Roma

Cranio Randagio, il rapper Piotta attacca i giornalisti: “Commenti ignoranti”

Il collega su Facebook: "Artista creativo e serio. Sbagliato chiamarlo drogato, titoli ad arte per fare click"

Tommaso Zanello, conosciuto come il Piotta, rapper romano dalla lunga carriera, affida ad un post su Facebook il suo sfogo contro i giornalisti sulla morte del collega Cranio Randagio, ovvero Vittorio Bos Andrei, il ventunenne deceduto tragicamente sabato pomeriggio durante una festa a casa di amici nel quartiere Balduina.

“Meno male che Vittorio l'ho conosciuto di persona, seppur solo di recente e in un'occasione altrettanto drammatica. La scomparsa di Primo Brown Primero. A conoscerlo dall'ennesimo titolo, scritto ad arte per monetizzare e fare click, la sua sembrerebbe la vita di un artista maledetto.
Nulla di più falso”, scrive Piotta.

“Ho avuto modo di apprezzarlo sul palco, a tavola, e nei fidati racconti di un amico. Un ragazzo in gamba, puntuale, lucido. Un artista creativo, prolifico, serio. E questo potete sentirlo da voi cliccando, stavolta sì, su canzoni poetiche come Petrolio”.
Il collega invoca la massima cautela, dunque. Perché, al momento, sulle cause dell'improvvisa scomparsa del ragazzo, non c'è alcuna certezza. Si parla di droga, ma all'interno dell'appartamento non ne é stata rinvenuta traccia e non si potrà averne certezza fino a quando non si avrà l'esito degli esami tossicologici.

“E' una "uscita di scena" tanto inaspettata quanto dolorosa, per i familiari, i suoi amici più intimi, ma a quanto pare, al netto di un'autopsia ancora da fare, la gente - complice quel pubblico generalista da talent tv - ha già in mano la sua... Sentenza – prosegue – E basta leggere i tanti commenti ignoranti e fuori luogo sotto questi titoli da squallida monetizzazione tutti "alcool, droga, rap. Come se nessuno di loro fosse stato ragazzo. Come se nessuno qui abbia mai fatto serata.
Io l'ho fatto e lo farò ancora per cui non solo non giudico nessuno ma spero che Cranio Randagio possa essere ricordato per come davvero era e per come probabilmente vorrebbe.
Che parli la musica, la sua. "
E lo saluta con i versi della canzone più conosciuta di Cranio Randagio, “Petrolio”:

"Io volerò, io volerò via
come un gabbiano
pure se il petrolio mi pesa sul dorso smorzando la scia.
Io volerò via, io volerò via
perché nel cielo c'è molto di più
che in questa terra sbranata da gru
che in questo oceano sempre meno blu".

“Buon viaggio gabbiano,
Tom”