Roma
Crollo al Flaminio: "Disastro colposo". I tecnici della Procura tra le macerie
Saranno i tecnici nominati dalla procura di Roma a chiarire la dinamica del crollo della palazzina di Lungotevere Falminio per la quale, venerdì scorso, nel cuore della notte, si è resa necessaria l'evacuazione di una trentina di famiglie.
Gli inquirenti, oltre alla documentazione acquisita presso gli uffici del secondo municipio, hanno acquisito anche il progetto originale dello stabile, realizzato tra la fine degli anni Venti e l'inizio degli anni Trenta. Gli accertamenti saranno svolti dai due tecnici nominati dal pm Antonella Nespola e dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari, gli ingegneri Lucrezia Le Rose e Claudio De Angelis.
I due consulenti, nominati dal procuratore aggiunto Roberto Cucchiari e dal sostituto Antonella Nespola, avranno al massimo 90 giorni di tempo per svolgere gli accertamenti, ma l'intenzione della procura è quella di accelerare il più possibile i tempi. Le Rose, attuale funzionario della Regione, è stata già consulente della procura per i cedimenti strutturali di alcuni edifici in via Volusia, nel 2005, mentre De Angelis si è occupato in passato del crollo del palazzo di Vigna Jacobini, nel 1998. Il lavoro dei tecnici comincerà con lo studio dei documenti relativi ai lavori effettuati di recente e in passato dagli inquilini per poi passare alle prove tecniche sulla struttura interessata dal crollo.
Prima di dare il via libera ai condomini per la messa in sicurezza della struttura, sarà dunque necessario che i consulenti della procura svolgano il sopralluogo e che venga poi dissequestrato l'immobile. I tempi saranno quindi subordinati all'attività di indagine, ma l'indicazione della procura è quella di comprimere il più possibile i tempi. Nelle ultime ore, stando a quanto si apprende, gli inquirenti hanno già sentito alcuni condomini e il responsabile della ditta che stava effettuando i lavori in uno degli appartamenti coinvolti nel crollo. Il fascicolo di indagine aperto dai magistrati nei giorni scorsi, nel quale si ipotizza il reato di disastro colposo, rimane al momento a carico di ignoti.
Si cerca di fare presto per i timori che il peso dei detriti dei tre piani crollati su quelli sottostanti provochino ulteriori crolli, specie in caso di pioggia, ma il palazzo è ancora sotto sequestro e non si può procedere alla rimozione delle macerie. Bisognerà quindi attendere il sopralluogo dei periti del tribunale e il successivo dissequestro per procedere alla messa in sicurezza, a carico del condominio