Roma

Covid, le spese di Zingaretti e Arcuri nel mirino della Corte dei Conti

Nel discorso di apertura dell'anno Giudiziario il procuratore Pio Silvestri: “La Procura approfondirà le spese del Commissario Arcuri e della Regione Lazio"

“La Procura certamente si dedicherà ai necessari approfondimenti istruttori in ordine alle tematiche connesse agli acquisti legati all’emergenza pandemica effettuati dalla gestione commissariale e dalle altre centrali di acquisto aventi sede nella Regione Lazio al fine di dare conto, per quanto possibile, delle risorse spese”.

Lo scrive il procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio, Pio Silvestri, nel suo intervento per la cerimonia di inaugurazione dell’anno giudiziario 2021.“Prioritaria attenzione verrà posta, come da indicazione della procura generale, alle procedure di spesa - prosegue - che si attiveranno con le risorse europee del Recovery Fund proprio nell’ottica, prima indicata, di garantire, attraverso il contrasto alla frode nazionale, lo stesso bilancio dell’Unione”.

Sempre nel discorso inaugurale, scrive il procuratore generale della Corte dei Conti del Lazio, Pio Silvestri: “La terza sezione d'appello, con sentenza pubblicata il 13 gennaio 2021, in accoglimento del gravame della Procura ha dichiarato la competenza della sezione giurisdizionale del Lazio sul giudizio di responsabilità intentato a carico di numerosi funzionari pubblici per i lavori di realizzazione della linea C della metropolitana di Roma con un danno stimato pari a 221.496.718 euro".

E insomma di nuovo i fari accesi sul supercommissario al'Emergenza, nonché ad di Invitalia,  Domenico Arcuri, che non sta passando un periodo tranquillo. Un po' per l'inchiesta della Gdf sugli affidamenti, per un ammontare di 1,25 miliardi di euro, effettuati dallo stesso Arcuri a favore di 3 consorzi cinesi per l'acquisito di più di 800 milioni di mascherine di diversi tipi, con l'intermediazione, non contrattualizzata dalla struttura commissariale, di alcune imprese italiane. Inchiesta, in cui Arcuri non è sotto indagine, le cui intercettazioni hanno portato però alla luce più di 1.200 contatti telefonici tra Arcuri e Mario Benotti, il giornalista indagato che secondo l'accusa avrebbe tentato di sfruttare la sua amicizia con Arcuri per influenzare gli acquisti di mascherine da parte della struttura del commissario, e che Arcuri diceva di non conoscere. Un po' perché, caduto Giuseppe Conte, da più parti si pensa che il governo guidato da Mario Draghi non gli confermerà l'incarico di dominus della gestione della risposta pandemica. Anche perché alcuni dei soci della nuova maggioranza draghista - Salvini in primis - ne richiedono la rimozione un giorno sì e l'altro pure.