Roma
Craxi, Ferramonti, Heller e Irene Pivetti. A cena in Prati è nata la candidatura



Tutto nasce in un ristorante del quartiere Prati, precisamente all'Ambasciata di Capri di via Ennio Quirino Visconti. Con l'eco di Sky-Calcio nella sala attigua (frequentatissima) siedono a tavola in cinquanta. Ufficialmente si parla di lavoro con Stefania Craxi, Irene Pivetti, Giorgio Heller, presidente di Roma Investments Foundation e Gianmario Ferramonti, uno degli organizzatori dell'incontro tra Flavio Carboni e Fabio Arpe nell'ambito della complicata vincenda della Banca Etruria. Con loro appaiono anche divise della Guardia di Finanza e dei Carabinieri. C'è persino chi scommette sull'immancabile "barba finta" opportunamente imbucata.
Tra un piatto e l'altro, si doveva discutere di lavoro, di intenazionalizzazione delle imprese, di mercato, di rapporti e di scenario nazionale e invece è saltato fuori il nome di Irene Pivetti come candidato a sindaco di Roma. Chi sia stato a farlo, la "gola profonda" del ristorante non lo racconta ma qualcuno si lascia sfuggire il nome di Stefania Craxi, forse perché il dossier sul "test Pivetti sindaco di Milano" l'ha letto bene e visto che l'ex presidente della Camera, secondo il sondaggio realizzato da Ipsos per la lista civica Siamo Milanesi, ha rivelato una notorietà pari all'89 per cento dei candidati.
E se va bene a Milano, "perché non può andare bene a Roma" come soggetto "limpido, televisivo, con capacità amministrativa?".
Sempre la gola profonda racconta: "Si sono scaldati tutti i commensali, anche quelli che erano andati nella sala della tv. Qualcuno è rientrato dando l'assenso e consigliando il silenzio e una strategia. Hanno consigliato di scrivere un dossier Pivetti e di spedirlo a Gianni Letta per farlo vedere a Berlusconi".