Roma
Corviale addio, il "serpentone" cambia pelle: 22 milioni per la rinascita
Il simbolo della periferia e della illegalità di Roma dice basta al degrado
Corviale, addio degrado. Il “serpentone”, simbolo della periferia e della illegalità di Roma, rinasce e cambia pelle. Regione Lazio e Ater Roma preparano un investimento di 22 milioni di euro per la rinascita.
Nuovi appartamenti, ristrutturazione dei vecchi e l'abbattimento degli abusivi. Dopo anni di attesa, parte ufficialmente, lunedì 21 gennaio, il progetto di riqualificazione del polo urbanistico del Corviale. I progetti, banditi e coordinati da Ater Roma (l'Azienda regionale proprietaria dell'immobile) e per i quali è previsto un investimento di 22,7 milioni di euro, riguardano due principali interventi complementari: la ristrutturazione del quarto piano della struttura urbanistica che dovrebbe essere completata entro i prossimi 5 anni e la rigenerazione urbana con l'obiettivo di migliorare l'accessibilità all'edificio, la vivibilità e la sicurezza dei percorsi interni e degli spazi comuni.
Proprio come nel film “Scusate se esisto”, che aveva come protagonista l'architetta Serena Bruno (interpretata da Paola Cortellesi) e il recupero del Corviale, il mega edificio, simbolo per decenni di degrado e illegalità può finalmente tornare a sognare una nuova vita, attraverso interventi che ne miglioreranno radicalmente l'aspetto e la qualità della vita per i residenti.Il quarto piano di Corviale era destinato, secondo il progetto originario dell'architetto Mario Fiorentino, non ad abitazioni ma a negozi, laboratori, spazi comuni.
Fin dai primi anni '80, invece, è stato oggetto di occupazioni ed è stato riempito di alloggi costruiti con edilizia fai-da-te, con materiali scadenti e impianti totalmente fuori norma potenzialmente molto pericolosi (allacci elettrici abusivi, bombole di gas etc.).
Il nuovo progetto prevede, invece, l'abbattimento dell'esistente e la ricostruzione di 103 nuovi appartamenti. La direzione dei lavori sarà affidata proprio all'architetto Guendalina Salimei, vincitrice del bando Ater del 2006. I lavori sono ripartiti in 10 fasi per la durata di 5 anni. Si partirà con la ristrutturazione di 9 appartamenti che verranno consegnati in 6 mesi. Attraverso un lungo lavoro di informazione e ascolto (ogni famiglia è stata incontrata), è stato predisposto un piano di turnazione dei nuclei familiari attualmente residenti cui è stato assegnato un altro alloggio momentaneo. Il costo del progetto di riqualificazione è di 10,5 milioni di euro circa (di cui 9 milioni sono fondi messi a disposizione dalla Regione Lazio e 1,5 milioni provengono dal Mit). A questa cifra si aggiungono oltre 500 mila euro per il concorso internazionale di progettazione che la Regione Lazio ha bandito e finanziato nel 2015. In tutto dunque saranno spesi 11 milioni di euro. L'altro progetto, che verrà portato a termine in maniera complementare, ha come principale obiettivo quello di modificare le aree comuni del maxi edificio Corviale per ottenere una nuova e migliore qualità urbana degli spazi pubblici nonché una migliore vivibilità e sicurezza all'interno dell'edificio lungo tutti i percorsi orizzontali e verticali. In particolare, si modificheranno gli ingressi dal piano strada, portandoli dagli attuali 5 a 27 per rendere a misura d'uomo gli accessi all'edificio, verranno creati una nuova piazza e spazi pubblici su via Poggioverde, saranno risistemati i locali di via Ferrari, destinandoli a laboratori artigiani e atelier artistici, e saranno riqualificati gli spazi verdi. Il progetto è interamente finanziato dalla Regione Lazio con 11, 7 milioni di euro. L'intervento, di cui si è conclusa la progettazione definitiva, entrerà nella sua fase operativa entro il 2019.
Una volta finiti i lavori le nuove case saranno restituite a coloro che avranno i titoli necessari. Mentre "per gli occupanti senza titolo - ha spiegato Andrea Napoletano, direttore generale Ater Roma, a margine dell'evento che ha dato il via ai lavori del Corviale - bisogna fare una distinzione fra coloro che non hanno i requisiti per stare in una casa Erp (al Corviale tre nuclei con queste caratteristiche sono stati allontanati, altri, invece, hanno abbandonato spontaneamente l'immobile perchè per esempio avevano delle altre proprieta') e quelli che hanno i requisiti ma sono senza titolo e in forza di una legge regionale, la 9 del 2017, è permesso il loro trasferimento per 'esigenze di cantiere'. Questa categoria - ha specificato - non avrà i nuovi alloggi al Corviale". Infine il direttore generale Ater Roma ha sottolineato che "le famiglie del quarto piano erano 130 e i nuovi alloggi sono 103, quindi stimiamo un 20% di famiglie che non sono titolate e che non possono arrogarsi il diritto. Qualcuno dei 103 appartamenti potrà dunque rimanere vuoto. A questo punto - ha concluso - si scorreranno le graduatorie del Comune tra i 12 mila che vi figurano".
Ad inaugurare ufficialmente l'inizio dei lavori il presidente della Regione Lazio, Nicola Zingaretti, che ha esordito dicendo: "Voglio dare simbolicamente un abbraccio a tutti i cittadini che in questi 30 anni hanno perso la speranza. La vicenda di Corviale sembrava una vicenda chiusa in un groviglio non risolvibile. Abbiamo fatto di tutto, invece, per portare a termine questa sfida. È uno dei più grandi interventi di riqualificazione non solo per Roma ma per tutta Italia"."
"Questa volta ci siamo – ha continuato Zingaretti - Ci sono 22 milioni di euro e sono già iniziati i lavori nei primi appartamenti. Corviale fa parte della storia della Capitale e grazie a questo lavoro ora risorgerà e ridarà speranza e fiducia alle persone. Il progetto - ha aggiunto il presidente della Regione Lazio - è bellissimo e sono contentissimo di poter dire alle persone 'non perdete la fiducia' perché quando c'è passione, onestà, pulizia e visione le cose possono cambiare e in questo caso stanno cambiando. Non ci credeva più nessuno, ma non potevamo permettere che questa parte di Roma venisse percepita all'infinito come qualcosa di negativo".
Zingaretti ha poi spiegato che oggi ha consegnato, in attesa della fine dei lavori, le prime due chiavi degli appartamenti a due famiglie che entro 6 mesi torneranno nelle nuove case. Sull'assegnazione dei nuovi appartamenti "valuteremo - ha concluso Zingaretti - caso per caso, affinché nessuno rimanga per strada. Non creiamo terrore, perché bisogna fidarsi delle istituzioni che funzionano".