Roma

Dalle Olimpiadi in poi il buio sullo sport romano. Cochi, Fdi: “E' il caos”

Alessandro Cochi, Fdi: “Nello sport romano paghiamo ancora il prezzo del No della Giunta Raggi alle Olimpiadi di Roma 2024”

di Claudio Roma

Sport: Napoli ha costruito impianti con le Universiadi, Cortina-Milano si è aggiudicata le Olimpiadi dopo l'expo 2015, a Roma “il nulla. Se non il palazzetto dello Sport di viale Tiziano che cade a pezzi, il Flaminio abbandonato così come il Campo Testaccio”.

A denunciare lo stallo nello sporto romano è Alessandro Cochi, oggi responsabile della Federazione romana Sport di Fratelli d'Italia e già Delegato allo Sport del Comune di Roma tra gli anni a metà dl 2008 e metà del 2013.

Allora Cochi, Qual è la situazione attuale dello sport romano ?

“Credo si debba distinguere tra patrimonio impiantistico e organizzazione sportiva in termini di eventi e iniziative. Per l'organizzazione di eventi stiamo assistendo a un periodo di discreta vivacità dopo gli ultimi anni di oscurantismo. Mi riferisco alla brutta figura al Giro d’Italia per le buche nel 2018, alla querelle sulla Maratona di Roma, ad alcune criticità sulla GranFondo sempre di ciclismo, alla soppressione di manifestazioni sportive storiche arrivate in alcuni casi anche alle ventesima edizione e venute meno anche e non solo per scarsa sensibilità o agli intoppi creati come per non aver programmato e fornito in tempo risorse tecniche e umane a disposizioni (servizi, transenne, vigili, protezione civile, volontari etc. comunicazioni tra Comune e municipi. L'origine di tutto è nella scellerata decisione dell’attuale giunta capitolina di non sostenere la candidatura olimpica di Roma 2024, che come si è visto, era dovuta a logiche ideologiche tutte interne soprattutto al movimento grillino. Mentre anche Napoli ha fatto gli impianti tramite le Universiadi della scorsa estate e Milano con Cortina ha preso le Olimpiadi invernali del 2024 a poca distanza dal successo delle opere pubbliche e non, realizzare per l’Expo 2015. Qui nella Capitale nulla si affaccia all'orizzonte”.

alessandro cochi fdi
 

Però lei stesso ha ammesso che le iniziative ci sono...

“Ora l’Amministrazione Raggi vuole far passare per sue iniziative, l’organizzazione di grandi eventi presenti da decenni sul territorio e frutto della sapiente operatività del CONI, delle federazioni Sportive e del movimento di base dello sport romano. Guardo con interesse alla Ryder Cup 2022 e agli Europei di nuoto dello stesso anno e a quelli di atletica del 2024. Ma va studiata in maniera sinergica una ricaduta sullo sport di base, quello di prossimità nei 15 Municipi con i quali l’amministrazione centrale interagisce poco o nulla”.

E la formula E?

“Era stata pianificata in precedenza ed è bastato solo mettere la ciliegina sulla torta per parlare di una cosa nuova rispetto al passato più o meno recente. Nel frattempo l’ippica ha perso il derby del trotto all’ippodromo comunale di Capannelle e l’atletica leggera il Golden Gala”.

Dalle associazioni e società sportive arrivano in continuazione lamentele per la mancanza di impianti sportivi adeguati. Ma quale è lo stato degli impianti sportivi pubblici?

“Qui siamo davvero alle comiche. L’amministrazione grillina è arrivata in Campidoglio al grido di “abbattiamo ogni tipo di privilegi”, togliamo gli impianti ai vecchi concessionari, aumentiamo i canoni. Ebbene in tre anni e mezzo hanno emanato un nuovo regolamento che allo stato ha paralizzato l’adeguamento e l’ammodernamento degli impianti. Sono decine le concessioni che nel frattempo sono scadute e i concessionari vivono uno stato di profonda incertezza. E’ stato pubblicato un bando…sì proprio così …s olo uno dato che per esempio la piscina scolastica di via Taverna non è stata consegnata dopo l’apertura delle buste. Peraltro per un impianto, quello gestito dalla Lazio Nuoto che vanta un curriculum anche olimpico niente male, forse l’ultimo la cui concessione era scaduta. Non hanno notizie di ulteriori bandi se non alcuni buoni propositi degli attuali amministratori. Ci sono concessionari che da oltre due anni e anche più hanno presentato istanze di ridefinizione della concessione ma non hanno avuto risposte. Una situazione incredibile così come incredibile è che si continui in ogni occasione ad accusare di queste inadempienze le precedenti amministrazioni. Basterà alla fine del mandato fare un bilancio con i numeri alla mano di quanti impianti aperti, quanti chiusi, quante manifestazioni fatte di vertice e di base. Troppe le competizioni sospese per scarsa sensibilità, magari per non aver affrontato in una conferenza dei servizi problematiche che si sarebbero potute superare senza annullare tanti eventi come accennato sopra di discipline diverse che magari non hanno richiamo mediatico ma importante per tutto il mondo sportivo che coinvolge giovani, anziani, donne bambini, atleti paralimpici con le discipline integrate “.

Ma le risulta che vi siano ancora morosità e mutui non pagati dai concessionari per i quali il Comune è esposto per milioni di euro?

“So con certezza che la situazione è profondamente peggiorata rispetto al 2013. Non solo i concessionari morosi sono ancora al loro posto, ma ve ne sono aggiunti altri. Nessuna soluzione è stata adottata. Credo che sia corretto tentare di salvare posti di lavoro e esperienze progettuali pur valide ma che hanno avuto così tante difficoltà. E’ necessario procedere a una rinegoziazione dei mutui, ma con precise garanzie a carico degli inadempienti e la possibilità per i concessionari virtuosi di accedere anch’essi a forme di rinegoziazione per non punire chi pur con fatica è stato sempre regolare con amministrazione ed utenza altrimenti passerebbe un messaggio che mai ci saremmo aspettati alla vigilia del 2016. Per esempio occorre porre rimedio agli oltre trenta e più impianti pubblici in regime di concessione che aspettano risposte dall’amministrazione sulla procedura del nuovo regolamento impianti che il Comune ha votato ormai da oltre due anni in relazione all’ articolo 22 comma 1. Pena la possibile chiusura da parte degli stessi causa mancate risposte che ne vincolano l’attività e la programmazione oltre che le possibili migliorie strutturali”.

Desta impressione lo stato in cui versano due grandi impianti storici lo stadio Flaminio e il Palazzetto dello Sport di viale Tiziano dell’ingegner Nervi. Lo stesso Campo Testaccio. Che è successo?

“Nel 2012, dopo che la Federugby e il Coni ci comunicarono la volontà di non investire nella ristrutturazione anche a causa di alcune contrarietà dall’alto, e anche dopo che a causa della rinuncia del governo Monti a sostenere la candidatura olimpica di Roma 2020, che la Sindaca Raggi ha purtroppo negativamente copiato poi per quelle del 2024, il Flaminio non era più inserito nel piano olimpico, conferimmo a Risorse per Roma un incarico per realizzare uno studio di fattibilità per un possibile diverso utilizzo sportivo dello stadio. Tale studio venne completato nel primo semestre 2013 e prevedeva ben 3 possibili soluzioni. Ma a quanto mi risulta sia l ’amministrazione Marino che quella Raggi lo hanno preso in considerazione (dovrebbe esser ancora agli atti del Dipartimento Sport)…i risultati sono sotto gli occhi di tutti. Come per Campo Testaccio e almeno altre 15 importanti realtà sparse nei quindici municipi della Capitale da tempo censite ma dove ancora si aspetta. Manca un anno e mazzo alla fine della consiliatura. Si parla sempre di far presentare project ma di bandi veri e propri neanche l’impostazione. Speriamo di essere smentiti ma gli addetti ai lavori sanno che purtroppo non è così. Speriamo passi in fretta ma il problema sarà raccogliere i cocci che oggi per vari motivi non si possono vedere tutti nella loro interezza. Al momento superfluo parlare concretamente anche degli stadi di proprietà di Roma e Lazio, il primo in alto mare dopo decine di incontri, conferenze servizi, progetti e delibere cambiate nel tempo, e l’altro al momento mai presentato ufficialmente”.

E il Palazzetto dello Sport di viale Tiziano?

“Anche quell’impianto era inserito nel piano olimpico Roma 2020. Nel 2012 però ben conoscendo la necessità di procedere a lavori edili e impiantistici inserimmo in bilancio oltre 2 milioni di euro per gli interventi. Credo che poi l’Amministrazione Marino abbia definanziato l’intervento a vantaggio di altro. Quello che trovo assurdo è chiudere un impianto fondamentale per la vita sportiva della città senza nemmeno avere in mano un progetto di riqualificazione o avere pubblicato un bando in questo come gli altri casi. Il risultato è un impianto chiuso da anni, tutto immobile per chissà quanto tempo ancora e le società di alcune discipline sportive, tra le quali le squadre romane di basket di A2 e A1 costrette a emigrare addirittura fuori Roma. (ndr Ferentino, Cisterna e Palestrina) o pagare un affitto molto salato per giocare al Palalottomatica, impianto privato). Nel frattempo il Palazzetto ha preso fuoco l’estate scorsa e dentro lo stadio Flaminio è stata trovata morta una persona meno di due anni fa.E Roma anche per questo non è più Caput Sport. Come quando in un Sei Nazioni di rugby, nella stessa giornata fortemente critica con la neve, con le stesse condizioni e temperature, a Roma si giocò e a Parigi no. Con gli uomini della struttura coni c’era anche il Dipartimento Sport, la Protezione Civile di Roma Capitale, vigili urbani, unità speciali, gabinetto del Sindaco, volontari e appassionati a spalare anche di notte! Sembra passato un secolo, ma era solo il 2012”.

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