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Roma
Dall'Ucraina a Roma per un trapianto di midollo: bambina cerca donatore

Una bambina di 6 anni, fuggita con la mamma dalla guerra in Ucraina, è arrivata a Roma con un aereo di Stato per un trapianto di midollo.

Un lungo viaggio, prima dall'ospedale pediatrico di Kiev a Varsavia, e da lì, con un volo messo a disposizione dalla Guardia di Finanza, il primo finora, al Bambino Gesù di Roma, dove verrà curata in attesa del trapianto di midollo che può salvarle la vita. E' la storia di Emilia, una bambina ucraina di 6 anni, giocosa e allegra anche se sofferente per l'aplasia midollare da cui è affetta, raccontata all' agenzia di stampa AGI dalla dottoressa Angela Mastronuzzi.

La bambina è stata portata in Italia per il trapianto

La dottoressa, insieme a un team composto da personale del 118 del Lazio e da un rianimatore e un infermiere dell'ospedale pediatrico romano, è volata ieri a Varsavia a prelevare la bambina, portandola via dagli orrori della guerra per offrirle una speranza. Mastronuzzi, responsabile dell'unità di Neuroncologia pediatrica del Bambino Gesù, ha raccontato la storia di Emilia e l'iter seguito: "La piccola ha iniziato a Kiev la terapia immunosoppressivama in casi come il suo, una patologia molto impegnativa, il trapianto è decisivo. Purtroppo il fratellino, già riparato in Italia da amici a Campobasso, non ha il midollo compatibile. A brevissimo partira' l'iter in Italia per la ricerca di un donatore, la bimba e' ricoverata da noi da ieri sera".

Il padre della bimba in Ucraina

Con lei la madre, presenza fondamentale per rincuorarla ma anche per comunicare con i medici: "La donna parla un po' di inglese - conferma l'oncologa - mentre Emilia parla poco, ma è di buon umore, in ambulanza ha giocato con l'infermiere del 118. I bambini dimenticano presto gli orrori a cui assistono. E anche la mamma si è tranquillizzata. Quando le ho lasciate ieri sera mi hanno subito chiesto quando ci rivediamo". Nessuna notizia da qualche giorno del padre, rimasto nella zona ovest di Kiev: "Un'area ancora relativamente tranquilla - spiega Mastronuzzi - ma la situazione può precipitare da un momento all'altro, la famiglia è molto preoccupata".

Soccorso italo- polacco

Si tratta per la prima volta, sottolinea ancora la dottoressa, di un soccorso di Stato: "Non è un trasporto fatto tramite Onlus, come i tanti di questi giorni, ma direttamente attraverso il meccanismo di emergenza Cross, istituito in coordinamento con lo Stato polacco. Tanto che a Varsavia siamo stati accolti dal ministro della Salute locale. C'erano 14 bambini da trasferire, smistati in vari ospedali. Abbiamo anche effettuato un secondo scalo a Cracovia, per prendere altri bambini oncoematologici ora ricoverati a Bologna. Il caso di Emilia, vista la delicatezza della situazione, è stato assegnato al nostro ospedale". Le condizioni sono discrete, ma la patologia è importante: "La terapia immunosoppressiva finora non ha funzionato, ma a volte, raramente, può avere effetto anche 3 o 4 mesi dopo. Per cui intanto prosegue le cure, ma l'obiettivo è il trapianto di midollo quanto prima"

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