Roma

Covid, nuovo allarme a Roma: dopo le morti arrivano i furti in ospedale

Nelle ultime settimane decine di furti alle persone morte in isolamento. La polizia pensa a una banda specializzata. Gli oggetti rubati? Monili, telefonini

In molti se ne accorgono troppo tardi. Quando i parenti vanno a ritirare gli effetti personale in ospedale. Una procedura già dura di suo. Ma accade che i morti di covid vengano anche “spogliati” delle cose di valore che avevano con se. Fedi, anelli, braccialetti, orologi.

Una situazione che sta facendo preoccupare non poco sia i dirigenti ospedalieri: l'ultimo caso arriva dal San Camillo dove a un paziente è stata rubata la fede. Una vicenda che ha mandato su tutte le furie i parenti: subito è scattata la denuncia e un'inchiesta interna al nosocomio.

A ricostruire i fatti ci sta pensando direttamente il direttore generale della struttura. «Ho già avviato un'inchiesta interna per ricostruire tutti i passaggi, dal ricovero alla degenza fino al decesso, dell'uomo la cui famiglia ha denunciato il furto di alcuni oggetti personali - dichiara il direttore generale dell'ospedale San Camillo - Forlanini, Fabrizio d'Alba - la procedura di presa in carico dei beni e degli oggetti personali dei nostri ricoverati è ben definita e standardizzata - aggiunge - Per questo l'inchiesta interna dovrà chiarire se e quali passaggi sono eventualmente saltati. Va sottolineato che in molti casi prima dell'arrivo presso la struttura ospedaliera il paziente viene preso in carico dal 118 e sono molteplici le persone che intervengono in quella fase. Dai viglili urbani, alle forze di polizia, ai semplici cittadini che assistono e chiedono aiuto. E stessa cosa accade nella fase di trasporto della salma dopo il decesso. Un momento in cui intervengono altre realtà non ospedaliere. Dai viglili urbani, alle forze di polizia, ai semplici cittadini che assistono e chiedono aiuto. E stessa cosa accade nella fase di trasporto della salma dopo il decesso. Un momento in cui intervengono altre realtà non ospedaliere».

Ma i casi non si fermano al San Camillo purtroppo. “Spesso, poi – confida un investigatore che sta seguendo altri due casi – le famiglie neanche denunciano per non alimentare il dolore che va aggiungersi alla perdita di un caro. Rintracciare un responsabile di furto su un paziente non è affatto una cosa semplice. Ci sono aree dove il malato transita dalla fase di ricovero dove viene in contatto con almeno 30 o 40 soggetti diversi. Insomma un vero rebus ma stiamo lavorando per cercare di trovare analogie...”. C'è poi da aggiungere che il covid ha complicato tutto. Non essendoci le visite dei parenti trovare il momento esatto del furto diventa quasi impossibile. Al momento i casi accertati e denunciati sono una ventina. “I furti ai pazienti – confida un infermiere di pronto soccorso – sono sempre avvenuti purtroppo ora abbiamo notato che con il covid sono in netta ascesa perché i malati sono praticamente sempre isolati e non hanno la possibilità di ricevere visite”.