Roma

Coronavirus, Roma si ferma: 7 mila controlli, 40 denunce. Il video col drone

Un pomeriggio al posto di blocco di via Prenestina, porta est della città, chiusa per virus. Controlli persino sui bus Atac. Le immagini col drone

di Fabio Carosi

Coronavirus Roma: un conto sono i proclami del Campidoglio e del sindaco, tutt'altra cosa è controllare un quarto di milione di chilometri di strade che portano a Roma da ciascuni dei 121 Comuni dell'Hinterland. Una macchina della Polizia Locale per ciascuna strada dal mattino alla sera. Due vigili per pattuglia armati di guanti, mascherina e paletta per fermare chi tenta di accedere alla Capitale.

Il posto di blocco sulla via Prenestina è la porta est della città e, per volume di traffico, la supera solo il tronchetto urbano della Roma-L'Aquila. I due agenti indossano i guanti ma non le mascherine di protezione, “perché la dotazione è quella che è e bisogna risparmiare per darle prima ai medici - spiega Marco Milani della Polizia Locale di Roma Capitale e coordinatore romano della Ugl – così ci teniamo a debita distanza dagli automobilisti ma siamo pronti a proteggerci, qualora le condizioni dovessero richiedere un contatto ravvicinato. Nell'auto di servizio c'è tutto il kit”.

 

La via Prenestina dopo l'ora di pranzo sembra un deserto. Sembra, perché mentre l'orologio corre, il silenzio spettrale viene rotto dal rumore di un'auto che si avvicina. Paletta sulla strada, viene invitata ad accostare e scatta il controllo dei documenti, a partire dal foglio dell'autocertificazione. Due volte su 3 è in bianco, 1 volta su due non ha i riferimenti del documento di identità e invece della destinazione della farmacia o del supermercato con via e civico, riporta genericamente “vado a fare la spesa” o “vado a prendere le medicine”. “Non basta, non basta – spiega Milani – devono essere precisi e perché è impensabile che uno parta da Finocchio per andare a fare la spesa a Ponte Milvio. Lo devono capire che devono stare nel quartiere”.

Il via vai è lento ma continuo e nella “rete” finisce anche un bus Atac. Sventola la paletta e l'autista accosta: l'agente da aprire le porte e controlla che all'interno non ci sia nessuno. Diversamente avrebbe fatto scendere il passeggero e, a debita distanza - avrebbe chiesto il foglio autorizzativo e un documento di identità. Sembra che i romani abbiamo capito che devono stare a casa e uscire solo in caso di necessità E' il turno di un ragazzo a bordo di una Smart che viene fermato e “sulla fiducia” rimandato indietro perché è sena documenti. Dopo 20 minuti si riaffaccerà al controllo con la patente in mano e all'agente sussurra: “Sono tornato con le carte in regola ora posso andare in farmacia”.

Andrà avanti così sino a notte inoltrata e il bilancio complessivo premia Roma, finalmente città con la testa sulle spalle. Su quasi 5 milioni di automobilisti sono 40 quelli denunciati a fonte di 7 mila controlli. I vigili ce l'hanno messa tutta. I numeri dicono che i romani hanno capito.