Roma
Devastati dalla tv per 30 anni. La Chiesa denuncia e attacca
di Fabio Carosi
Un attacco senza precedenti a 30 anni di televisione che hanno "finito per desensibilizzare le coscienze dei giovani, sino a privilegiare una visione banale dell'esistenza". La Chiesa di Roma attraverso il Vicario Agostino Vallini, scrive sì alla Capitale ma parla a tutta la Nazione.
Il cardinale la legge nel silenzio della basilica di San Giovanni in Laterano davanti a una schiera di politici nazionali e locali e arriva nel giorno più triste della Capitale. Dall'altra parte del Tevere, a piazzale Clodio, si è appena conclusa la prima udienza di Mafia Capitale, uno scandalo di corruzione che "tutti conoscevano" ma che nessuno ha denunciato, sino a quando la misura delle tangenti non è diventata essa stessa Roma. Un vero manifesto diviso in "cinque cantieri" per far risorgere Roma dalla crisi etica e morale nella quale è caduta e per mandare un messaggio chiaro e lampante che l'impegno dei cattolici ora supera la "dottrina sociale" e li chiama "alle armi" al grido di "La Chiesa di Roma, insieme con le donne e gli uomini di buona volontà, desidera rendere “reciproca” la città: più attiva, più partecipe e più unita".
La Chiesa è noto ha le sue liturgie anche nella comunicazione ma la potenza del messaggio "giubilare" è tale da spazzare le accuse di "ipocrisia". Il riferimento è alla famiglia che mani viene definita per gender ma solo dall'unione di persone, uomini e donne. Nessun riferimento a unioni civili o famiglia composta da uomo e donna. Per Vallini la famiglia è "solo" la famiglia.
Ma a 33 giorni dall'apertura ufficiale del Giubileo, la Chiesa super l'essenza del messaggio di Papa Francesco ed entra con decisione nella seconda grande crisi della città di Roma: quella della politica che ha rinunciato al suo impegno affidandolo ad un commissario.
In cinque punti, definite le sfide, il cardinale che solo superato dal Papa ha a cuore le sorti di Roma traccia cinque solchi, uno per ciascun capitolo, che scrivono il primo grande programma elettorale del sindaco che sarà. Scrive Vallini con feroce delicatezza: "Il malessere purtroppo si respira nell’aria: la stessa gestione ordinaria del territorio, come ad esempio la manutenzione delle strade, la cura dell’illuminazione, le procedure di raccolta e smaltimento dei rifiuti, hanno assunto, in diversi quartieri, aspetti di un degrado urbano complessivo da cui, talvolta, sembra difficile liberarsi. A tutto ciò si sono aggiunti acuti problemi di sicurezza e l’incremento di atti di violenza".
Poi puntualizza: "Più che accusare o condannare le istituzioni civili o la società nel suo insieme, come troppo spesso superficialmente avviene, desideriamo condividere gli affanni della nostra città, fare la nostra parte, essere compagni di strada di tutti gli uomini di buona volontà, e dire a tutti, concittadini e istituzioni di Roma, di non perdersi d’animo dinanzi alle sfide che abbiamo davanti. Il problema non è di natura esclusivamente organizzativa. Alla radice - vogliamo sottolinearlo - c’è una profonda crisi antropologica ed etica".
E' bene che i politici e soprattutto i futuri candidati al Campidoglio leggano le parole della Chiesa di Roma.
LE VECCHIE E NUOVE POVERTA'. Famiglie, ceto medio, anziani e il dramma di chi cerca lavoro, accanto al quale prolifera il gioco d'azzardo sono problemi da vincere con l'impegno e la solidarietà: "Auspichiamo, nei diversi quartieri della città, la promozione di luoghi dove cittadini volontari, sensibili al bene comune, mettano a servizio di quanti vivono in condizioni precarie e di disagio la loro esperienza umana e professionale per indirizzarli ed accompagnarli nella soluzione dei loro problemi quotidiani (ad es. il disbrigo delle pratiche amministrative, le visite mediche, l’educazione scolastica dei figli, l’uso attento del denaro), così da sostenerli e rendere la loro vita meno amara, infondendo fiducia dove a volte c’è solo sconforto".
LA CITTA' DELL'ACCOGLIENZA. Immigrati e "non solo rifugiati" devono essere accolti come persone e aiutati. Ma nel pensiero di Vallini trova posto anche la battaglia civile della Chiesa che "La Chiesa si impegna a combattere con rinnovata energia ogni forma di sfruttamento prodotto dalla "cultura dello scarto": dallo sfruttamento economico- abitativo degli studenti fuori sede e degli stranieri, a quello della prostituzione, della manodopera italiana e straniera spesso non adeguatamente tutelata".
L'EDUCAZIONE. Si legge nella Lettera il pensiero diretto e durissimo: "La cosiddetta ‘società liquida’ della non-durata, precaria e frammentata, orfana di spiritualità, e ancora confusa dal fallimento delle grandi ideologie, rischia di provocare - nell’era di Internet - un determinismo tecnologico per cui si spostano verso la ‘rete’ compiti che sono propri dei soggetti educativi, come ad esempio quelli di promuovere alla libertà e alla democrazia. Accanto alle indiscusse potenzialità delle nuove tecnologie, c’è il rischio di smarrire l’evidenza che esse sono soltanto uno strumento che non può espropriare la persona della libertà all’autodeterminazione". E continua: "Internet non può bastare per diventare uomini e donne. In questa prospettiva è decisivo tornare ad appassionare i ragazzi e i giovani anche alla bellezza dei tesori di arte inestimabili che Roma custodisce come in uno scrigno unico al mondo. Lungo i secoli gli artisti hanno insegnato che la vita ha senso se vi è armonia, bellezza e verità. La bellezza dà respiro alla vita".
LA COMUNICAZIONE. Trent'anni di immaginari sociali proposti dalla televisione hanno trasformato il mondo in un posto brutto, dice Vallini. E' il capitolo forse più duro, quello che colpisce la strumentalizzazione della donna, la finta conflittualità familiare, il ricorso al turpiloquio e il "gusto per l'orrore", sino alla strabordande cronaca nera che hanno finito per desensibilizzare le coscienze dei giovani, sino a privilegiare una visione banale dell'esistenza. Ai più non sfuggirà nella lettura integrale che Vallini sembra aver ripercorso buona parte del palinsesto delle tv di Berlusconi alle quali dalla Chiesa arriva una promessa: La Chiesa a Roma intende essere presente nell’agorà dei media, offrendo la sua voce ed il suo punto di vista. Tutti i cristiani che operano, a diverso livello, nel mondo dell’informazione e della comunicazione sono sollecitati ad impegnarsi per promuovere contenuti che investano il rapporto media-famiglia-cultura-solidarietà-giovani, attraverso scelte coraggiose di libertà, anche in questo ambiente, spesso pesantemente condizionato da interessi economici e di parte.
LA CLASSE DIRIGENTE DI DOMANI. Il cardinale Vicario torna a parlare a i romani sottolineando la necessità di una classe dirigente competente e dedita al bene comune, ma senza "accumunare i rappresentanti delle istituzioni in una condanna generalizzata e senza appello". Così sollecita chi vuole far politica a tornare a scuola: "Riteniamo che con coraggio si debba avviare il “cantiere” per costruire
adeguati cammini di formazione pre-politica aperti a tutti, particolarmente alle migliori energie giovanili, portatrici di nuove idee e prospettive di speranza, per rimotivare anzitutto i credenti all’impegno politico come servizio verso la società ed esercizio supremo della “carità sociale”. E’ urgente riattivare le politiche dal basso, quelle sussidiarie, che permettono ai cittadini di ritrovarsi
e elaborare soluzioni condivise intorno a temi e a problemi concreti del loro territorio".
La conclusione: "Roma ha urgente bisogno di questo “supplemento d’anima” per essere all’altezza della sua vocazione e delle nostre attese di speranza".