Roma

Da architetto a creatrice di gioielli: la sfida contro se stessa della Vannini

La storia di Emanuela Vannini: da architetto per consuetudine e designer per passione a creatrice di gioelli

di Tiziana Galli

Cambia i sigilli della tradizione e rinnova la gioielleria contemporanea: Emanuela Vannini, architetto per consuetudine e designer per passione lascia la carriera universitaria per iniziare a creare gioielli.

Proveniente da una famiglia di architetti e cresciuta in un ambiente artisticamente stimolante Emanuela Vannini, dopo anni di lavoro nelle aule universitarie e negli studi di progettazione “un po’ per caso, un po’ per provare qualcosa di nuovo” sfida se stessa e si incammina in un nuovo sentiero.

Com’è iniziata questa nuova avventura?

“La mia storia nella gioielleria contemporanea inizia con gli anelli a sigillo. Mi affascinava l’idea di rielaborare un elemento fortemente simbolico e rappresentativo, che per giunta vantava una tradizione secolare, così ho immaginato lo “chevalier” a fascia con un’esplosione di metallo che formava la lettera. Il primo modello l’ho creato con il pongo di mio figlio e da quel momento per me si è aperto un nuovo libro della vita”.

Quale tecnica adopera per realizzare le sue forme?

“La cera persa, la tecnica più classica e antica”.

E’ stato difficile il salto dalla progettazione architettonica alla gioielleria?

“La prima difficoltà che ho incontrato è stata quella di dover ridurre la scala dimensionale, passando dalla progettazione di una casa a quella di una miniatura. Io ho avuto la fortuna di appartenere a quella piccola categoria di architetti che si è potuta permettere il lusso di progettare ambienti a 360°, dalle strutture architettoniche agli arredamenti e passare alla realizzazione di qualcosa di estremamente piccolo come un anello non è stato facile. C’è da dire che la mia mente traspone in automatico tutto ciò che la circonda in forme grafiche, ho dovuto solo imparare a tradurre tutto questo in elementi preziosi”.

Quando è nato il marchio “Emanuela Vannini Design”?

“Il 2 Gennaio 2016”.

Dove vende?

“In boutique di nicchia, in qualche show-room di Milano e da un mese anche on-line”.

Partecipa alle fiere di settore?

“Ho partecipato al White di Milano, ma ho realizzato che per un piccolo brand come il mio pagare settemila euro circa è ancora proibitivo. Io sono lo sponsor di me stessa, non ci sono finanziamenti per donne che abbiano superato i 30 anni. Tutte le spese che sostengo le sostengo con i miei guadagni, anzi, con i miei incassi perché ancora non ci sono guadagni. Devo fare il passo secondo la lunghezza della gamba”.

Si avverte molto nel suo lavoro la differenza tra Roma e Milano?

“Se hai un progetto Milano ti dà la possibilità di realizzarlo, è una città in continuo fermento, Roma no. Roma ha infinite possibilità e dei bravissimi artigiani, ma il ritmo è pachidermico”.

So che ha avuto delle collaborazioni importanti, ce ne vuol parlare?

“Si, attraverso Tiziano Guardini, il noto designer romano. Tiziano era stato incaricato dal brand “Vegea” di creare degli accessori di ecopelle e scelse me per realizzare tutte le rifiniture metalliche. La collaborazione è stata estremamente stimolante e ha fatto sì che alzassi il mio sguardo su nuovi orizzonti. E’ stato in quel momento che ho capito che potevo andare molto oltre il solito gioiello e creare dei veri e propri fashion accessories. Ho ingrandito la scala dimensionale e ho creato la serie degli “anelli orchidea”: questi più che anelli sono delle vere e proprie decorazioni per la mano e danno una dimensione più divertente e giocosa alla gioielleria contemporanea”.

Quanto costa un suo gioiello?

“Di media intorno ai 150 euro”.

Quanto fattura?

“Per ora vado in pari tra entrate e uscite e mi ritengo molto fortunata, ma ancora non ho guadagni. Il mio è un prodotto interamente Made in Italy ed ha dei costi molto elevati, considerando poi che dedico molta attenzione anche al packaging”.

Quali sono i materiali che adopera?

“Sostanzialmente bronzo, oro, rutenio, pietre naturali e pietre idrotermali. Le pietre idrotermali solo per gli accessori più grandi in quanto hanno il vantaggio di avere costi meno elevati, altrimenti solo un’ametista potrebbe costare tremila euro. L’oro lo voglio esclusivamente nelle sfumature dell’oro chiaro, oro ghiaccio e oro rosa”.

Realizza da sola ogni suo prodotto?

“Parliamo di gioielleria contemporanea, quindi io disegno e abbozzo un prototipo che viene realizzato da terzi in bronzo e successivamente rifinito in oro”.

Progettti?

“Non voglio anticipare nulla, ma parallelamente alla nuova collezione sto inaugurando una nuova collaborazione per un progetto audace e con nuovi materiali”.

 

Emanuela Vannini

Età: 49 anni, classe 1969

Formazione: liceo artistico, facoltà di architettura.

Quando è nato il brand: 2 gennaio 2016

Dove vende: Showroom di Milano, boutique romane, on-line