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Roma
Da Roma ladrona a Pontida; viaggio di un romano "strano" alla corte di Salvini

di Fabio Sabbatani Schiuma *

Andare al raduno della Lega Nord di domenica 19, sul “sacro suolo di Pontida”, come lo mano chiamare i fratelli lumbard, può apparire un'enorme contraddizione per un romano che vive a “Roma ladrona”.
Faccio due obbligatorie  premesse. La prima è che quest'anno c'era la partecipazione ufficiale anche di Noi con Salvini, il movimento che tra mille difficoltà e pregiudizi, sta cercando di portare il verbo del “Matteo giusto” - a me piace chiamarlo così -  non solo al Nord e che da consigliere eletto proprio con questa sigla, avevo il dovere morale di andare. Avevo però anche l'orgoglio, di portare simbolicamente il bel risultato raggiunto alle ultime elezioni romane - coalizione pro Meloni al 21% e Noi con Salvini al 4%-  in un territorio, quello del Municipio V,  che ho voluto fortemente e rinunciando a opzioni più all'apparenza convenienti, una volta che sono stato indicato come candidato alla presidenza di Municipio “in quota Salvini”.
Un quadrante della città aspro e duro, come lo sono le problematiche dei suoi quartieri  - Tor Sapienza, Torpignattara, Centocelle, Prenestino, Villa Gordiani, Tor Tre Teste, Quarticciolo e altri -  troppo spesso saliti alla ribalta delle cronache nazionali per le forti proteste  dei cittadini, in ordine a stupri e roghi tossici consumati negli innumerevoli campi nomadi ospitati, più o meno abusivi. Per non parlare delle aggressioni e le risse riconducibili ai centri di accoglienza di stranieri, quasi mai rifugiati politici, calati dall'alto, in periferie che già hanno troppi problemi mancanza di servizi.
Insomma gravi problemi quotidiani, che fanno quasi dimenticare la libertà dei centri sociali di prendere a schiaffi in campagna elettorale due donne di un comitato di quartiere schieratosi appunto con Salvini, di occupare ogni luogo adatto alla cultura per organizzare feste e concerti di autofinanziamento senza rispettare la legalità.

La seconda premessa è che il sottoscritto, consigliere comunale di Roma, per più di 12 anni, nel passato ha spesso scritto sulla Padania raccontando i danni della politica, poiché quel pesante “Roma Ladrona” è stato in realtà da sempre indirizzato, non verso i cittadini romani in sé, ma verso quei palazzi nei quali anch'io ho fatto opposizione serrata, tanto con la sinistra, quanto con la “presunta” destra alla guida del Campidoglio, dove in molti anno mangiato proprio sulla pelle dei romani.
Ebbene, a tutti questi problemi che ho elencato, Salvini sta dando quotidianamente la sua ricetta per risolverli, condivisibile o meno, ma almeno limpida, chiara e netta, che gli costa ormai la sistematica etichetta di razzista, xenofobo, intollerante, fascista, ecc. Per chi la pensa come lui, questi attacchi sono medaglie che il 'Matteo giusto' si vede appuntate sul petto, poiché sono sempre di più, in Italia, ma ormai anche in Europa, coloro che la pensano esattamente come lui.
Resta però un problema a sud di Roma: é un leader di un partito secessionista, che chiama terroni tutti coloro che abitano dal Po in giù e ove i suoi militanti - questo messaggio volevano far passare certi organi di informazione -ci avrebbero atteso per darcele di santa ragione. Eccolo, un altro motivo in più per partire alla mezzanotte di sabato, assieme a una ventina di miei militanti capitolini 'salviniani' . Non abbiamo avuto remore nell'esporre dalle 8 di mattina alle 15 il nostro bel striscione 'Municipio V presente! NcS-Roma', in ottima visibilità davanti al palco

E a Pontida Salvini ha parlato davvero da leader nazionale e lo ha fatto stavolta non a Roma o a Catania, ma sul loro 'sacro suolo di Pontida'. Abbiamo sentito i richiami al vecchio nome di Lega Italia Federale, di popoli che comprendono un progetto nazionale, di rilettura totale del secessionismo passato con l'autonomia territoriale, con il federalismo fiscale e soprattutto con la sovranità nazionale, nel nome della libertà da quest'Europa che ci vuole schiavi, come anche il ripetuto richiamo all'alleanza con il Front National di Marine e Marion Le Pen - ho avuto l'onore di farle da Cicerone nella sua trasferta romana a marzo scorso, proprio il giorno prima dell'incontro milanese con Salvini stesso. Il tutto è avvenuto mentre siamo stati meta di un andirivieni incessante di militanti leghisti, che si venivano a fare vicino a noi e al nostro striscione romano: tante strette di mano, saluti di ringraziamento, apprezzamento, benvenuto e complimenti per i tanti chilometri fatti. Ma l'epilogo finale è stato il sunto più bello. Quel tenersi mano per mano, come espressamente richiesto dal nostro segretario: tutti insieme dal Nord al Sud, a gridare 'Libertà". Si tutti insieme, polentoni, ladroni e terroni, fratelli in libero suol.

* Consigliere Noi Con Salvini V Municipio

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