all'apocalisse dei trasporti: a pochi giorni dall'inizio della Fase 2, è ancora caos tra Comune e Regione. Il principale nodo è quello dei controlli, ma spunta anche il problema filobus: la flotta resterà nei depositi perché le batterie sono tutte scariche.

 

L'ordinanza della Regione infatti non è ancora arrivate ma al momento di certo c'è che le mascherine saranno obbligatorie, i mezzi potranno essere riempiti al 50% della loro capienza con posti a sedere e in piedi (sui bus la media sarà di 40 persone), niente distributore di gel sui mezzi, obbligo di salita dalla porta posteriore e discesa da quella centrale sui bus e l'allungamento dell'orario delle corse fino alle 23 oltre all'obbligo di mantenere la distanza di sicurezza di almeno un metro.

Ma chi controllerà il contingentamento dei passeggeri? Chi controllerà se avranno tutti la mascherina? Mentre Cotral ha fatto sapere che ricorrerà alle assunzioni, Atac non ha né verificatori a sufficienza né la possibilità di assumere. Raggi ha provato a chiedere al prefetto Pantalone l'utilizzo dell'esercito, ricevendo un secco no. Così l'idea è andata sui vigili, che però saranno impegnati a regolare il traffico che tornerà ad avvicinarsi ai livelli pre-pandemia. Visto il personale a disposizione, Atac si limiterà a organizzare presidi di contingentamento dei passeggeri nelle stazioni di maggiore afflusso e ai capolinea bus e tram.

Sulla questione è intervenuto anche il presidente della Regione Lazio Zingaretti, che però si affida totalmente al buon senso dei cittadini: “Oltre alle regole serve la responsabilità delle persone e fino ad oggi ce ne è stata tantissima, pensiamo ai supermercati dove tutti si sono messi in fila rispettando le distanze. Per il trasporto locale la cosa è più difficile ma ci vuole responsabilità. Le regole sono chiare, la mascherina limita di molto il rischio di contagio, come anche il distanziamento sociale. Ma il rispetto di queste regole non può essere affidato alle forze dell’ordine ma al senso di responsabilità delle persone”, ha detto ai microfoni di Centociittà su Radio1.

In soccorso sono però arrivati i sindacati che hanno siglato un accordo lampo con Atac per si che i lavoratori potranno uscire dalla cassa integrazione e supportare le operazioni di informazione e di contingentamento dei flussi. I lavoratori non saranno però obbligati a farlo poiché l'uscita è su base volontaria. “L'accordo prevede – spiegano il Segretario Generale della Fit-Cisl del Lazio, Marino Masucci, e il Segretario regionale responsabile del dipartimento Mobilità della Fit-Cisl del Lazio, Roberto Ricci – l’impiego, su base volontaria, dei lavoratori dell’azienda in Fondo bilaterale di solidarietà per le operazioni di informazione e supporto ai passeggeri, per il contingentamento dei flussi nelle stazioni di maggior affluenza delle metropolitane e Ferrovie concesse, e per il presidio delle portinerie. Si tratta di un’importante intesa ‘win-win’, che va incontro sia ai dipendenti dell’azienda, alcuni dei quali sono in sospensione dal lavoro al 100%, che ai cittadini, i quali potranno godere di un servizio più sicuro ed efficace”.

Ma i problemi non finiscono qui poiché in strada non potrà tornare la flotta dei filobus. Ai mezzi, una volta parcheggiati nel deposito, non è stata mai staccata la batteria e ora sono tutte scariche rendendoli così inutilizzabili. Il gruppo Pd si è accorto della situazione ed ha presentato una interrogazione sull'argomento al sindaco Raggi, a firma del consigliere comunale Ilaria Piccolo. “Appalti conclusi e non rinnovati e filobus fermi – scrive il consigliere in una nota –. Quanto potrebbe accadere nei prossimi giorni per il servizio filobus è grave. Si tolgono dal servizio vetture importanti proprio nell’avvio della Fase 2 dove c’è più necessità di mezzi pubblici. I tecnici della società Skoda, infatti, sono rientrati in Repubblica Ceca e l’appalto della ditta Amati si è chiuso per scadenza dei termini. I filobus della rimessa di Tor Pagnotta, impiegati nei corridoi della mobilità, dal 1° maggio non effettueranno più corse. Il motivo, da quanto apprendiamo, riguarda appunto il venir meno del servizio di manutenzioni ormai scaduto e non più disponibile nei prossimi mesi”.