Roma
Dehors, Andrea Alemanni: “Basta chiacchiere, giro di vite e controlli serrati”
Il presidente della Commissione Attività Produttive, Andrea Alemanni annuncia la strategia per contenere le pedane nel centro storico
Alemanni con la I e non con la O e di nome fa Andrea: è una macchina da voti ma anche da lavoro perché da mesi studia e ristudia la vicenda delle pedane dei ristoranti, i cosiddetti dehors, che nel centro storico sono un problema a due facce i ristoratori li chiedono; i cittadini li odiano perché occupano spazio prezioso. Ma secondo Andrea Alemanni, presidente della commissione Attività Produttive la soluzione c'è.
Allora Alemanni, su 6mila richieste di occupazione del suolo pubblico, 3mila sono solo del I Municipio. Una situazione divenuta ormai ingestibile, se ai numeri legali si aggiungono anche i furbetti che, illegalmente, cacciano fuori le pedane per i propri avventori. Cosa succederà? Avremo ristoratori soddisfatti e residenti infuriati?
“La questione è che il I Municipio copre da solo il 50 per cento della richieste di dehors. È necessaria un’attenzione particolare, dobbiamo necessariamente fare un intervento. Il problema è con questo alto numero di richieste, bisogna essere in grado di predisporre gli strumenti adeguati per la lavorazione delle pratiche. E chiaramente individuare cosa stiamo facendo; serve una procedura che ci metta al riparo da semplificazione”.
Chi decide quindi?
“Decide ovviamente il Consiglio comunale. La mia opinione è che dovremmo necessariamente stringere le maglie”.
Va bene tutelare le attività produttive, ma ai residenti cosa rispondete?
“Bisogna avviare una procedura che costringa le richieste ad aggiungere elementi, una su tutte il progetto asservato da un tecnico, bisogna chiedere i pareri alla Sovraintendenza. Bisogna eliminare l’accettazione automatica delle richieste per l’aumento del 50 per cento. Mi spiego: se ho un locale di 100 metri quadri, con un prospetto su strada di 3 vetri, in era pre-covid si poteva chiedere di mettere i tavolini lungo le vetrine più un ulteriore 50 per cento di spazio. Ed era accettato automaticamente. Questo solo per il I Municipio. Quest’accettazione automatica andrebbe eliminata. Vediamo cosa dice il Consiglio comunale. Servono procedure più snelle per eliminare i tavoli e le pedane. E anche togliere la possibilità di mettere i tavoli fino a 25 metri dal locale. Dobbiamo stringere un po’”.
I comitati del I e del II Municipio hanno annunciato battaglia...
“Li ho invitati in commissione. Capisco l'esasperazione di alcuni quadranti, ma ricordo l’importanza dei controlli. Sono loro a fare la differenza. Il problema dell’occupazione del suolo pubblico non è tutto succo della disciplina semplificata del Covid. È anche figlio della scarsa possibilità di effettuare i controlli. La procedura può essere quella che vuoi, ma se non ci sono i controlli è difficile. Ci vuole uno sforzo della Polizia locale. Certo, loro non possono generare il personale. La coperta è corta. Per risolvere il problema immagino la creazione di una task force dedicata soprattutto a questo”.
Quindi serve una norma ad hoc per il I Municipio?
“Le loro sono richieste legittime perché hanno i numeri. Ricordo che il 50 per cento delle richieste sta sul Primo Municipio e questo è da tenere in considerazione. La delibera deve essere complessiva, deve contenere una parte che specifichi alcune caratteristiche del I Municipio e trovare la contromisura. Il Centro storico fa storia a sé”.
Che tempi ci sono?
“Dobbiamo fare entro giugno, direi quindi un mese. Ad ora la scadenza della proroga è il 30 giugno, anche se c'è un emendamento nazionale che gira e che vuole portare la scadenza fino al 30 settembre. Ma deve essere prima approvato. Dobbiamo fare un'azione politica. È questione che esiste e non possiamo ignorarla. È un problema complesso, non è semplice. Tiene insieme una serie di interessi contrapposti, è vero che il Primo Municipio è così. Ha portato benefici ad attività e la parte problematica va affrontata. Dobbiamo distinguere le situazioni. Sono i numeri che lo dicono. C'è una procedura che deve provvedere nel caso specifico ad alcune cose, che non possono essere previste ad esempio per Tiburtina o Prenestina”.
I rapporti con l'assessore alle Attività Produttive sono buoni?
“Per me sì, bisognerebbe chiederlo a lei”.