Roma
Coronavirus e tumori, pazienti a rischio tutelati: accordo medici-Governo
Il Ministro della Salute, Roberto Speranza, ha accolto la richiesta di oncologi, ematologi e cardiologi: al via tavolo tecnico per tumori e malattie del cuore
Coronavirus e tumori, i pazienti a rischio contagio sono ora tutelati: è stato istituito, su proposta di Fondazione Insieme contro il Cancro, il Tavolo Tecnico del Ministero della Salute formato da oncologi, ematologi e cardiologi, per gestire i pazienti colpiti da queste tre patologie durante l’emergenza della pandemia Covid-19.
Fanno parte del Tavolo Tecnico le società scientifiche di riferimento, Fondazione Insieme contro il Cancro con AIOM (Associazione Italiana di Oncologia Medica), SIE (Società Italiana di Ematologia) e Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus con SIC (Società Italiana di Cardiologia), che, nelle scorse settimane, hanno stilato la “Proposta di gestione dei pazienti in Oncoematologia, Oncologia e Cardiologia nella fase 2 dell’infezione da Covid-19”. Il Documento è stato inviato e accolto dal Ministro della Salute, Roberto Speranza.
“La richiesta di istituire il Tavolo tecnico era stata avanzata nella conferenza stampa promossa lo scorso 28 aprile dalle società scientifiche – spiega il prof. Francesco Cognetti, Presidente di Fondazione Insieme contro il Cancro e coordinatore del Tavolo Tecnico –. Ringraziamo il Ministro Speranza, per aver accolto la nostra richiesta. Nel Documento, nel capitolo relativo alla gestione dei pazienti oncologici, è evidenziato che i cittadini con tumori e malattie del cuore (circa 11 milioni di persone in Italia) sono fragili e rischiano di vedere compromesse le opportunità di cura a causa della pandemia Covid-19. Questi pazienti infatti sono andati incontro a sospensioni di terapie o cancellazioni di interventi chirurgici, visite di controllo e altri gravi inconvenienti, su cui bisogna al più presto intervenire. Le problematiche sono ben illustrate nell’introduzione al capitolo dei pazienti oncologici. Per questo, è essenziale stilare quanto prima linee guida e protocolli di trattamento per queste categorie di pazienti, uniformi sul territorio nazionale, anche per evitare disparità regionali”.
La decisione di istituire il Tavolo Tecnico è scaturita dopo una riunione delle società scientifiche di riferimento con il prof. Franco Locatelli, Presidente del Consiglio Superiore di Sanità e membro del Comitato tecnico scientifico della Protezione Civile, delegato del Ministro della Salute. “Il Tavolo tecnico nasce, quindi, per uniformare i percorsi di assistenza, identificando linee guida e protocolli attraverso il coinvolgimento delle società scientifiche – afferma il prof. Cognetti –. Negli ospedali, vanno definiti percorsi differenziati rispetto agli spazi riservati ai malati Covid. Per garantire la sicurezza dei reparti, da un lato, è importante eseguire i tamponi nei pazienti onco-ematologici entro 48 ore dall’inizio dei trattamenti, uniformando i tempi di refertazione. Dall’altro lato, serve un monitoraggio degli operatori sanitari. Senza dimenticare la prevenzione. Devono riprendere sia gli screening oncologici, interrotti in questo periodo di emergenza, creando campagne per sensibilizzare la popolazione, che le visite di controllo, anche mediante la telemedicina. Vanno riattivati i Day Hospital ancora chiusi, perché le attività differite ricomincino. E serve un nuovo impulso per le sperimentazioni cliniche, soprattutto per gli studi sulla medicina personalizzata e sui marcatori biologici. Nella fase 3, il sistema sanitario deve essere riorganizzato, con un rinforzo della medicina territoriale sia sul fronte della prevenzione che della gestione della cronicità”.
“In Italia, vivono 3 milioni e 460mila persone dopo la diagnosi di tumore e un milione e 190mila pazienti sono in trattamento attivo – sottolinea il prof. Giordano Beretta, Presidente Nazionale AIOM e Responsabile Oncologia Medica Humanitas Gavazzeni di Bergamo –. La garanzia di reparti ‘Covid free’ si basa, oltre che sull’uso di tamponi in pazienti e operatori, su un principio cardine: il personale sanitario, che si occupa di malati così fragili, non va ridistribuito in posti di emergenza Covid, ma deve essere destinato esclusivamente all’assistenza dei malati oncologici, in modo che non sia in contatto con reparti a rischio. Percorsi differenziati, attraverso ambienti ospedalieri dedicati, garantiscono l’isolamento di pazienti e operatori da eventuali fonti di contagio esterne e interne. Definite e applicate queste procedure, bisogna prepararsi per settembre e ottobre, mesi in cui è possibile una recrudescenza della pandemia, stabilendo modelli condivisi e subito operativi”.
“Una delle proposte concrete contenute nel Documento riguarda anche l’attivazione di prescrizioni terapeutiche per tre mesi, per limitare il numero di accessi del paziente o dei familiari – spiega ancora il prof. Cognetti –. È da incentivare, in questi casi, la consegna a domicilio del farmaco prescritto per le terapie orali o le terapie di supporto di semplice esecuzione. Anche la chirurgia oncologica dovrà essere svolta in unità Covid-free, con la necessità di sottoporre a tampone tutti i pazienti candidati ad un intervento entro 48 ore prima dell’atto operatorio”.
“Su indicazione del Comitato tecnico scientifico e del Ministero della Salute, è opportuno che le Regioni identifichino gli ospedali Covid, o almeno i reparti Covid, con percorsi completamente separati – sottolinea il prof. Franco Locatelli –. I posti di terapia intensiva, creati in emergenza, saranno stabilizzati in maniera definitiva, evitando però che sottraggano letti agli altri reparti. Servono percorsi differenziati per i pazienti fragili e concordiamo con la necessità di monitorare il personale sanitario e di impiegare in questi reparti personale esclusivamente dedicato, a meno di situazioni emergenziali che pongano esigenze indifferibili di rimodulazione in ambito infettivologico”.
“Nella stesura del Documento, siamo partiti dal presupposto che i nostri pazienti, in quanto particolarmente immunodepressi, abbiano un rischio maggiore di infezione severa e, quindi, possano essere costretti ad interrompere terapie curative o possano presentare una maggiore mortalità da Covid-19 – afferma il prof. Paolo Corradini, Presidente SIE e Direttore Ematologia Istituto Nazionale Tumori di Milano –. Siamo nel contesto di una situazione ancora seria, con un rischio concreto di future riaccensioni dell’epidemia in assenza di terapie efficaci e di una vaccinazione di massa. Abbiamo, quindi, avanzato proposte utili innanzitutto ai pazienti, perché sono più fragili, e poi agli operatori sanitari e a tutti i cittadini. In particolare, i pazienti con indicazione al ricovero per indagini diagnostiche, terapia o trapianto dovrebbero essere ricoverati solo se con tampone recente con esito negativo (eseguito non oltre le 48-72 ore precedenti). L’infezione da Covid-19 potrebbe avere una recrudescenza nel periodo autunnale e invernale; pertanto, nel Documento suggeriamo di vaccinare contro l’influenza e lo streptococco tutti i pazienti, i loro caregiver, gli operatori. Vanno senza dubbio incentivate anche le forme di telemedicina, che però dovrebbero prevedere piattaforme omogenee tra i vari ospedali e meccanismi amministrativi che regolino questa attività, che durante la pandemia è stata surrogata via telefono o via mail”.
“La riduzione del 50% del numero di ricoveri nelle unità operative di terapia intensiva cardiologica (UTIC) e la mortalità ospedaliera triplicata per infarto miocardico in epoca Covid-19, come dimostrato da uno studio della Società Italiana di Cardiologia su 54 ospedali nel nostro Paese, pongono l’attenzione sulla necessità urgente di una riorganizzazione sanitaria post Covid-19 – evidenzia il prof. Ciro Indolfi, Presidente SIC e ordinario di Cardiologia all’Università Magna Grecia di Catanzaro –. Inoltre i pazienti cardiopatici hanno una prognosi peggiore se contagiati da SARS-CoV-2. Non vanno resi vani i grandi progressi effettuati dalla Cardiologia negli ultimi 20 anni, che si sono tradotti in un sensibile allungamento della vita media”.
“Vi è grande preoccupazione che la pandemia Covid-19 possa portare ad un aumento della mortalità cardiovascolare non solo per il coinvolgimento cardiaco dell’infezione che si verifica in circa il 20% dei pazienti, ma anche per il recente sovvertimento dei percorsi e dei protocolli cardiologici provocati dalla pandemia – conclude il prof. Francesco Romeo, Presidente Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus e Direttore Cardiologia Policlinico Tor Vergata Roma –. Per questo, nel Documento, indichiamo quattro punti strategici: la riorganizzazione della rete cardiologica per ripristinare l’accesso alle cure delle patologie tempo-dipendenti; il rapido ripristino dei posti letto, ambulatori e personale per riorganizzare la cardiologia ospedaliera, ambulatoriale e territoriale; l’implementazione di una strategia di telecardiologia che necessita di modelli organizzativi nuovi; e l’implementazione delle figure di infermieri professionali e personale specializzati nel controllo domiciliare dei pazienti”.
I componenti del Tavolo Tecnico sono il prof. Francesco Cognetti (Presidente di Fondazione Insieme contro il Cancro e coordinatore del Tavolo Tecnico), il prof. Franco Locatelli (Presidente del Consiglio Superiore di Sanità), il prof. Giordano Beretta (Presidente Nazionale AIOM), il prof. Paolo Corradini (Presidente SIE), il prof. Ciro Indolfi (Presidente SIC) e il prof. Francesco Romeo (Presidente Fondazione Italiana Cuore e Circolazione Onlus). Il prof. Massimo Galli (Divisione di Malattie Infettive Ospedale Sacco, Università di Milano), il prof. Sergio Abrignani (Istituto Nazionale di Genetica Medica, Università di Milano), il prof. Fabio Ciceri (Presidente Gruppo Italiano per il trapianto di midollo osseo Università “Vita-salute” San Raffaele di Milano) e la dott.ssa Chiara Oltolini (Divisione di Malattie Infettive Ospedale San Raffaele, Milano) hanno anche collaborato alla stesura del Documento.