Cucchi fu ucciso. Pm: “Omicidio preterintenzionale per tre carabinieri”
Chiusa l'inchiesta, la Procura cambia il capo di imputazione per Di Bernardo, D'Alessandro e Tedesco
Stefano Cucchi è stato ucciso.
A otto anni dalla morte di Stefano Cucchi, il geometra di 32 anni deceduto il 22 ottobre del 2009 all'ospedale Pertini, sei giorni dopo essere finito in manette per droga, la Procura di Roma chiude la cosiddetta inchiesta-bis contestando il reato di omicidio preteritenzionale a tre dei carabinieri che lo arrestarono nel parco degli acquedotti di Roma. Si tratta di Alessio Di Bernardo, Raffaele D'Alessandro e Francesco Tedesco.
Con un cambio di imputazione (i carabinieri cui viene ora contestato l'omicidio erano stati a lungo indagati per lesioni personali aggravate, così come Mandolini e Nicolardi di una falsa testimonianza che ora diventa, appunto, calunnia) che aggrava la posizione degli indagati e soprattutto fuga il rischio incombente della prescrizione, comincia dunque una nuova storia.
A questi tre militari, per lungo tempo indagati per lesioni personali, si aggiungono anche altri due che devono rispondere del reato di calunnia (rispetto all'originaria ipotesi di falsa testimonianza) e di falso nel verbale di arresto. Si tratta di Vincenzo Nicolardi e Francesco Tedesco.
Ilaria Cucchi, la sorella di Stefano commenta la notizia su fb: "I carabinieri sono accusati di omicidio, calunnia e falso. Voglio dire a tutti che bisogna resistere, resistere, resistere. Ed avere fiducia nella giustizia".
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