Roma
Coronavirus, Raggi blocca Roma. Secondo mandato e romani a casa: il piano
Il sindaco Virginia Raggi sulla ricandidatura: “Non è il momento di parlarne”. E per rivedere i romani in strada bisognerà attendere oltre il 4 maggio
Coronavirus, Virginia Raggi blocca Roma. Il sindaco pensa ancora ad un secondo mandato, non chiude la porta alla ricandidatura e rimanda il problema a data da destinarsi. E avvisa i romani: “Il 4 maggio tutti in strada? Non sarà così”.
Come spesso accade quando si tocca l'argomento Raggi-bis, il sindaco continua a sviare non confermando e, soprattutto, non smettendo mai la cosa. Questo conferma che nei pensieri della prima cittadina l'ipotesi di un secondo mandato c'è eccome. Intervistata a “Centocittà” su Radio1, sul tema ricandidatura la Raggi ha infatti detto: “Non è il momento di parlare di poltrone, siamo al lavoro per l'emergenza, è il momento di rimboccarsi le maniche”.
Passando invece all'emergenza Coronavirus, il sindaco di Roma ha avvisato i romani che quando partirà la Fase 2 non si tornerà ancora alla normalità: “Non immaginiamoci che il 4 maggio torneremo tutti in strada, non sarà così, serviranno gradualità e prudenza. Con Atac stiamo lavorando assieme alle compagnie telefoniche per ottenere, in maniera assolutamente anonima, i flussi di quanta gente si sposta e quali linee utilizza maggiormente”. E proprio su Atac, Raggi ha precisato che la consegna dei 328 nuovi bus prevista per aprile è stata spostata all'estate perché la fabbrica ad Avellino che li produce si è fermata causa Covid-19.
“Stiamo ragionando sulla possibilità di scaglionare gli orari di ingresso durante la mattinata tra le diverse attività per non avere più la concentrazione dei flussi di traffico nello stesso momento, molte facoltà dell'università ad esempio già non iniziavano più le lezioni prima delle 11 di mattina”, ha aggiunto la Raggi.
Sulla possibilità di effettuare il test sierologico ai dipendenti comunali prima di farli rientrare al lavoro in ufficio, la Raggi ha precisato che è in corso un “confrontando con la Regione” che il Comune di Roma “non ha preclusioni”.
Infine il sindaco ha ribadito la necessità di un decreto “Cura Italia” per dare più risorse alle città: “Le città sono i pilastri dell'Italia. Ci stiamo cautelando ma nessuna città potrà resistere in eterno senza tributi, perché di fatto in questo momento non ne incassiamo. Per questo stiamo lavorando con il Governo ad un decreto cura Comuni, che ci consenta di liberare risorse che abbiamo già a disposizione ma che non possono essere utilizzate per i vincoli di spesa pubblica”.