Roma

Crisi di Roma senza fine, le imprese tuonano: "Raggi e Giunta cambino passo"

Le principali associazioni imprenditoriali attaccano la gestione M5s di Roma: “Raggi e la sua Giunta devono urgentemente cambiare passo”

Metro chiuse, emergenza rifiuti e caos sullo stadio. La crisi di Roma, la capitale d'Italia, è senza fine. La “Santa Alleanza” tra le principali associazioni imprenditoriali si scaglia contro la gestione della città da parte dell'M5s: “Roma è ferma, Raggi e la sua Giunta cambino urgentemente passo".

 

Le sette principali associazioni datoriali cittadine - Acer, Coldiretti, Confcommercio, Cna, Confesercenti, Federlazio e Unindustria - lanciano un grido di allarme, rivolto soprattutto alla sindaca Virginia Raggi e alla sua giunta. Una richiesta di attivare un piano "anti declino" che guardi allo sviluppo cittadino con l'orizzonte del prossimo decennio: #RinascimentoRoma.

"Le imprese che producono l'80% del Pil di questa città vogliono lanciare un allarme forte sulla stasi economica che vive Roma. È un appello forte nei confronti di questa amministrazione, a partire dalla sindaca, per mettere assieme un tavolo per ragionare sulla progettualità a lungo termine per il rilancio della città", ha detto Filippo Tortoriello, presidente di Unindustria. "Ci preoccupa in modo drammatico la perdita di competitività - ha aggiunto -, ci sono ancora due anni per provare a lavorare insieme e invertire la logica che non fa più sentire Roma come un territorio attrattivo".

La richiesta degli imprenditori cittadini alla giunta Raggi parte dalla messa in campo di azioni concrete per il decoro urbano, contro l'abusivismo commerciale e per l'aumento della qualità della vita. Nella lista degli interventi ritenuti necessari dagli imprenditori romani per l'immediato ci sono la riapertura delle tre fermate della Metro A che attraversano il centro storico (Repubblica, Barberini e Spagna) ed il completamento di lavori infrastrutturali avviati da anni, come l'allargamento della via Tiburtina (su cui insiste uno dei pochi poli industriali cittadini) e l'apertura del corridoio della mobilità di Laurentina.

Nel documento presentato dalle associazioni imprenditoriali vengono menzionati tra i punti fondamentali su cui lavorare a lungo termine il superamento del blocco che al momento ferma il prolungamento della Metro B da Rebibbia a Casal Monastero e il completamento della Metro C. "Non abbiamo gru in città, né decoro urbano, basterebbe molto poco per far ripartire l'economia. Vorremmo che tutto ciò che è nei cassetti della pubblica amministrazione uscisse fuori e venisse discusso e poi messo in atto. Non è nel nostro ruolo istituzionale chiedere dimissioni o meno, chiediamo uno scatto di orgoglio. A inizio novembre la sindaca annunciò una fase due, sono passati quasi 5 mesi e ancora non se ne vedono i frutti", ha affermato il presidente dell'Acer Nicolò Rebecchini. Mentre Valter Giammaria della Confesercenti ha sottolineato: "Noi oggi non siamo qui per chiedere le dimissioni di qualcuno ma per domandare l'apertura di un tavolo governativo per lo sviluppo di questa città".

Michelangelo Melchiorro, presidente della CNA di Roma, tocca anche la questione stadio della Roma: "Lo Stadio della Roma rappresenta lavoro per 15mila persone per 4 anni e oltre 1 miliardo di investimenti. Vogliamo delle risposte: si fa o no? Se si fa, si deve fare in un tempo veloce. Siamo disponibili ad assistere l'amministrazione nella esecuzione delle progettualità della città. Ma aspettiamo risposte urgenti e concrete da tutti gli elementi politici che gestiscono la città. L'economia di Roma ha sentito l'esigenza di unirsi per fare arrivare il nostro grido allarme e la nostra proposta di collaborazione alla città e alle amministrazioni. Siamo convinti che l'economia funziona se funziona la città. Per questo Roma deve dare immediatamente delle risposte". Secondo Melchionno "la Capitale è ferma, senza progetti di lungo periodo e senza una amministrazione che le consenta di lavorare e progredire. Diamo la nostra disponibilità piena a far si' che le politiche economiche di questa città abbiano una rinascita. Dobbiamo ripartire, se continuiamo cosi' i problemi si graveranno e l'economia sarà ancora peggiore. La città non si muove, non costruisce, non opera. Se si decide politicamente che un progetto va fatto, si deve fare. Non si può più stare fermi".