“Corri” per fuggire dalla depressione e dalla sofferenza: il libro di Di Sante
La corsa “dall’inferno a Central Park” del giornalista runner, autore del romanzo finalista del premio "Un libro per il cinema - Paolo Villaggio"
Quando la corsa salva la vita: una storia di rinascita e redenzione nel romanzo “Corri. Dall’inferno a Central Park” del giornalista Roberto Di Sante.
"Corro perché raccolgo i sogni stracciati e li riappiccico metro dopo metro. Corro perché lavo i peccati e sporco il domani di speranze. Corro perché mi crescono i muscoli per fare a botte con miei incubi": tre motivi per correre, ma ce ne sono molti di più nel romanzo di Ultra Edizioni, tra i finalisti del premio "Un libro per il cinema - Paolo Villaggio".
La fuga dal pozzo buio della depressione, da quell’eterno istante di sofferenza, attraverso il filo luminoso di una passione. Di un sogno impossibile: correre la maratona di New York, come nel caso del protagonista del libro, Aldo Amedei, un ex giornalista di successo che ha perso tutto e vive nella prigione del suo male oscuro. Torturato da mostri, fantasmi e rimpianti. Ma quando tutto sembra finito, quando sta volando giù dal quarto piano della sua casa, un folle desiderio lo blocca a pochi centimetri dal suolo. Lui ci si aggrappa e risale verso quella che una volta chiamava vita. Riconquistandola. Metro dopo metro, passo dopo passo. Cadendo e rialzandosi più volte, anche se fa male. Ma non molla. Per amore e con l’amore della sua giovane compagna. Con l’aiuto di un medico viaggiatore, un coach inaspettato e un nipote più pazzo di lui. Spuntando l’anima, su strade piene di angeli e avvoltoi, torna a vivere e a sognare. Arricchendo il suo cuore con nuovi amici e nuove emozioni. In attesa della battaglia finale tra la vita e la morte: i 42 chilometri e 195 metri della maratona di New York.
Una battaglia che sta combattendo tanta gente che in pochi mesi ha fatto proprio il libro, vicino già alla terza ristampa. Tanto che la Società Italiana di Psichiatria ha invitato l’autore a parlare il 14 ottobre al Congresso nazionale che si svolgerà a Torino. Centinaia le lettere e le testimonianze arrivate a Roberto Di Sante da chi combatte la depressione e ha trovato nelle pagine di "Corri" la forza per andare avanti. Per riscattarsi.
"Il libro – spiega Di Sante - non mi appartiene più, ma ormai è di chiunque cade e si rialza. Quello che mi sorprende, e mi commuove, sono le persone che svelano per la prima volta i loro segreti e li condividono pubblicamente. Come a formare una trincea di luce contro le forze del buio".
La corsa cura l’anima e salva la vita? "Sì, ma non solo la corsa. Basta una passione qualsiasi, purché vera. L’importante è non smettere mai di sognare".
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