Roma
Cuore, cardiologie invasive: nessuno come il Gemelli, è il primo del Lazio
La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli eccellenza laziale e nazionale nel campo della cardiologia
Il Policlinico Universitario Gemelli in prima linea in campo di cardiologia. Divulgati i dati sull'attività delle cardiologie invasive italiane: il Gemelli è l'ospedale laziale numero uno e tra i primi 10 centri più attivi d'Italia.
La Società Italiana di Cardiologia Invasiva (SICI-GISE) ha recentemente divulgato i dati di attività dei laboratori di Cardiologia Interventistica (Emodinamica) relativi al 2018. Nel Lazio, ben 25 ospedali sono dotati di cardiologia interventistica in grado di offrire angioplastiche coronariche e la maggioranza hanno un servizio 24 ore su 24 per il trattamento dei pazienti con infarto miocardico acuto. La Fondazione Policlinico Universitario Agostino Gemelli IRCCS-UCSC è risultata anche quest’anno il centro cardiologico del Lazio in cui vengono eseguite più procedure di emodinamica (3.269) collocandosi tra i 10 centri più attivi d’Italia.
“I dati di attività raccolti dalla nostra Società Scientifica permettono di rilevare il numero di tutti gli interventi effettuati nelle sale di Emodinamica, non solo per coronarografie ed angioplastiche coronariche. Infatti, i cardiologi interventisti oggi sono in grado di effettuare una serie di interventi sul sistema cardiovascolare che permettono di risolvere vari problematiche senza eseguire interventi chirurgici tradizionali”. A parlare è Carlo Trani, Responsabile della Unità di Cardiologia Interventistica della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS-UCSC. “Soprattutto nei centri più grandi – continua -, dove è presente anche la cardiochirurgia, oggi siamo impegnati nella realizzazione di interventi per correggere difetti congeniti e malattie delle valvole cardiache grazie alla disponibilità di protesi che vengono impiantate attraverso piccoli 'accessi' non chirurgici al sistema vascolare. Questi interventi, spesso realizzati in anestesia locale, risultano molto più tollerabili dell’intervento chirurgico tradizionale. E i dati italiani del 2018 dimostrano una vera esplosione per gli interventi sulle valvole: ad esempio le 'TAVI' (sostituzione della valvola aortica mediante catetere) sono aumentate rispetto al 2017 del 25% sul territorio nazionale e addirittura del 67% per quanto riguarda il nostro centro”.
Proprio l’intervento di TAVI rappresenta l’oggetto di grandi attenzioni da parte della politica sanitaria visto il costo elevato della procedura e la crescente evidenza scientifica che ne supporta l’impiego in una sempre maggiore fetta di pazienti. “La patologia della valvola aortica rappresenta la valvulopatia più comune nei paesi occidentali. Al Gemelli abbiamo cercato di organizzarci per offrire un innovativo percorso di diagnosi e cura per le valvulopatie” dice Francesco Burzotta, responsabile del percorso clinico-assistenziale per il paziente affetto da Valvulopatia della Fondazione Policlinico Universitario A. Gemelli IRCCS-UCSC. “Riteniamo – spiega Burzotta - la cooperazione tra diversi specialisti e il raggiungimento di elevati livelli tecnici di specializzazione alla base dell’evoluzione della gestione dei pazienti con patologia valvolare. Nel nostro centro cerchiamo di offrire ai pazienti l’intervento più adeguato sulla base delle condizioni cliniche e dell’anatomia individuale. E le nostre tecniche innovative ci stanno permettendo di trattare pazienti con patologie sempre più complesse nella maniera meno invasiva”.
Altra problematica sempre più attuale nel campo della cardiologia è il trattamento dei pazienti con funzione cardiaca severamente ridotta in emergenza (shock cardiogeno) e non. “Per il trattamento di questi pazienti si va sempre di più diffondendo l’utilizzo di sistemi di assistenza meccanica cardiocircolatoria impiantabili attraverso accessi non chirurgici, strategia che abbiamo abbracciato in maniera pioneristica fin dal 2004” dice Carlo Trani. “Il loro utilizzo è finalizzato a consentire il trattamento in sicurezza di patologie coronariche in questi pazienti ad elevato rischio e a fornire in alcuni casi il supporto cardiaco nella fase acuta. Sempre analizzando i dati SICI-GISE del 2018 il nostro centro è risultato il primo a livello regionale (oltre il 50% dei dispositivi impiantati in tutto il Lazio) nel posizionamento in sala di emodinamica di sistemi di assistenza circolatoria per via percutanea.”
I dati di attività dei laboratori di Cardiologia Interventistica del 2018 confermano il ruolo sempre più rilevante della Emodinamica nel trattamento dei pazienti cardiopatici, con ampliamento del campo di azione dall’ormai consolidata terapia della coronaropatia (mediante angioplastica con impianto di stent) al trattamento di patologie valvolari un tempo ad appannaggio quasi esclusivo della cardiochirurgia.