Roma

Covid e povertà estrema, Roma alla fame: un esercito di 21 mila senza cibo

Il rapporto Caritas 2020 disegna una Roma sempre più povera: incremento degli aiuti alimentari del 600%. E Comune ha erogato solo il 9% dei bonus affitto

Il Coronavirus ha messo ulteriormente in ginocchio Roma, una ulteriore mazzata ad una città già in crisi nera. La Capitale è alla fame, sempre più povera rispetto al passato: nell'anno della pandemia le richieste di cibo sono aumentate del 600%, con oltre 21 mila persone accolte con aiuti e pasti caldi.

A tracciare il quadro di una città senza più disperata, dove arrivare a fine mese con i soldi necessari per mandare avanti la famiglia è sempre più un'utopia, è il rapporto Rapporto 2020 sulla povertà della Caritas Roma. Già il titolo è un allarme che suona forte nelle orecchie della città e nei palazzi di Comune e Regione: “La povertà a Roma: un punto di vista – Nessuno si salva da solo”. Un titolo forte quello della Caritas, fatto a puntino per colpire le amministrazioni colpevoli di aver lasciato i veri poveri della città da soli nel momento di maggior bisogno.

Aiuti alimentari aumentati anche del 600% rispetto al 2019

La rete delle Caritas parrocchiali nella diocesi di Roma rappresenta la spina dorsale dell’ascolto e dell’accoglienza delle persone fragili sul territorio della Capitale. Sono 176 i centri di ascolto coordinati dalla Diocesi che riescono a lavorare in rete, attraverso un sistema informatico e una serie di protocolli per la presa in carico delle famiglie in difficoltà. Il vero impatto della crisi, almeno nei primi due mesi di lockdown ad aprile e maggio, è stata la richiesta di aiuti alimentari. Una vera e propria emergenza alla quale la Caritas si è organizzata, attivando la rete delle parrocchie suddivise in Prefetture, promuovendo 137 punti di distribuzione e 13 centri di stoccaggio per gli alimenti.

Sono state 21.160 persone accolte, il 35,3% per la prima volta in assoluto ovvero ben 7.476. Queste si aggiungono alle 40.607 che le parrocchie avevano già preso in carico nel corso degli anni. Complessivamente, quindi, le persone che in questa fase hanno ricevuto aiuto dai centri di ascolto parrocchiali sono state 21.160 su 48.083 iscritte nei database delle parrocchie.

Ma chi è che ha fatto richiesta di aiuto? Nel 48,7% dei casi le nuove persone che si sono rivolte ai centri parrocchiali sono italiani, seguiti da filippini (16,3%), peruviani (4,9%), romeni (4,7%) e altre 97 nazionalità. Nel 64,4% dei casi, il rappresentante della famiglia che ha varcato per la prima volta la soglia del centro di ascolto è una donna. La suddivisione per classi di età ci dice che il 54% dei nuovi iscritti sono al di sotto dei 45 anni (4,1% al di sotto dei 25 anni), mentre gli ultrasessantacinquenni sono il 14,7%.

Nel primo periodo di emergenza Covid-19 l'Emporio all’interno della Cittadella della carità è stato il cuore pulsante di tutti gli aiuti alimentari dell’intera diocesi sia dal punto di vista dell’approvvigionamento che della distribuzione dei beni. A partire da marzo e per i 3 mesi successivi l’Emporio ha gestito a ritmi serrati una media di oltre 100 presenze giornaliere di famiglie. Un’attenta comparazione tra i dati dell’attività dell’emporio nei mesi marzo-ottobre 2019 con lo stesso periodo del 2020 fa emergere quanto si sia accentuata la domanda di beni primari. A maggio 2019 si erano registrati 23.387 quintali di beni di prima necessità consegnati a fronte degli 80.342 nell’anno 2020: in sostanza un incremento del 345%. Ed a giugno l’incremento è stato addirittura del 600% rispetto al 2019.

Mense sociali: distribuiti oltre 238mila pasti tra marzo e settembre

L’effetto pandemia si è sentito anche nell’affluenza delle tre Mense diocesane promosse dalla Caritas di Roma: “Giovanni Paolo II” a Colle Oppio, “Don Luigi Di Liegro” a Via Marsala, “Gabriele Castiglion” a Ostia. I tre centri, a partire dal mese di marzo, sono stati riorganizzati in modo da poter continuare a offrire il proprio servizio in sicurezza. Complessivamente, nel periodo marzo-settembre, le tre mense hanno distribuito 238.246 pasti a fronte di 185.062 erogati l’anno precedente, con un incremento del 28,7% dell’attività. Il picco di tale incremento si è avuto nei mesi di aprile, maggio e giugno, con aumenti del 50% rispetto al 2019. Tra i nuovi ospiti, particolarmente rilevante la presenza di giovani stranieri, titolari di protezione internazionale.

Fondo Anticrisi e Buoni spesa: aiuti per 375mila euro alle famiglie in ginocchio

Tra gli aiuti a disposizione delle famiglie in difficoltà anche il Fondo Anticrisi ed i Buoni spesa. Il Fondo Anticrisi è una misura di sostegno monetario istituita per supportare un numero sempre più pressante di richieste di aiuto da parte delle famiglie del territorio. Ogni parrocchia ha potuto presentare fino a cinque richieste al mese per contributi, una tantum, di massimo 500 euro per spese prevalentemente legate all’abitazione: da aprile al 30 settembre sono stati erogati 489 interventi per un ammontare di 175.021,16 euro.

I Buoni Spesa invece sono uno strumento di acquisto messo a disposizione delle famiglie più in difficoltà nel territorio cittadino. Esso è stato avviato grazie al sostegno della Fondazione Roma che ha donato 1 milione di euro di Buoni spesa da 15 euro nominali alla Caritas di Roma da gestire e distribuire attraverso i canali della Rete Caritas e dei Centri diocesani. Al 30 ottobre 3.029 nuclei hanno beneficiato del sostegno. I Buoni consegnati sono stati 18.105 di cui 10.000 rendicontati, per un importo pari a 200.000 euro già spesi dai nuclei.

Le parrocchie prese d'assalto: il 51% delle persone in difficoltà sono pensionati

Il numero delle persone assistite dalle parrocchie è esploso durante la pandemia: l'85,9% dei centri di ascolto presenti nelle 177 parrocchie romane ha registrato un'impennata del numero delle persone assistite (che in alcuni casi è arrivato a decuplicare). La maggior parte delle parrocchie ha registrato un aumento fino a 50 persone. In 6 casi l'aumento delle persone assistite è stato addirittura di oltre 500.

Durante il lockdown si sono rivolti alle parrocchie soprattutto persone con un impiego irregolare fermo, disoccupati di lunga data, lavoratori precari, lavoratori dipendenti in cassa integrazione, infine gli intermittenti e stagionali in attesa di bonus. Da notare anche una alta percentuale di pensionati, pari al 51,5%. Tra le richieste principali: il cibo (84,3%), la mancanza di lavoro/reddito (79,1%) e la mancanza di denaro per pagare l'affitto o il mutuo (71,5%). Un altro fenomeno da segnalare sono il 5,7% di episodi di violenze domestiche riferiti dalle parrocchie.

Comune di Roma e Regione Lazio dovevano fare di più

Con la città che diventa sempre più povera il Comune di Roma e la Regione Lazio dovevano fare di più per aiutare i loro cittadini. Su tutti Roma Capitale, dove pesa il fallimento del Fondo per il sostegno all’accesso alle abitazioni in locazione, il bonus affitto. Come ha ricordato il direttore della Caritas di Roma, don Benoni Ambarus, il Comune ha erogato solo 4500 bonus affitto a fronte dei 49.213 richiesti. Questo ha portato ad un avanzo nelle casse comunali di oltre 24 milioni di euro. In pratica, in questo momento di grande fragilità e di particolare bisogno di mantenere l’abitazione, la questione affitti viene mantenuta su un piano privatoindividuale o sclerotico-burocratico, mentre andrebbe posta su un piano pubblico, nazionale e di efficienza amministrativa.

“A Roma ci sono troppi poveri e meno servizi. Serve un vero progetto. L'emergenza Covid ha fatto passare in secondo piano quei problemi strutturali della città che generano le povertà più estreme”, ha denunciato monsignor Gianpiero Palmieri, vicegerente della diocesi di Roma. Palmieri ha evidenziato l'acuirsi del "dramma dei senza dimora, con meno posti letto nei ricoveri, impossibilità di fare accoglienze in sicurezza, chiusura e ridimensionamento dei servizi sociali, meno spazi informali dove trascorrere la notte in sicurezza".

"Purtroppo - ha osservato -, nel pieno dell'inverno, la città ancora non si è attrezzata a soccorrere coloro che passeranno in strada questi mesi. E se le misure governative come il blocco degli sfratti e la proroga del pagamento degli affitti hanno evitato un'ondata di famiglie che potrebbero perdere la casa, si rischia però di vedere gli effetti più nefasti nel corso del 2021, in una città dove sono 14mila i nuclei familiari in graduatoria per un alloggio di edilizia pubblica e dove è completamente assente un piano per l'abitare".

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