Crollo al Flaminio, 4 indagati per disastro colposo. “Lavori errati"
Dopo cinque mesi di sequestro, gli inquilini possono tornare a casa
Sono quattro le persone indagate dalla procura di Roma in merito al crollo parziale che, lo scorso 22 gennaio, ha colpito una palazzina al civico 70 di Lungotevere Flaminio dove erano in corso alcuni lavori di ristrutturazione in un appartamento al quinto piano. Si tratta del geometra, del progettista, del responsabile della ditta incaricata dell'esecuzione dei lavori di demolizione e del proprietario dell'abitazione in ristrutturazione dal quale ha avuto origine il cedimento strutturale. L'accusa, formulata dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e dal sostituto Antonella Nespola è quella di disastro colposo. Stando alla ricostruzione effettuata dai magistrati, che si sono avvalsi della consulenza tecnica di due esperti appositamente nominati, il crollo degli ultimi tre piani dell'edificio si sarebbe verificato a causa della rimozione dei tramezzi presenti all'interno dell'appartamento del quinto piano. L'edificio, costruito nel 1937, era stato realizzato con criteri diversi da quelli impiegati attualmente e i tramezzi, spessi circa 30 centimetri, collaboravano con i pilastri nel sostenere il carico della struttura. Circostanza che gli indagati avrebbero dovuto tenere in considerazione nel progettare e mettere in opera i lavori di ristrutturazione dell'abitazione, evitando così il dissesto. Già quindici anni fa, lo stesso stabile era stato oggetto di un intervento di consolidamento delle fondamenta. Dopo cinque mesi sotto sequestro, la palazzina, messa in sicurezza, è tornata nella disponibilità degli inquilini, ad eccezione degli interni direttamente interessati dal crollo.
Iscriviti alla newsletter